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Stilografiche Vintage
- Ottorino
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Re: Stilografiche Vintage
Ne ho avute un paio di Esterbrook, e anche disastrate.
Ma non mi dicono nulla. Non ci sento.
Piuttosto vorrei dire due parole sui sistemi di caricamento.
Quando sono piu' complicati della cartuccia li preferisco. Ma solo perchè mi attira il poterli rimettere a posto, e con la cartuccia spesso c'e' poco da fare
Comunque non scelgo le penne in base al sistema di caricamento.
Altrimenti dovrei eliminare penne come la Murex o le Capless o la 75 o la TWSBI, e non mi riesce facile.
Mi piacciono. E questo passa sopra alla generalizzazione vecchie/nuove (anche se mi rendo conto che Murex e 75 sono delle moderne vintage !!!)
Ma non mi dicono nulla. Non ci sento.
Piuttosto vorrei dire due parole sui sistemi di caricamento.
Quando sono piu' complicati della cartuccia li preferisco. Ma solo perchè mi attira il poterli rimettere a posto, e con la cartuccia spesso c'e' poco da fare
Comunque non scelgo le penne in base al sistema di caricamento.
Altrimenti dovrei eliminare penne come la Murex o le Capless o la 75 o la TWSBI, e non mi riesce facile.
Mi piacciono. E questo passa sopra alla generalizzazione vecchie/nuove (anche se mi rendo conto che Murex e 75 sono delle moderne vintage !!!)
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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- Rogozin
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Re: Stilografiche Vintage
Grazie Stefano per aver sollevato l'interessante discussione, per rispondere alla quale prendo un post di Ottorino per spiegare come per i motivi diametralmente opposti preferisco le penne moderne:
Dopo tutto questo, un caveat che per motivi logici dovevo anteporre: io di penne antiche so poco o niente, non ne ho, la mia più vecchia credo sia una Omas del 90 o poco prima, pertanto quanto sopra detto è suscettibile di variazioni e aggiustamenti nel momento in cui dovessi divenirne più esperto, cosa che per molteplici fattori non ritengo possa accadere nel futuro più prossimo.
Io viceversa voglio una penna funzionante subito, senza che necessiti di interventi che non sono in grado di fare (e che non ho ancora la dedizione o strumenti per imparare) e per i quali mi devo rivolgere necessariamente a un professionista. Dovrei aggiungere una somma sconosciuta a quanto già pagato per la penna, e un po' come per le macchine, mi si potrebbe dire qualsiasi cosa senza che sia in grado di capire quanto l'intervento sia necessario o meno (poi va beh, qualche professionista fidato e onesto lo conosco, ma il punto vale in astratto).1) hanno bisogno di cure. Se son restaurate da qualcun altro, mi interessano poco.
Eh, però sono tritate Personalmente, non ho necessità (o nemmeno modo) di scrivere a mano, per lavoro. Lo faccio per piacere e sono sempre cose non necessarie, pertanto non ho bisogno di "penne da battaglia" (anche se ovviamente c'è l'occasione per portare fuori la penna meno importante come quella più appariscente)2) Se le trovo tritate, scrivono bene a una frazione del prezzo delle nuove.
Anche a me dà i brividi: magari l'ha usata uno che si scaccolava! A parte gli scherzi, per me una cosa meno è stata usata, meglio è. Non tanto per il fatto in sè che è passata attraverso altre mani, ma perchè le microlesioni o allentamenti da usura sono le cose, da maniaco quale sono, che mi danno più fastidio e mi fanno vivere male. Ovviamente va integrato coi punti precedenti: se uno è in grado di sistemarsi 'ste cose, come non detto. L'unico mercato dell'usato per il quale non posso essere particolarmente esigente è quello delle donne, ho sentito che nel nuovo si trova poco.3) Il fatto che qualcuno le abbia usate molte decine d'anni fa mi da i brividi (le NOS mi dicono poco).
Non so, dipende: ci sono le orribili pacchiane limitate come le sobrie. Il gusto secondo me trascende qualsiasi dimensione temporale. Visti i molteplici trend e mode che si sono avvicendati nella storia delle stilografiche, è difficile secondo me fare un discrimine.4) Servono per scrivere. Molte delle odierne mi sembrano solo far vedere.
Dopo tutto questo, un caveat che per motivi logici dovevo anteporre: io di penne antiche so poco o niente, non ne ho, la mia più vecchia credo sia una Omas del 90 o poco prima, pertanto quanto sopra detto è suscettibile di variazioni e aggiustamenti nel momento in cui dovessi divenirne più esperto, cosa che per molteplici fattori non ritengo possa accadere nel futuro più prossimo.
- Ottorino
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Re: Stilografiche Vintage
Perfetto, Rogozin !!!
In un eventuale mercatino o negozio a caccia di penne, io e te saremmo dei veri buoni amici.
In un eventuale mercatino o negozio a caccia di penne, io e te saremmo dei veri buoni amici.
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Un bel panorama si vede dopo una bella salita
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Re: Stilografiche Vintage
La penso come Andrea (Rogozin).L'idea di prendere una penna molto maltrattata che oltre al costo di acquisto richiede chissà quante riparazioni,magari costose,me ne tiene lontano.Anche io,poi,non sopporto giochi o imperfezioni dovute all'uso nei decenni precedenti.Semmai comprerei qualche modello usato solo se raro e per averlo anzichè usarlo quotidianamente,come ho finora fatto con rare eccezioni.
Cordiali saluti
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Alessandro
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Re: Stilografiche Vintage
Effettivamente non ci faremmo concorrenza!Ottorino ha scritto:Perfetto, Rogozin !!!
In un eventuale mercatino o negozio a caccia di penne, io e te saremmo dei veri buoni amici.
Comunque ribadisco che la mia non è una "scelta di campo", quanto sostanzialmente una sorta di necessità dovuta al fatto che non vi so metter mano personalmente. E anche un discorso culturale relativo al fatto che di vintage (quando una penna è vintage? Esistono indici cronologici precisi o è un'indicazione molto generica?) ho poco o niente, così come poco o niente ne so, come dicevo sopra.
E' lo stesso discorso del computer: intendendomene un po', mi piace comprare ogni pezzo separatamente per poi assemblarlo da solo da bravo smanettino (smanettone sarebbe sopravvalutarmi), e il sistema operativo di quello di casa è Windows.
Quello di lavoro viceversa è chiusissimo e rigido Mac, che deve fare solo una/due cose ma mentre le fa è imperativo che non si blocchi MAI (ammettendo e non concedendo che il mac non si blocchi mai ).
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Re: Stilografiche Vintage
Io invece sono con Ottorino e condivido con lui il sottile piacere di far rivivere e ridare lustro a qualche vecchio carciofone.
Occorre pero riconoscere che le penne vintage ed i loro pennini non sono fatte per gli attuali ritmi di vita, nè tanto meno per prendere appunti veloci (per quello c'erano le matite). La penna d'antan é, a mio modesto parere, per lo "slow writing", la bella grafia, l'alternare il tratto fino a quello spesso, come insegnavano alle elementari negli anni 50.
In generale debbo dire che la qualità costruttiva era generalmente migliore di quella attuale ( e comprendo nel novero anche le produzioni artigianali o quasi del torinese/settimese).
Io poi sono un lattoniere e vi sfido a non riconoscere la bellezza di questi pezzi:
(dal basso: Rapid faccettata rientrante; Aurora ARA3, Waterman 414;l'ultima é un'intrusa Cartier della quale ho dovuto liberare il venditore delle prime 3)
Posterò di seguito alcuni esempi di vintage anonime o di produzione artigianale a riprova di quanto affermato.
Walter
Occorre pero riconoscere che le penne vintage ed i loro pennini non sono fatte per gli attuali ritmi di vita, nè tanto meno per prendere appunti veloci (per quello c'erano le matite). La penna d'antan é, a mio modesto parere, per lo "slow writing", la bella grafia, l'alternare il tratto fino a quello spesso, come insegnavano alle elementari negli anni 50.
In generale debbo dire che la qualità costruttiva era generalmente migliore di quella attuale ( e comprendo nel novero anche le produzioni artigianali o quasi del torinese/settimese).
Io poi sono un lattoniere e vi sfido a non riconoscere la bellezza di questi pezzi:
(dal basso: Rapid faccettata rientrante; Aurora ARA3, Waterman 414;l'ultima é un'intrusa Cartier della quale ho dovuto liberare il venditore delle prime 3)
Posterò di seguito alcuni esempi di vintage anonime o di produzione artigianale a riprova di quanto affermato.
Walter
Ultima modifica di wallygator il lunedì 11 giugno 2012, 20:05, modificato 1 volta in totale.
Walter
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Re: Stilografiche Vintage
Dissento!!!Daniele ha scritto:Sante parole!robi996 ha scritto:per me l'unico vero caricamento è quello a pistone o eventualmente il pulsante o levetta.
Viva la siringa rovesciata, il caricamento pneumatico della Chilton e la depressione della Dunn!
E poi che c'entra la Duofold con i due caricamenti citati ?
Simone
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Re: Stilografiche Vintage
Parto con un'anonima faccettata, molto simile alla Olo Gamma
proseguo con due Maryland
una Lindo che scimmiotta la Parker Vacumatic
una "Italianissima" (marca commercializzata da Olivieri di Milano)
una Fulgens anellata
una Eridanea tartan
delle anonime che scimiottavano la Parker
un'Atlantica Blu
un'anonima woodgrain francese
...e non voglio tediarvi oltre
Walter
proseguo con due Maryland
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Re: Stilografiche Vintage
Peró non puoi negare che tutti i sistemi a vuoto spinto siano affidabili quanto i sopracitati.... vedesi i vac-fil della sheaffer che ogni due per tre ti lasciavano a terra....piccardi ha scritto:Dissento!!!Daniele ha scritto: Sante parole!
Viva la siringa rovesciata, il caricamento pneumatico della Chilton e la depressione della Dunn!
E poi che c'entra la Duofold con i due caricamenti citati ?
Simone
Per quanto riguarda i sistemi a depressione dunn e pneumatico chilton sono sempre a sacchetto... (Simone al piú presto ci azzuffiamo in un bar su questo argomento! Promesso!)
... E comunque il vacumatic dove lo mettiamo?
Daniele
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Re: Stilografiche Vintage
La siringa rovesciata è Onoto e lì in genere funziona piuttosto bene, ma su Sheaffer (e Eversharp) hai ragione. Ma Ottorino si diverte di più...Daniele ha scritto: Peró non puoi negare che tutti i sistemi a vuoto spinto siano affidabili quanto i sopracitati.... vedesi i vac-fil della sheaffer che ogni due per tre ti lasciavano a terra....
No una Dunn il sacchetto manco sa cos'è... Come una Lucens.Daniele ha scritto: Per quanto riguarda i sistemi a depressione dunn e pneumatico chilton sono sempre a sacchetto... (Simone al piú presto ci azzuffiamo in un bar su questo argomento! Promesso!)
Ed il sacchetto che metti in una Chilton, non richiedendo un meccanismo per la compressione, è nettamente più capiente, anche di molti stantuffi.
Per il bar... quando vuoi!
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- Ottorino
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Re: Stilografiche Vintage
Allora vengo anch'io !!!Daniele ha scritto: Peró non puoi negare che tutti i sistemi a vuoto spinto siano affidabili quanto i sopracitati.... vedesi i vac-fil della sheaffer che ogni due per tre ti lasciavano a terra....
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mentre tu e Simone vi picchiate sui sacchetti, io ti picchio sulle Sheaffer e le siringhe rovesciate !!!!
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Re: Stilografiche Vintage
A dire la verità le sheaffer hanno dato molto divertimento anche a me!
Per le Dunn è vero... Mi sono confuso con il "blow filler"... Chissa perchè.
Al bar verró armato di stantuffi e levette... Attento!
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Re: Stilografiche Vintage
Ehi! Due contro uno non vale...Ottorino ha scritto:Allora vengo anch'io !!!Daniele ha scritto: Peró non puoi negare che tutti i sistemi a vuoto spinto siano affidabili quanto i sopracitati.... vedesi i vac-fil della sheaffer che ogni due per tre ti lasciavano a terra....
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Re: Stilografiche Vintage
Ci vuoi proprio far sbavare ........wallygator ha scritto:
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Belle, belle, belle, belle e basta.
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Il buon Piccardi c'ha gia' pensato:Rogozin ha scritto:
E anche un discorso culturale relativo al fatto che di vintage (quando una penna è vintage? Esistono indici cronologici precisi o è un'indicazione molto generica?)
http://www.penciclopedia.it/1003/ma-que ... omment-343
forse ti puo' aiutare.
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