La scrittura semionciale insulare che ho utilizzato é un po’ “antica” per il testo, poiché la massima fioritura di questa grafia si colloca tra il VII e il IX secolo, quasi 300 anni prima che Bernard de Clairvaux scrivesse la sua opera.
Il testo in colore rosso é fatto con l’inchiostro Poppy Red di Montblanc, che non avevo ancora utilizzato. Dal vivo é un rosso bellissimo, un vero rosso papavero, senza sfumature porpora né arancio: un rosso vivido e squillante. Ora che l'ho provato, credo che lo userò con più frequenza.
Per le scritte ho usato pennini da intinzione da 1.3 e 3.0 millimetri, oltre al pennino extra-fine della mia Hemingway, con inchiostro Montblanc Toffee Brown, per disegnare il capolettera, e un pennarello “Calligraphy” della DecoColor di colore oro. Si tratta di un pennarello con pigmento opaco a base d’olio, che ho trovato straordinario per il suo colore veramente dorato e le sue capacità coprenti.
L'interlinea del testo é evidentemente sbagliato. Dopo averci pensato per un pezzo, ho finalmente scelto una spaziatura che non va bene, perché diluisce l'effetto fortemente "lineare" e decorativo della grafia insulare. Dovrò, in futuro, spaziare le linee di testo quasi il doppio.
Il pezzo di manto con pietre sulla sinistra é una parte di una vecchia borsa di mia moglie, che tempo addietro ho riscattato dalla pattumiera perché la trama di pietre e pelle me la faceva sembrare un po' "medievale" e speravo di usarla prima o poi in una fotografia ambientata.
Per la fotografia ho utilizzato luce fluorescente (con il sensore tarato per questa luce) e un flash filtrato attraverso una carta velina arancione, posto dietro una fessura ampia tra due cartoni per suggerire l'effetto di una luce di tramonto che entra di traverso attraverso una finestra piccola, d'accordo alla mia "visione" dello spazio claustrale.