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Dopo un periodo di rodaggio e utilizzo "sul campo", mi accigngo anche io a scrivere le mie impressioni d'uso sulla Visconti Homo Sapiens, acquistata di recente. Cerchero' di fare una sorta di riassunto delle varie impressioni da me espresse qua e la' sul forum riguardo piu' aspetti possibile di questa penna,quindi qualcuno potrebbe avere gia' letto parte di quello che scrivero, ma credo sia comunque utile accumulare tutte le vecchie (e nuove) informazioni.
Tanto per cominciare due aspetti sui quali non mi dilunghero' molto: estetica e costruzione. Il primo e' questione di gusti, e su questo si puo' dire poco; faccio notare solo come, personalmente, questa penna abbia acceso in me l'interesse (di fatto mai esistito) per le penne "di fascia alta", quindi non credo serva aggiungere altro... Sulla costruzione c'e' da dilungarsi ancora meno, non c'e' una virgola fuori posto e la sensazione di solidita' e' incredibile (merito anche del famoso materiale con cui e' stata costruita).
Un dettaglio sull'estetica sul quale voglio fare una precisazione e' la "questione colore della lava": qualcuno dice "la penna da nuova e' nera", qualcun'altro dice "e' grigia". Chi ha ragione ? In medio stat virtus ? No...stavolta la verita' sta agli estremi, nel senso che il materiale di cui e' composta e' per sua natura "vivo"; al momento dell'acquisto la penna era grigio chiara e , a casa, era gia' pronta la confezione di Nivea (per chi non lo sapesse e' un trattamento consigliato dallo stesso Dante del Vecchio per riportare la Homo Sapiens al suo colore naturale). Arrivato a casa dal negozio, la questione estetica e' passata in secondo piano: "beh...prima voglio scriverci, poi pensero' a darle la cremina". Risultato: in un paio di giorni di maneggiamento (prove di carica, di scrittura e...scrittura non per prova) il grigio e' completamente sparito, segno che l'umidita' rilasciata dalle mani e' sufficiente a ripristinare e mantenere il colore naturale del materiale. Non so dirvi dopo quanto tempo di inutilizzo sia necessario "riprenderla in mano", non chiedetemi di fare una "prova di inutilizzo" perche' proprio non ci riesco! Se ne riparlera' quando mi saro' stufato di lei, quindi fra circa 100 anni...
Altro aspetto che ricade nella soggettivita' e' la confortevolezza nell'uso rispetto a peso/dimensioni. La penna, per le mie mani (ne' piccole ne' enormi) e' perfetta; e' piu' lunga della mia Rembrandt ma di poco; naturalmente e' piu' "cicciotta" (nel senso del diametro) e decisamente piu' pesante! Col cappuccio calzato il suo peso, dopo due o tre ore di utilizzo intenso, si fa sentire, indubbiamente...senza cappuccio sembra piu' confortevole, ma a me non piace scrivere senza, quindi mi astengo dal giudizio (e dalla prova).
Vediamo ora uno degli aspetti su cui ho letto pareri discordanti: l'autonomia di una ricarica. Il "problema", anzi, la caratteristica, sta tutta nel sistema di caricamento: per sfruttarlo al meglio a mio avviso (e non solo a mio avviso) e' necessario il calamaio da viaggio. Questo aspetto e' stato anche evidenziato dallo stesso Dante durante l'interessantissima discussione a riguardo, nel giorno della nostra visita in Visconti. Per farla breve, l'inchiostro e' molto piu' facilitato a "scendere" nel fusto piuttosto che "salire" dal basso verso l'alto (per una mera questione di leggi fisiche). Attenzione, non e' che il modo classico di caricarla non funzioni, solamente si carica meno inchiostro; la prima carica l'ho effettuata dal calamaio classico e l'autonomia e' risultata di gran lunga inferiore a quella sperimentata con la carica fatta dal calamaio da viaggio. Si parla di una decina abbondante di pagine A4 rispetto ad una quarantina... Piaccia o no, per godere appieno del power filler, il calamaio da viaggio e' altamente consigliabile. Sara' piu' brutto del bellissimo calamaio da scrivania Visconti ma e' decisamente piu' utile, e non solo per questo aspetto: la Homo Sapiens non ha la finestrella di controllo del livello dell'inchiostro, che per quanto sia utile per me ammazza l'estetica di una penna. Potra' sembrare un discorso contraddittorio questo...prima dico "w la praticita a discapito dell'estetica" e poi esattamente il contrario: confermo, e' in contraddizione, tuttavia con un semplice accessorio si salva capra e cavoli: estetica (della penna) e praticita' (del caricamento). Oggi stesso mi e' finita la carica e in 1 minuto ho ricominciato tranquillamente a scrivere senza problemi, e senza praticamente sporcare (altro vantaggio) la sezione del "grip" della penna. Che volere di piu' ?
E ora sull’aspetto probabilmente piu’ controverso di questa penna: la qualita’ di scrittura…
Fatta la dovuta tara sui gusti personali (a chi piace tanto flusso, a chi piace meno, a chi piacciono i tratti fini, a chi piacciono abbondanti), su questa penna il mio parere e’: va benissimo.
Specifichiamo bene la cosa: non amo i tratti grossi, non amo i flussi secchi, non amo i tratti fini, non amo i flussi abbondanti; stavolta in medio stat virtus, e questa Homo Sapiens con pennino F e’ esattamente quello che cerco. Normalmente mi sarei orientato su un tratto M, ma visto anche il pennino e il suo particolare materiale, non mi pento di questa scelta. Il flusso e’ equilibratissimo, non ha incertezze nemmeno con scritture veloci, non lascia il pennino “a secco” ma nemmeno imbratta il foglio, appunto un equilibrio per me perfetto. Il primo periodo di scrittura l’ho fatto con inchiostro Visconti (color terracotta), poi son passato all’Herbin Bleu Nuit, che mi piace meno come colore ma che preferisco come fluidita’.
Sempre per quanto riguarda l’aspetto del flusso, non ho notato nessun problema nelle famigerate ripartenze anche quando la penna viene lasciata “a pennino in su” per parecchie ore (vedasi la mia recensione della Rembrandt per capire la situazione del test).
Il pennino e il palladio: promette un “dreamtouch” e mantiene, per tutto il periodo di test ho usato carta standard da fotocopiatrice non particolarmente liscia, ma il pennino scorre senza problemi. Per altro, e qui vado un po’ controcorrente rispetto agli amici del forum, non amo molto i flessibili e nonostante questo pennino presenti una certa flessibilita’, preferisco non premere e lasciarlo scorrere sulla carta.
Tengo a precisare che queste impressioni sono relative all’ultimo periodo di utilizzo della penna; come ho gia’ fatto notare, la penna e’ decisamente migliorata con l’uso (quotidiano e intenso, di circa 15gg); non so se questo possa dipendere da un fisiologico adattamento al proprio stile di scrittura, ne’ so (in caso affermativo) in che percentuale dipenda, ma tant’e’: la differenza si percepisce facilmente.
Per ora queste sono le mie impressioni, terro’ il post aggiornato se dovessi notare altre cose; spero che queste poche righe siano comunque di aiuto a qualcuno!