Col bel modello degli anni '30 condivide solo il nome, oltre all'azienda produttrice. Le celluloidi colorate tornite a mano sono oramai solo un lontano ricordo, sostituite dalla plastica acrilica stampata ad iniezione.
Siamo infatti nel dopoguerra, periodo dell'iconica Parker 51 e dei suoi tanti cloni, tra cui possiamo tranquillamente far rientrare anche questa Radius.
Lo stile ogivale, il corpo di plastica monocolore - in questo caso un bel blu scuro - il cappuccio metallico sovrastato da un "gioiello" e soprattutto il pennino carenato sono indiscutibilmente altrettanti omaggi alla più famosa cugina d'oltreoceano, quanto meno se è vero che l'imitazione è la forma più sincera di adulazione.
Grazie alla lunghezza di 13,1 cm ed al diametro di 1,16 (1,24 al cappuccio) è una penna di dimensioni medio-grandi, che ben si adatta alla mano.
La somiglianza con la Parker continua anche all'interno. Grazie alla sfortunata circostanza che il mio esemplare è privo del "gioiello" superiore, è facile rendersi conto che lo stesso si collega al cappuccio e alla clip con lo stesso meccanismo dell'americana, cioè un bulloncino filettato dentro - per accogliere il gioiello - e fuori - per accoppiare la clip al cappuccio. Dentro a quest'ultimo troviamo una molla in metallo che va a stringere l'anello presente sul corpo, per assicurare la chiusura della penna. Anche in questo caso si tratta di un accorgimento tecnico mutuato tal quale dalla Parker.
La somiglianza tra l'italiana e l'americana si ferma però qui. Infatti in questo caso il pennino, d'oro, è carenato solo per ragioni estetiche, considerato che in realtà per funzionare si affida ad un normalissimo alimentatore. Anche il riempimento avviene tramite un tradizionale pulsante di fondo, anziché con un sistema vacumatico.
Sul corpo troviamo la scritta 'RADIUS EXTRA', in verticale, mentre il cappuccio richiama la marca tramite la presenza discreta sulla sommità della clip di una 'R' all'interno di un cerchio. Il logo RADIUS EXTRA è interrotto, tra le due parole, da un trattino e appare identico a quello dei modelli degli anni '30 (nella foto si vede un particolare di una faccettata che sto restaurando, purtroppo in pessime condizioni).
Guardando il retro del cappuccio scopriamo che questa penna è nata quale modello pubblicitario. Infatti, poco sopra il labbro del tappo è inciso il marchio DUCO all'interno di un ovale. Si tratta del logo dell'azienda, ancora esistente, che produce la pittura ducotone.
Chiudendo, ritengo che si tratti di una penna di ottima qualità costruttiva, dall'estetica molto funzionale e ben adatta a diventare uno strumento di lavoro quotidiano.
P.S. Ora vedrò se il gioiello delle Parker è intercambiabile e in caso positivo approfitterò delle numerose riproduzioni disponibili su internet per il modello americano.
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