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Edizione Numerate.

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piccardi
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Edizione Numerate.

Messaggio da piccardi »

Come chiedeva Germano, cosa ne pensate?

Io ho già detto la mia più volte, ed in maniera estesa sta scritta anche qui:

http://www.penciclopedia.it/33/edizioni ... -anche-no/


Simone
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Alexander
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da Alexander »

Io condivido in toto il tuo pensiero, con la sola eccezione di pochi esemplari, alcune bellissime Maki-e ad esempio, che lungi dall'essere pacchiane sono dei vari capolavori d'arte. Resta inteso che una penna è fatta per scrivere, e difficilmente il fortunato proprietario vorrà usare una di queste bellissime opere d'arte per l'uso quotidiano.. a meno che non sia talmente ricco da potersi permettere anche questo!
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vikingo60
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da vikingo60 »

Io credo che la maggior parte delle Edizioni Limitate vengano lanciate dalle Case con lo scopo di far soldi.Ma ce ne sono alcune che tengono bene il valore nel tempo,per la verità molto poche (Montblanc Hemingway,per esempio,ma anche diverse Stipula).
Alcune proposte recentemente,poi,non costano nemmeno tanto e sono utilizzabili per l'uso quotidiano (per esempio Nettuno Docet;il prezzo non è altissimo se si considera la produzione di 100 esemplari per ognuno dei 4 colori).Resta la difficoltà di reperimento dei pezzi di ricambio in caso di necessità,e poi il fatto che se inchiostrate il valore si dimezza.
Alessandro
cassullo

Re: Edizione Numerate.

Messaggio da cassullo »

Le edizioni limitate servono sicuramente a fare fatturato ed a far quadrare i bilanci , però vi sono marchi (forse pochi) tipo Lamy che non annoverano nel loro listino edizioni limitate eppure vendono molto (sei milioni di pezzi l'anno , fonte : sito Lamy) , strumenti di scrittura che servono proprio per il solo scopo per cui sono stati creati , cioè : scrivere . ;)
Saluti a tutti voi .
derna1 +
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da derna1 + »

Condivido totalmente il tuo pensiero (in più sono appassionato del vintage, quindi..mai spenderò per una E.L. certe cifre ignorando pezzi di storia), però penso anche che le E. L.svolgano una funzione pubblicitaria al mondo delle stilografiche che alla fin fine si traduce in un valore positivo. Mi spiego meglio. Credo che nessuno di noi "appassionati" possa perdere interesse verso le stilografiche solo per il fatto che le case utilizzino per sopravvivere anche le E.L., al più potremmo essere infastiditi per quel modo di porgersi. Al contrario, alcuni e spero molti, possono essere incuriositi da questo fatto e quindi avvicinarsi a questa passione ..quasi per caso, per poi esserne rapiti. Altro capitolo è la bellezza / bruttezza di alcune E.L., ma qua entriamo nel personale quindi vale il proverbio che dice ..che è bello quello che piace. Ultima analisi invece la pochezza costruttiva di alcune E.L. magari anche a converter o a cartuccia, e a me viene da chidere...ma costa davvero tanto uno stantuffo... Un complimento anche a Cassullo che esprime una gioia ed una ammirazione nell'esporre i suoi..gioielli direi contagiosa..Ecco un esempio di valore positivo delle E.L.
Per concludere, non posseggo E.L., alcune mi potrebbero anche piacere, ma per la mia filosofia, prima di quelle, ho una lunga lista della spesa alla quale dare priorità...
Un saluto
germano
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da derna1 + »

Scusate era Celluloide e non Cassullo
germano
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da derna1 + »

Non riesco a partire con il lavoro, ..mi gira in testa questa equazione :
le E.L. sono la valorizzazione del desiderio...ho monitorato su e-bay il costo della Emingway. Cosa può spingere a pagare tanto , senz'altro una bella stilografica, ma pur sempre una stilografica pennino+fusto+cappuccio, .. se non il desiderio... l'assoluto della bellezza fine a stessa...
Sono fuori rotta..??
germano
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Seamaster
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da Seamaster »

Una penna deve anche saper "emozionare" con il suo splendido corpo e il suo pennino chi la possiede.
Se questa emozione riesce a trasmetterla una edizione limitata rispetto ad una penna a tiratura normale,non vedo dove possa essere il problema,se non dal costo nettamente superiore alla media delle altre stilo.
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sampei
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da sampei »

Una penna e pur sempre una penna e va usata!
Io ho un paio di edizioni limitate, perche mi piacevano nel estetica e perche non ho pagato il prezzo di listino (che sono esorbitanti, gia per le penne "normali").
E le ed.L. se sono veramente limitata (un paio di centinaia di pezzi) danno un tocco di esclusivita (seppur virtuale). Io non credo a le penne come investimento, le mie le uso tutte. E poi a me piace molto l`idea di avere una penna che al massimo ce ne hanno altri 499 al mondo ...
Non capisco pero neanche questo fetish sul caricamento a pistone. Io ho diverse penne a pistone, cartuccia converter, sola cartuccia, eyedropper e leva laterale, tutte hanno il loro fascino pero la piu praticha mi sembra quella a cartuccia/converter, si riempie dalla bottiglia, e facile da pulire e se il converter si rompe lo sostituisci per pochi euro. Se e una questione di capacita di inchiostro allora il miglior caricamento e l`eyedropper - io ho provato la Delta Dolce Vita OS a caricarla cosi e l`inchiostro dura una vita senza problemi di flusso (probabilmente per via del pennino e allimentatore enormi).
Credo anche che ai produttori questo pistone non costi poi tanto (specialmente se in plastica), direi che come tecnologia costa di piu la tornitura da barra piena oppure filigrane estetiche ...Quindi in una penna di fascia alta il pistone non dovrebbe aggiungere molto al prezzo totale della penna (per dire, per 100 euro me li metto a fare io e in metallo!)
Quindi se riepilogo, le ed.L. hanno un loro posto nel mercato e i produttoti cercano di sfruttare questa nicchia.
Certo a me non mi piacciono le ed. l. che sembrano inutilizzabili (alla Chaos della Montegrappa per citarne una a caso).
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da wallygator »

Premetto che non ho una e.l. per ovvi motivi economici
Concordo sul fatto che le Edizioni limitate/numerate siano una ”elegante” maniera da parte delle ditte produttrici di fare cassa puntando sull’io (con la maiuscola) interiore dell’utenza pennofila (ovviamente quella fornita di adeguata copertura finanziaria).
Altro è il discorso di una e.l. con carica a cartuccia/converter , caratteristica che secondo me è connessa con una portabilità accentuata della penna stilografica (che, per ovvie ragioni, non è una caratteristica della e.l.).
Secondo me il sistema di carica a cartuccia/converter contraddistingue le penne, non necessariamente di basso livello, che debbano essere usate con costanza e non necessariamente tra le mura domestiche; per mero esempio: dovendo essere sovente in viaggio per lavoro (non con rientro serale) essendo un amante della stilo ed avendo tanto da scrivere, portate in valigia con voi una boccetta d’inchiostro, con tutti i pericoli di rottura, perdite ecc…od una confezione di cartucce? Se poi vi piace cambiare il colore dell’ink……. La rottura é data dal fatto che ogni ditta produttrice (di un certo blasone) utilizza cartucce personalizzate (sempre per alimentare il proprio conto economico).
Sono poi pienamente d’accordo con Sampei sul relativo costo aggiuntivo di un sistema di caricamento a stantuffo, a maggior ragione se di plastica (sezionate una Pelikan e poi mi direte); il costo non è poi esorbitante anche nel caso di produzione meccanizzata di sistemi in ottone….
Walter
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da derna1 + »

Non sarebbe male se le case produttrici, facessero le E.L. con un numero diciamo concordato, tipo 1000 penne, con qualcosa di particolare ed irripetibile, per il collezionista puro, con scatola esclusiva ed irripetibile, tipo che non la puoi neanche aprire , (la scatola) e guardare la penna se no perde tutto il valore collezionistico, e la stessa penna anche in versione normale, per poter soddisfare l'utente medio. Dico questo per l'enorme invidia che provo verso i possesori della Hemingway, penna che mi piacerebbe molto possedere, ma che per ovvi motivi economici, me ne devo privare. (caso quasi più unico che raro di piacere verso una E.L.)
germano
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da 15x60 »

Beh, talune penne istoriate con dubbio gusto a tiratura limitata o numerata che dir si voglia, sono oggetti che trascendono la loro funzione, sono "esercizi di stile", creati non certamente per offrire ai potenziali fruitori un nuovo strumento di scrittura, bensì un esclusivo oggetto da collezione e come tale deve essere considerato. E' evidente che trattandosi di stiligrafica l'acquirente avrebbe ben ragione di pretendere che il nuovo acqusto, anche alla luce del non trascurabile esborso, funzioni alla perfezione, ma certamente non a questo guarda o perlomeno mi viene da pensare che sia disposto a spendere tanto non solo per poter fruire di un congegno tecnicamente ineccepibile, bensì per poter annoverare nel proprio carnet un altro oggetto creato da una Casa prestigiosa che solo pochi facoltosi possono permettersi. Il mondo del collezionismo è bizzarro e la logica che lo governa altrettanto (io, da buon collezionista lo posso ben dire :D), ciò significa che il bello, concetto peraltro assolutamente soggettivo, è perseguito sino ad un certo punto perchè prevale la ricerca del pezzo mancante al di là, spesso, di ogni giudizio estetico ed i collezionisti, quelli veri, non sono governati da intenti speculatori cioè, accumulano per il gusto di avere non badando alla rivendibilità un domani.

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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da giuseppe53 »

La proposta della scatola che non si può aprire per non far perdere di valore la penna, mi ricorda un famoso multiplo di Manzoni, la famosa m... d'artista in scatola, che non si può aprire se no perde tutto il valore. Su un argomento così non si può che esprimere giudizi personali; l'idea di una collezione di "never inked" se no si dimezza il valore tradisce un po' la mission originale di un collezionista di penna, a mio avviso di documentare l'evoluzione di uno STRUMENTO di scrittura, non di un gioiello. Comunque opinione personale con pieno rispetto di chi non la pensa così. (P.S. la MB Hemingway vale in materiali il prezzo a cui oggi viene venduta sul mercato?)
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piccardi
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Re: Edizione Numerate.

Messaggio da piccardi »

giuseppe53 ha scritto:La proposta della scatola che non si può aprire per non far perdere di valore la penna, mi ricorda un famoso multiplo di Manzoni, la famosa m... d'artista in scatola, che non si può aprire se no perde tutto il valore. Su un argomento così non si può che esprimere giudizi personali; l'idea di una collezione di "never inked" se no si dimezza il valore tradisce un po' la mission originale di un collezionista di penna, a mio avviso di documentare l'evoluzione di uno STRUMENTO di scrittura, non di un gioiello. Comunque opinione personale con pieno rispetto di chi non la pensa così. (P.S. la MB Hemingway vale in materiali il prezzo a cui oggi viene venduta sul mercato?)
Posto che sulla penna in scatola non apribile condivido le idee espresse in maniera efficace dal Manzoni, resta comunque il fatto che sul mercato una penna inchiostrata ha delle quotazioni nettamente più basse. Per cui se collezioni a solo scopo di "investimento" perdi valore. Ma quella dell'investimento secondo me questa è solo una scusa buona per autogiustificarsi rispetto alla spesa, dato che a parte un paio di modelli tutte le edizioni numerate che conosco si trovano in giro ad un prezzo ben inferiore a quello di listino.

Però non capisco la domanda sul valore dei materiali grezzi, nessuna penna vale in materiali il prezzo a cui viene venduta. Mi pare abbastanza evidente che devi pagare anche tutto il resto: progettazione, costruzione, marketing, distribuzione, margini di guadagno del produttore e del rivenditore...

Se poi riesco a mantenere il margine più alto vendendoti il marchio, il nome, il prestigio piuttosto che la sostanza, guadagno di più. Ma anche questi costano al produttore, probabilmente assai di più dell'oggetto (mi pare sia abbastanza noto il fatto che nei prodotti di marca si spenda di più in promozione che in produzione).

Dato che a quanto pare molti sono disposti a pagarlo, la cosa risulta redditizia. Personalmente non sono fra questi, ma so di essere in clamorosa minoranza.

Simone
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