JohnCAN ha scritto:.....Io gestisco la mia collezione secondo principi di "apartheid".........possono anche essere estremamente economiche però devono avere due requisiti: devono essere amate e usate dalla maggior parte degli appassionati e devono essere impeccabili, magari con i normali segni di usura del tempo e dell'uso ma senza deformazioni o parti mancanti.....Meglio una Hero 616 nuova senza difetti che costa due euro ma che quasi tutti hanno e rispettano piuttosto che una penna da 200 euro che scrive male che non usa nessuno e di cui non parla nessuno. La regola per la mia collezione è qualità -popolarità - rispetto - integrità. ......... Si: faccio del "razzismo" tra le mie stilografiche.
(Scusa se ho accorciato, ma ho tenuto le parti di frase funzionali alla risposta)
Devo chiarire che io non sono propriamente un collezionista, come invece penso sia tu, almeno come credo di capire dal tuo intervento.La mia indole mi spinge a recuperare alcune categorie di vecchi oggetti, quasi sempre attrezzi manuali, dismessi perché o rotti o anche solo superati e sostituiti con i corrispondenti elettrici, in ogni caso poi abbandonati al loro destino in balia delle ingiurie del tempo, e cercare di ridare loro la dignità che gli spetta e renderli di nuovo idonei a svolgere il compito per cui furono creati dall'ingegno umano.
Sicuramente, in caso di sostituzione di parti rotte o mancanti, privilegio ricambi originali, ma non mi spingerò mai al punto di comprare, ad esempio una vite, per un attrezzo su cui manca, pagandola più dell'oggetto stesso, come invece ho letto fatto da collezionisti per me troppo integralisti. Preferisco, quando è possibile, ricostruirla la vite anche a costo di sentirmi dire "Certo che però, quella vite non è originale" (e allora!!?). Inoltre di solito compro un oggetto perché piace a me senza considerare l'eventualità di vendite future, naturalmente se è un oggetto "quotato" mi fa piacere, (tra un mattone d'argilla e un lingotto d'oro è logico scegliere il mattone............................o no!?).
Come esempio metto una foto dove appare lo stesso oggetto prima e dopo averlo ricondizionato.
Si tratta di un segaccio, abbastanza grande, che probabilmente ha passato diverso tempo all'aperto, sbattuto di qua e di la senza nessuna attenzione in attesa di finire in discarica. Aveva il manico danneggiato (e qui un collezionista avrebbe già storto il naso), una guancetta di metallo mancante sul retro del manico,(colpo di tosse dal collezionista), la ruggine sulla lama non consente di risalire al produttore (il collezionista guarda le montagne).
Ho rifatto il corno mancante al manico, utilizzando volutamente un legno diverso che non nascondesse la riparazione, ho rifatto entrambe le guancette con del lamierino d'acciaio (credo nichelato) e ho tolto la ruggine quanto bastava senza cercare il logo del produttore. Mi soddisfa così, mi appaga impugnarlo e provare a tagliarci del legno, e taglia, anche se andrebbe ancora affilato, ma temporeggio in attesa di stabilire il tipo di affilatura che voglio praticargli.
Ma, dirai, e il collezionista? Beh lui se n'è andato da un pezzo, tanto non glielo avrei venduto. ciao, sandro.
Ps. Ho anche effettuato una modifica estetica, in punta, creando il caratteristico NIB di abbellimento (che nome strano eh?).
Mi aspetto, da un momento all'altro, una telefonata piena di ingiurie da parte del collezionista.