fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
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fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
Buongiorno a tutti, vorrei chiedervi cosa pensate della fiction che è stata trasmessa su Rai Uno riguardo alla biografia della fondatrice Luisa Spagnoli della casa di cioccolatini Perugina e di tutta la pubblicità poco occulta che è stata fatta.
La Perugina ha pagato la Rai per farsi pubblicità? La Buitoni anche?
Non capisco....
Grazie a chi mi darà delucidazioni al riguardo.
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
Forse sono un po' ingenuo ma io non ci ho visto nulla di male. Sicuramente le aziende ne beneficeranno ma io ho visto la storia di una donna che ha dimostrato il suo valore in in un periodo in cui la donna era considerata inferiore e la sua unica ragione di vita era la cura dei figli e del marito, dimostrando che ciò non è affatto vero, con le sue idee ha costruito un'azienda che ha sbaragliato la concorrenza (sleale).
In parole povere, prima di una mossa pubbliciaria, io ho visto la storia di una grande donna.
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
niente da ridire sulle capacità di Luisa Spagnoli, ma la mia domanda era un'altra 

Maruska
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
Credo di aver risposto alla tua domanda, anche se si tratta di una risposta soggettiva perché ho espresso la mia opinione; non lavorando per nessuna delle parti coinvolte dalla tua domanda, non conosco la verità in merito alla questione che hai posto 

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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
Sono tipiche situazioni che gli anglossassoni chiamano win-win.
Ci guadagna la Perugina (Ahimè, Gruppo Nestlè) in immagine e ci guadagna mamma Rai, che ha un prodotto già bello confezionato e finanziato, con la pubblicità.
Ad oggi non esiste film, serie televisiva o videoclip senza "product placement".
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
ecco grazie, e chi paga? e le altre imprese italiane che non hanno usufruito di questa "pubblicità"?Daniele ha scritto:Sono tipiche situazioni che gli anglossassoni chiamano win-win.
Ci guadagna la Perugina (Ahimè, Gruppo Nestlè) in immagine e ci guadagna mamma Rai, che ha un prodotto già bello confezionato e finanziato, con la pubblicità.
All'inizio non avevo visto il lato economico di questa faccenda, poi guardando un pezzetto di fiction mi sono resa conto che c'era qualcosa di "ingiusto"....
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
Sì grazie Paki, il fatto è che non tutti coloro i quali hanno guardato la fiction sono imprenditori.paki ha scritto:Credo di aver risposto alla tua domanda, anche se si tratta di una risposta soggettiva perché ho espresso la mia opinione; non lavorando per nessuna delle parti coinvolte dalla tua domanda, non conosco la verità in merito alla questione che hai posto
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
E' ormai un nuovo filone di promozione: l'azienda X finanzia e produce un film sul fondatore, romanzando bene il tutto, per poi passarlo alle emittenti televisive/cinematografiche.
Come detto è una situazione vantaggiosa per tutti.
Già in passato vi sono state miniserie dedicate a Enrico Mattei, Enzo Ferrari e Giovanni Borghi con lo stesso modus operandi.
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
ok grazie per la risposta, il fatto è che prima non ci avevo fatto caso....
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
ah ecco... appunto!Orlandoemme ha scritto:Alle brutte, tanto paghiamo noi, che problema c'è!
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
Maruska ha scritto:ecco grazie, e chi paga? e le altre imprese italiane che non hanno usufruito di questa "pubblicità"?
In che senso?
Se è vero che l'azienda in questione ha pagato per farsi confezionare la fiction, la cosa equivale ad uno spot pubblicitario solo più lungo articolato e, per me anche più noioso del solito.
Mica c'è la par condicio anche nel marketing?
Se un'altra azienda vuol fare la stessa cosa paghi e si faccia confezionare la fiction su misura, se poi ha un fondatore che si chiama Ciccio Formaggio invece di Luisa Spagnoli, la cui vicenda umana non interessa nessuno, non è colpa di nessuno, si faccia confezionare una bella campagna pubblicitaria a base di spot, intermezzi, sponsorizzazioni, donnine nude, ricchi premi , cotillon e tutte la terribile fanfara cui siamo purtroppo abituati, e siamo pari.
Antonio
Essere moderni vuol dire affaccendarsi nell’ Incurabile.
(Emil M. Cioran)
Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
La "fiction" non esiste. L'arte ruota sempre intorno al potere. La cinematografia lo stesso. E' uno strumento di potere, non di intrattenimento nè di educazione, bensì un esercizio di potere e un modo per plasmare menti e coscienze.
Il "quando" e "dove" tutto ciò diventi esiziale per una formazione libera è perennemente il punto di discussione e disaccordo.
Meglio formare ad essere liberi dopo aver visto, letto, ascoltato, piuttosto che impedire e bloccare e censurare. La libertà non si preserva, bensì si forma e plasma anche col confronto con cose che riteniamo non buone.
Questa ovviamente la mia discutibilissima opinione.
Detto ciò, non sono contrario alle situazioni win-win.
Come vengano spesi soldi pubblici dalla Rai...un'altro paio di maniche. Nel nostro paese tutto è pubblico, gestito in maniera dirigenziale con criteri da economie pianificate sovietiche, cioè senza analisi costi-benefici. L'unico beneficio valutato è quello della classe dirigenziale operante nelle "aziende" pubbliche.
Preferisco una situazione di mercato, cioè di concorrenza in cui il prezzo si forma grazie alla decisione di chi quella cosa vuole comprarla e può decidere non comprarla ad una dato prezzo o proprio non comprarla a vantaggio di un'altra cosa.
Con la Rai questa cosa non esite, essendo allo stesso tempo un attore del gioco e anche arbitro della partita.
L'unico limite che nel nostro paese metterei alla formazione di un prezzo di mercato sarebbe nel settore ferroviario e medico (un unico fornitore di servizi non sarebbe monopolio in questo caso bensì efficienza a costi inferiori per i treni, oggi costosi e inefficienti, e cure mediche indipendentemente dai $$ dollari$$).
In conclusione: Maruska hai ragione, ma non ci possiamo fare niente!! purtroppo
Come diciamo tra di noi io e i miei amici: "non puoi cambiare il Paese, ma puoi cambiare Paese"
Con simpatia, cara Maruska
Il "quando" e "dove" tutto ciò diventi esiziale per una formazione libera è perennemente il punto di discussione e disaccordo.
Meglio formare ad essere liberi dopo aver visto, letto, ascoltato, piuttosto che impedire e bloccare e censurare. La libertà non si preserva, bensì si forma e plasma anche col confronto con cose che riteniamo non buone.
Questa ovviamente la mia discutibilissima opinione.
Detto ciò, non sono contrario alle situazioni win-win.
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Preferisco una situazione di mercato, cioè di concorrenza in cui il prezzo si forma grazie alla decisione di chi quella cosa vuole comprarla e può decidere non comprarla ad una dato prezzo o proprio non comprarla a vantaggio di un'altra cosa.
Con la Rai questa cosa non esite, essendo allo stesso tempo un attore del gioco e anche arbitro della partita.
L'unico limite che nel nostro paese metterei alla formazione di un prezzo di mercato sarebbe nel settore ferroviario e medico (un unico fornitore di servizi non sarebbe monopolio in questo caso bensì efficienza a costi inferiori per i treni, oggi costosi e inefficienti, e cure mediche indipendentemente dai $$ dollari$$).
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
Se hanno pagato la Perugina, la Buitoni, la Nestlé per me va benissimo...analogico ha scritto:Maruska ha scritto:ecco grazie, e chi paga? e le altre imprese italiane che non hanno usufruito di questa "pubblicità"?
In che senso?
Se è vero che l'azienda in questione ha pagato per farsi confezionare la fiction, la cosa equivale ad uno spot pubblicitario solo più lungo articolato e, per me anche più noioso del solito.
Mica c'è la par condicio anche nel marketing?
Se un'altra azienda vuol fare la stessa cosa paghi e si faccia confezionare la fiction su misura, se poi ha un fondatore che si chiama Ciccio Formaggio invece di Luisa Spagnoli, la cui vicenda umana non interessa nessuno, non è colpa di nessuno, si faccia confezionare una bella campagna pubblicitaria a base di spot, intermezzi, sponsorizzazioni, donnine nude, ricchi premi , cotillon e tutte la terribile fanfara cui siamo purtroppo abituati, e siamo pari.
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Re: fiction Luisa Spagnoli imprenditrice Perugina
Hai colto nel segno Cinciallegra! E sì in effetti vorrei cambiare Paese!Cinciallegra ha scritto:La "fiction" non esiste. L'arte ruota sempre intorno al potere. La cinematografia lo stesso. E' uno strumento di potere, non di intrattenimento nè di educazione, bensì un esercizio di potere e un modo per plasmare menti e coscienze.
Il "quando" e "dove" tutto ciò diventi esiziale per una formazione libera è perennemente il punto di discussione e disaccordo.
Meglio formare ad essere liberi dopo aver visto, letto, ascoltato, piuttosto che impedire e bloccare e censurare. La libertà non si preserva, bensì si forma e plasma anche col confronto con cose che riteniamo non buone.
Questa ovviamente la mia discutibilissima opinione.
Detto ciò, non sono contrario alle situazioni win-win.
Come vengano spesi soldi pubblici dalla Rai...un'altro paio di maniche. Nel nostro paese tutto è pubblico, gestito in maniera dirigenziale con criteri da economie pianificate sovietiche, cioè senza analisi costi-benefici. L'unico beneficio valutato è quello della classe dirigenziale operante nelle "aziende" pubbliche.
Preferisco una situazione di mercato, cioè di concorrenza in cui il prezzo si forma grazie alla decisione di chi quella cosa vuole comprarla e può decidere non comprarla ad una dato prezzo o proprio non comprarla a vantaggio di un'altra cosa.
Con la Rai questa cosa non esite, essendo allo stesso tempo un attore del gioco e anche arbitro della partita.
L'unico limite che nel nostro paese metterei alla formazione di un prezzo di mercato sarebbe nel settore ferroviario e medico (un unico fornitore di servizi non sarebbe monopolio in questo caso bensì efficienza a costi inferiori per i treni, oggi costosi e inefficienti, e cure mediche indipendentemente dai $$ dollari$$).
In conclusione: Maruska hai ragione, ma non ci possiamo fare niente!! purtroppo
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