dopo un colpevole silenzio protrattosi troppo a lungo (lo so che qualcuno di voli cominciava a sperare che avessi smesso il vizio di scrivere cavolate, e invece...) torno a parlare di una delle tante pennine cinesi che mi diverto a provare.
Questa volta ho scelto tra i miei ricchissimi acquisti Natalizi una stilografica particolarmente modesta prodotta da una tra le più famose aziende cinesi, di cui però non avevo ancora avuto modo di provare alcun modello: la Baoer 3035.
Come le cugine Jinhao e Hero, anche la Baoer può vantare nella sua gamma di prodotti diversi modelli progettati, e molte volte completamente clonati, sulla base di ben più nobili e famose stilografiche Europee. Ad esempio nel lotto Natalizio ho acquistato anche una Baoer 79, clone della Montblanc Starwalker e una Baoer 388, che presenta i tratti della nota azienda delle clip a dardo... La Baoer 3035 non mi pare ispirata ad un modello particolare. Il "mi pare" é d'obbligo in considerazione delle mie profondissime lacune in fatto di conoscenze stilografiche, però non mi vengono in mente dei modelli molto somiglianti a questa penna.
Si tratta di un modello super economico anche per gli standard cinesi, trattasi di una scolastica per gli studenti del Paese del Dragone, il che farebbe presumere livelli infimi. Eppure al momento (in pratica ho appena iniziato a scriverci) pur non registrando esperienze di scrittura entusiasmanti non ho trovato evidenti e gravi difetti. Ma andiamo con ordine.
La Baoer 3035 é costruita completamente in metallo e viene venduta in una vasta gamma di colori laccati. Non riponendo una grande fiducia nella qualità della verniciatura per una penna del valore di circa 1,4 € al cambio attuale, ho deciso di acquistarne una non verniciata, in metallo satinato.
Cominciamo dalle dimensioni (approssimate, perchè sono in montagna e il calibro l'ho lasciato a casa...):
lunghezza con cappuccio inserito: 136 mm
lunghezza senza cappuccio: 120 mm
diametro massimo del fusto: 10 mm
In sintesi dimensioni abbastanza contenute, anche se non stiamo certo alle prese con una micro penna.
Le forme della stilo personalmente non mi dispiacciono.
Il fusto ha dimensioni medio piccole e forme assolutamente classiche, mentre il cappuccio ha una sezione circolare leggermente più stretta nella parte mediana e più larga alle estremità. Le forme curvilinee esaltate dal cappuccio contrastano (a mio gusto felicemente) con lo spigolo netto della sua estremità, costituita da un anello in metallo lucido dai profili netti che contorna una piccola calotta metallica laccata di nero.
La clip ha forme e dimensioni armoniche con il fusto, su cui fa perno in corrispondenza di un secondo anello di metallo lucido. E' flessibile ad un livello appena sufficiente per agganciarla al taschino della camicia, e non oso forzare il suo movimento per evitare problemi.... Ma personalmente questi "difetti" non mi interessano minimamente.
Un terzo anello dello stesso tipo, ma più spesso, é alla base del cappuccio. La parte inferiore del fusto che contiene il gruppo pennino - alimentatore é pure in metallo lucido e di forma tronco conica, con un paio di sottili linee circolari incise nella zona vicina al punto di avvitamento con la parte superiore del fusto. Questa é totalmente in metallo satinato, con le sole eccezioni di un anello di metallo lucido all'estremità inferiore e di un piccolo cilindretto di metallo lucido all'estremità superiore.
In sintesi, nessuna forma appariscente o pacchiana, del tipo "clip a forma di dragone" o cose simili. A mio personalissimo giudizio si tratta di una stilografica dallo stile piacevole e di una eleganza essenziale. Passando ad aspetti più vicini all'uso effettivo, prima di tutto devo premettere che non ho ancora utilizzato la stilografica per sessioni di scrittura particolarmente prolungate, ne per un periodo abbastanza duraturo. Considerate quindi le mie osservazioni solo come prime impressioni.
A mio parere l'ergonomia é buona. La penna si impugna bene, almeno per una mano di taglia medio piccola come la mia, e anche se la parte inferiore del fusto é in metallo lucido e non offre particolare grip all'impugnatura, ciò non mi crea particolari problemi.
Volendo essere pignoli la parte inferiore del fusto di forma tronco conica, su cui si innestano pennino e alimentatore si restringe in modo abbastanza pronunciato, per cui chi é abituato a tenere la penna molto vicina al pennino potrebbe lamentare un'eccessiva sottigliezza. Ma si tratta di una osservazione soggettiva, ampliamene opinabile.
Una piccola nota di merito deve essere dedicata al meccanismo di chiusura del cappuccio. Si tratta di un sistema a scatto simile a quello utilizzato da tante stilografiche di simili categorie, ma é molto ben calibrato, meglio di quanto di solito rilevo sulle tante cugine cinesi: non dà l'impressione di chiudere in modo troppo debole, e per contro non necessita della forza dell'incredibile Hulk per staccare il cappuccio dal fusto... Spero tanto che col tempo il meccanismo conservi le caratteristiche attuali.
La penna é completamente in metallo ed ha un discreto peso in rapporto alle dimensioni, come ci si poteva aspettare. Personalmente apprezzo le stilografiche "di peso", mi trasmettono una sensazione di particolare consistenza. Certo, non si deve arrivare agli eccessi di una Rotring Initial (che peraltro mi piace molto), una sorta di incrocio tra una stilografica ed un attrezzo da palestra per tonificare i muscoli di mano e polso.
In questo caso comunque il peso é al di sotto dei livelli di guardia: 30 grammi, di cui 14 concentrati sul cappuccio.
Non vi so dare commenti particolari sul bilanciamento. Se scrivo evitando di tenere il cappuccio sul fusto non ho particolari problemi, se invece tengo il cappuccio l'equilibrio mi pare compromesso esattamente come tutte le volte che provo a farlo, indipendentemente dalla stilografica. Insomma, io detesto tenere il cappuccio sul fusto mentre scrivo, (e pure mentre non scrivo) quindi per me questo assetto é da evitare in generale.... e infatti lo evito accuratamente.
Due parole sul pennino.
Ha una forma molto semplice, mi ricorda vagamente (solo per la forma, eh... non scandalizzatevi!) quello della Aurora Ipsilon. Le dimensioni sono abbastanza ridotte, il materiale é umile acciaio di colore argento uniforme.
Nella parte inferiore dell'alimentatore é inciso il numero 7, non so se questo sia in riferimento alle dimensioni o al tratto, che definirei fine o medio - fine (negli standard Europei).
Se lascio la stilografica senza cappuccio per qualche minuto la ripartenza in scrittura non é immediata, ma quasi: é sufficiente una breve pressione per assicurare in pochi istanti la regolare ripresa del flusso. Possiedo penne economiche (cinesi e non) ben più critiche da questo punto di vista.
E veniamo alle impressioni di scrittura.
Anche qui, mi ripeto, dovete considerarle come prime e parziali valutazioni. E' necessario ricordarlo poichè solo un'esperienza prolungata di scrittura (almeno diversi giorni di sessioni intensive) permette delle valutazioni complete, sia per quanto riguarda il comportamento "sulla distanza", sia perchè un buon rodaggio del pennino si é rivelato in diversi casi fondamentale, almeno nella mia limitata esperienza.
Ho prima solo intinto e poi caricato la stilografica con inchiostro Diamine Rustic Brown, fresco regalo di Natale. Non sono un esperto di inchiostri per cui non ne conosco le caratteristiche e in particolare il grado di fluidità, posso solo dire che le mie prime impressioni di scrittura su carta di discreta qualità e poco assorbente (equivalente a quella di un blocco Pigna) non sono entusiasmanti, anche se non disastrose.
Dopo la primissima prova di scrittura per sola intinzione (potete vedere qui sotto un confronto con altre stilo cinesi e giapponesi, e scusate per la foto di infima qualità...) ho caricato il converter. Trattasi del solito converter economico, non mi pare un campione di robustezza e affidabilità ma per ora funziona e contiene una quantità di inchiostro assimilabile a quella di una cartuccia standard, che credo rappresenti un'alternativa praticabile. Il flusso si é subito rivelato abbastanza scarso, consentendo una scorrevolezza appena sufficiente. Dopo alcune prove ho rilevato riduzioni del flusso che rendevano la scrittura improvvisamente "arida", per poi riprendere. In alcuni casi il flusso si interrompeva del tutto, obbligandomi ad inaccettabili manovre tipo shakeraggio penna stile provetto barman, o umidificazioni varie del pennino.
A questo punto mi é parsa evidente la necessità di una pulizia di fino del gruppo pennino - alimentatore, che ho smontato, insaponato, sciacquato e riasciugato con una cura paragonabile a quella dovuta alla manutenzione di una Montblanc 149 (vi prego non chiamate la neuro deliri, sono pazzo ma innocuo...
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Alla ripresa delle prove di scrittura la situazione era nettamente migliorata. Dopo un po' di ulteriori prove il pennino, irrorato di inchiostro in modo più regolare, non ha confermato la prima impressione di rigidità eccessiva. Certo é di umile acciaio ma scorre bene sul foglio ed al variare della pressione é in grado di passare da un fine non troppo filiforme ad un medio Europeo. Oltre a questo non oso temendo una probabile deformazione permanente. Insomma, fortunatamente siamo ben lontani dai livelli di un punteruolo come quello della mia Reform 1745 (dev'essere la mia personale Reform ad essere riuscita male, perchè ho letto molte lodi entusiastiche su questa scolastica teutonica).
Ho detto che il pennino risulta scorrevole sulla carta. Ecco, per i miei gusti scorre pure troppo, dando l'impressione di essere un poco, come dire... sdrucciolevole. Se l'impressione sia dovuta alla carta, all'inchiostro, al clima, alle macchie solari... chi può dirlo. Posso solo aggiungere che alcune stilografiche ben più nobili che ho provato mi hanno dato la stessa sensazione, che per molti non é assolutamente negativa, anzi.
Dovete considerare che il mio giudizio riguarda una stilografica dal costo inferiore ai 2 Euri, chi di voi é abituato ad usare stilografiche "serie" potrebbe sorridere alle mie osservazioni forse troppo indulgenti.
Mi immagino ad esempio il giudizio che il mio simpaticissimo maestro di penna nonchè guida spiritual stilografica Fabrizio darebbe su questo pennino: "ottimo per giocarci a freccette"... ma é noto che lui considera come appartenenti alla categoria delle stilografiche delle penne di livello completamente diverso rispetto a quello a cui appartiene questa umile Baoer....
Rispetto ad altri pennini grattugia come quello (terrificante!) della Hero 9075, altra scolastica cinese, siamo in una situazione sicuramente migliore, ma le mie prime impressioni sulla scrittura rimangono comunque non del tutto positive. Ad esempio, ho la sensazione che a seconda dell'angolo con cui il pennino incide sul foglio il tratto vari sia di spessore che di ricchezza d'inchiostro.
A questo si aggiunge la sensazione che durante la scrittura veloce la stilografica fatichi un poco a tenere il ritmo, sensazione che devo dire si é ridotta in modo significativo dopo il lavaggio a fondo menzionato sopra. Forse con il completamento del rodaggio anche questa rimanente "pigrizia" della penna scomparirà del tutto, cosa che non mi stupirebbe affatto data l'esperienza maturata con altre stilografiche modeste.
In conclusione si tratta di una stilografica priva di evidenti difetti di lavorazione, esteticamente gradevole e di finiture modeste ma decorose, che al momento mi regala un'esperienza di scrittura sufficiente, ma non particolarmente positiva. Anche fra le cinesi ho trovato stilografiche capaci di scrivere molto meglio sin dal primo utilizzo, come ad esempio la Jinhao 750.
In ogni caso attendo sessioni di scrittura più significative per dare un giudizio definitivo. Che potrebbe essere corretto, in meglio.
Vi ringrazio per la pazienza e...
Alla prossima!
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