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In questi giorni, quando possibile, sto stress-testando la Homo Sapiens (bronze) di recentissima acquisizione. Nel frattempo vedo di buttare giù due righe su una penna che ormai mi accompagna da un bel po' di tempo e sulla quale credo di poter dire qualche parola che sia plausibile: la Van Gogh di Visconti, la prima linea di produzione che credo risalga al 1999.
Qualche considerazione preliminare.
Come sapete, nel tempo si sono avvicendate varie versioni e credo che questo evolversi abbia rispecchiato una diversa scelta di collocazione all'interno del mercato.
Attualmente la Van Gogh è la penna, insieme alla Rembrandt, entry level di Visconti: bei colori e sicuro impatto visivo ne fanno un ottimo articolo da regalo (a sottolineare questo, la particolarissima confezione) riuscendo a rimanere contenuti nei costi grazie al pennino in acciaio e ai materiali.
Le prime Van Gogh credo avessero un'altro tipo di collocazione: dimensioni generose, pennino in oro e resina, a quanto mi sembra di aver percepito, più pregiata (ma è soggettivo, immagino).
La colonna sonora-visiva per questa recensione: Vincent, di Don McLean (che non smette mai di commuovermi), dedicata a Van Gogh. Da sentire assolutamente
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http://www.youtube.com/watch?v=dipFMJckZOM
Detto questo, parliamo della penna in oggetto.
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La mia è definita "vaniglia" per la colorazione lattiginosa dalle sfumature che vanno dal bianco al marroncino chiaro passando per il rosa. In alcuni tratti la penna è addirittura trasparente. Dal punto di vista estetico insomma, nulla da eccepire.
Le dimensioni, come dicevo, sono estremamente generose. La MB 149 è più lunga forse di un paio di mm mentre dovrebbe avere la stessa lunghezza di una Homo Sapiens.
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Al tatto risulta gradevolmente liscia, sembra di (complici le trasparenze e la consistenza della resina utilizzata) star maneggiando una penna di vetro.
Il peso, non indifferente, è ben distribuito e la penna non risulta sbilanciata (nemmeno scrivendo col cappuccio attaccato, cosa che tra l'altro non faccio mai).
Sulla "meccanica" della penna. Il sistema di caricamento è un converter come da immagine:
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Non so come ci sarebbe stato un pistone, forse avrebbe interrotto il pattern dei motivi.
Il sistema di chiusura è particolare, forse lo stadio embrionale di quello che poi si è evoluto nel sistema "a baionetta". In pratica nel cappuccio (e corrispondentemente sulla penna) ci sono tre "tacche", cosicchè per chiudere occorre infilare la penna e ruotare di pochi gradi in senso orario in modo da far scattare queste tacche e assicurare la penna per evitare distacchi accidentali. Particolare, non so quanto sia più sicuro di un normale sistema ad avvitamento.
Dall'immagine si può notare (non molto bene) la circonferenza che, in prossimità del sistema di chiusura, si "sagoma" a formare quelle tacche:
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Molto più complicato a spiegarsi che a farsi, mi rendo conto di essermi spiegato come un licaone potrebbe spiegare i numeri primi.
Degno di menzione anche il tappo, molto grande ma soprattutto con un particolarissimo sistema di clip.
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Ruotando in una direzione o nell'altra la vitina che si vede, la clip (che in questa penna è quella vecchia, prima del "ponte Visconti") si allenta/irrigidisce a seconda della bisogna, in modo da adattarsi ad ogni tipo di tessuto o tasca. Ho trovato l'idea geniale, la realizzazione forse un po' scomoda. Non sempre si ha a disposizione un aggeggino qualsiasi per ruotare tale vitina e con le unghie non mi è mai riuscito. Più che altro mi sarebbe dispiaciuto "spanare" o graffiare il sistema. Tale meccanismo è stato poi abbandonato in funzione di un sistema che prevede ora molti meno pezzi (addirittura mi pare uno solo contro i cinque di cui era fatto il precedente).
Il pennino è in oro, come dicevo sopra, 14k, bicolore con una bella fantasia simil-floreale. L'esemplare che possiedo ha il pennino fine.
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Sulla scrittura, come di prassi, rimando al commento vergato su carta:
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In definitiva è un'ottima penna, la si può trovare usata a poco o new old stock a un prezzo comunque inferiore alle attuali Van Gogh, penne che condividono probabilmente solo il nome ma che ho provato per troppo poco tempo per potermici esprimere compiutamente. La ricomprerei? Sicuramente si.
Starry, starry night.
Paint your palette blue and grey,
Look out on a summer's day,
With eyes that know the darkness in my soul.
Shadows on the hills,
Sketch the trees and the daffodils,
Catch the breeze and the winter chills,
In colors on the snowy linen land...
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Andrea