Domenica scorsa al mercatino dell'antiquariato della splendida Cividale del Friuli, un colpo di fortuna mi ha incredibilmente permesso di completare il mio ultimo acquisto bolzanino...
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Riconoscente verso il Fato, mi sono docilmente lasciato tentare da una stilografica che pure mi è subito piaciuta, poichè mi ha ricordato l'avventura di Flash Gordon tra le "penne a siluro", che qui ritrovate
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Il fatto poi che la suddetta stilografica si trovasse in condizioni NOS (nuova, fondo di magazzino) e che potesse venir via con me per meno del costo di "quella penna là" (
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La Penna
VERBANA EXTRA misura media in celluloide arco verde tornita da barra piena, minuterie metalliche placcate oro, pennino "Verbana Extra" in oro 14 carati, caricamento a pulsante di fondo, produzione Italia anni 1940. Le misure
Chiusa: cm. 12
Cappuccio: cm. 5,4
Fusto: cm. 10,5 (compreso pennino)
Con cappuccio calzato: cm. 13,7 (compreso pennino)
Diametro massimo (agli anellini): cm. 1,18 Peso a vuoto: gr. 12
Cappuccio: gr. 5
Fusto: gr. 7 Il Marchio
Riporto integralmente la voce Verbana dall'imprescindibile studio in due volumi "La Storia della Stilografica in Italia 1900-1950" di Letizia Jacopini:
«VERBANA - Con questo nome si conoscono modelli di impostazione economica, prodotti in celluloide colorata, con caricamento a pulsante di fondo e a stantuffo, risalenti agli anni 1940. La dicitura che caratterizza queste stilografiche ne colloca l'origine commerciale nella provincia di Novara; per quanto riguarda invece la loro origine produttiva, é presumibile che queste stilografiche siano state realizzate da laboratori di Settimo Torinese.»
Intitolare una Marca di penne stilografiche ad un lago tra i più belli (il Lago Maggiore o Verbano) fu una manovra astuta, ma forse solo "sulla carta": le penne prodotte, infatti, sembrano non aver mai superato il livello di un onesto artigianato e di una produzione in economia.
E tuttavia, concepite sulla sponda piemontese del Lago Maggiore e prodotte a Settimo Torinese (oppure, come altri sostengono, proprio alla foce del Lago, a Sesto Calende, ove il Ticino riprende il suo corso), alcune di queste penne certamente vennero a distinguersi per buon gusto e solidità dell'impianto progettuale, per la bontà dei materiali impiegati e per la cura della realizzazione.
Considerazioni
§) La celluloide arco, il cui disegno richiama le venature del legno, è sicuramente fra le primissime per bellezza: quella impiegata dalla Verbana Extra in presentazione è sicuramente di buona qualità! Vista su quattro lati: §) Il cappuccio è, come sempre, il grande protagonista.
La testina è una piccola ogiva lucente che sigilla la sommità dell'intera struttura. La clip fuoriesce da una feritoia posta subito al di sotto della testina: mostra una pulitissima forma rettangolare sul lato frontale, mentre poggia su una solida base arcuata che la slancia all'infuori; la parte terminale è dotata di un fermaglio che svolge efficacemente il suo compito.
Due sono i fori di aerazione, posti simmetricamente ai lati della clip. Tre anellini sottili completano il decoro.
Il cappuccio si avvita al fusto compiendo un giro e mezzo esatto: questo permette di allineare perfettamente l'iscrizione della Marca al fermaglio.
§) Una penna "ad ogiva" a ben vedere di ogive ne ha quasi sempre due: la testa e la coda, ovvero il fondello. §) Il sistema di caricamento è il classicissimo pulsante di fondo: §) Il gruppo-scrittura è molto curato:
- l'alimentatore in ebanite si differenzia da buona parte della produzione coeva italiana e sembrerebbe richiamare la forma degli alimentatori tedeschi; - il pennino è in oro ed è "dedicato": in fase di scrittura mostra un tratto F/M ed è piacevolmente flessibile.
Qui una prova condotta (anche) a lume di candela...
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Se questi sono i prodotti dei "minori" tra i "Marchi minori", beh... avercene!!
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Grazie per l'attenzione!
Giorgio