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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Goldpen Mezzanotte by Delta
- Phormula
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- Iscritto il: venerdì 6 aprile 2012, 14:06
- La mia penna preferita: Lamy 2000 F
- Il mio inchiostro preferito: R&K Phormula Blau
- Misura preferita del pennino: Medio
- Arte Italiana FP.IT M: 006
- Località: Milano
Goldpen Mezzanotte by Delta
Goldpen “Mezzanotte” by Delta
(Doverosa) premessa
Non mi considero un esperto di penne stilografiche. Sono convinto che in questo forum ci sia gente molto più esperta e preparata di me.
E' stata quindi una grande sorpresa (ed un immenso piacere) essere stato coinvolto nello sviluppo di questa penna. In particolare, mi è stato chiesto di "mettere alla frusta", un esemplare di pre-serie, in modo tale da evidenziarne pregi e difetti, e fornire informazioni utili a chi vorrà acquistarla o deciderà di non farlo. Penso che queste informazioni possano essere utili, considerando che si tratta di un acquisto impegnativo. Rispetto alla penna definitiva, l'esemplare che ho testato differisce in particolari estetici di dettaglio, che non erano stati ancora finalizzati ma che non influiscono sulle prestazioni o sul giudizio complessivo, da qui il termine "pre-serie" ed il fatto che non allego immagini alla recensione.
Introduzione
Non capita tutti i giorni che qualcuno mi chieda di recensire una penna in anteprima. Infatti, nel momento in cui sto scrivendo queste righe, quella che ho in mano è uno dei primi esemplari della “Mezzanotte”, una penna che nasce dalla collaborazione tra l’azienda napoletana Delta ed il noto negozio online “Goldpen” di Isernia e che rappresenta il prototipo per una futura produzione in serie. Devo quindi alla cortesia della signora Laura, titolare di Goldpen.it se ho in uso questa penna e sono qui a scriverne le mie impressioni.
Ma andiamo con ordine.
Una “Dolcevita” nera come la notte era una penna di cui si sentiva la mancanza. Considero la Delta “Dolcevita” con pennino in oro 14K una delle migliori penne della cosiddetta “scuola italiana”, che abbina prestazioni di rispetto allo stile ed all’eccellenza del design che rendono l’artigianato italiano famoso nel mondo. L’equilibrio tra il cappuccio, l’impugnatura e il tappo copri fondello neri e il cilindro di un colore arancione vivace screziato che ricorda quello della lava di un vulcano (il Vesuvio è lì a due passi), la fa uscire dall’anonimato senza scivolare nel cattivo gusto. La penna combina magistralmente elementi di design antichi e moderni. Definirla bella è riduttivo. A questo si aggiungono prestazioni di prim’ordine. A dispetto delle dimensioni importanti è una penna estremamente versatile, adatta all’impiego quotidiano. Prova ne è che nella mia rotazione di penne, la “Dolcevita”, nella versione “Mid-Size” con caricamento a pistone, è perennemente inchiostrata con l’inchiostro Pilot Iroshizuku Asa Gao (Morning Glory), un bel colore azzurro intenso che si sposa perfettamente con una penna italiana.
Se la classe e le prestazioni della “Dolcevita” non si discutono, a voler essere pignoli il colore arancione vivace del cilindro può risultare fuori luogo negli ambienti ufficiali, laddove il design deve cedere il passo alla tradizione e qualsiasi divagazione è fuori luogo. Noblesse oblige, basta un dettaglio fuori posto e la classe si trasforma in sciatteria, come se un grande statista si presentasse a ricevere il premio Nobel per la pace in frac, ma indossando un paio di scarpe da tennis rosa shocking. Quello delle penne “Executive” è un territorio popolato da penne di alto lignaggio (Montblanc su tutti) ed esclusivamente in livrea monocolore scura, meglio se nera. La differenziazione del marchio è lasciata al dettaglio. E’ un peccato, perché la “Dolcevita” e le sue derivate della serie “Gallery” sono ottime penne, estremamente versatili ed utilizzabili con una ampia varietà di inchiostri e tipi di carta, molto più versatili di tante altre concorrenti.
Tra Napoli ed Isernia devono avermi letto nel pensiero, perché hanno deciso di realizzare questa “Mezzanotte” in livrea completamente nera, partendo dalla ottima base tecnica della “Dolcevita” e della “Gallery”. E mai nome fu più azzeccato, perché si adatta perfettamente ad una penna nera come la notte, ma che, come la notte appunto, non è mai completamente nera. Chiunque abbia avuto la fortuna di ammirare il cielo in una notte serena e senza luna, lontano dall’inquinamento luminoso delle città che dipinge il cielo di un grigio-arancio attraverso il quale fanno capolino a stento le stelle più luminose, sarà rimasto estasiato dal contrasto tra il nero del cielo e le migliaia di stelle che lo illuminano. E’ uno spettacolo unico, che vale la pena di ammirare almeno una volta nella vita, anche se sta diventando sempre più difficile riuscirci. Non sorprende come la magia del cielo stellato affascini l’umanità da sempre. Ricordo ancora quando, durante una vacanza a Tenerife di qualche anno fa, mi riuscì di salire alla base del Teide in una notte senza luna per ammirare il cielo al di sopra della coltre di nuvole che spesso avvolge l’isola a quote più basse. Ad oltre 2000 metri di altezza, immersi nel buio più assoluto ed a chilometri di distanza dal lampione più vicino, si possono vedere le stelle come sarebbero apparse agli antichi in una notte serena. Non a caso quelle isole pullulano di telescopi, il nostro Telescopio Nazionale Galileo si trova nella vicina isola di La Palma. E’ uno spettacolo unico che non si vorrebbe mai smettere di ammirare, se non fosse stato per il freddo pungente sarei rimasto ore sdraiato a terra con gli occhi puntati verso il cielo. Come un cielo stellato a mezzanotte, la Delta “Mezzanotte” unisce ad uno sfondo rigorosamente nero elementi di design che risaltano e la valorizzano, come la vera in argento, il logo della casa e gli anellini cromati.
Esaurita questa (lunga ma doverosa) premessa, è giunto il momento di mettere la penna sotto esame approfondito.
Estetica e design: 10 e lode
Per gli appassionati italiani (ma non solo) di penne stilografiche, Delta è un marchio che non ha bisogno di presentazioni. Pur essendo relativamente giovane (è nata nel 1982), l’azienda si è rapidamente ritagliata uno spazio nel settore, grazie a prodotti di qualità, realizzati con cura artigianale e splendida espressione del design italiano. Il modello più noto ed apprezzato della casa campana è sicuramente la “Dolcevita”, della quale questa penna rappresenta una derivazione, dal momento che ne mantiene caratteristiche e dimensioni, per differenziarsi nel colore e nelle finiture. Si tratta quindi della nota Delta “Dolcevita Mid-Size” con caricamento a pistone, ma in livrea “Mezzanotte”, completamente nera. Come detto all’inizio, si tratta di un prototipo, quindi, qualora dovesse raggiungere la strada della produzione in serie, alcune caratteristiche potrebbero cambiare. Per quel che mi riguarda, è perfetta così com’è.
La penna è arrivata in una confezione personalizzata, evoluzione di quella che la casa napoletana utilizza per confezionare le penne della serie “Dolcevita” e “Gallery”. Al suo interno contiene una boccettina di inchiostro, realizzato specificamente per questa penna, la documentazione di rito, la garanzia e una scatola di plastica chiusa con due viti, che contiene la penna. Per assicurare la necessaria protezione, sia la penna che la boccettina di inchiostro sono circondate da una abbondante zona di materiale espanso. E’ una confezione che rende la “Mezzanotte” un oggetto bello da regalare e da ricevere in regalo, nonché immediatamente utilizzabile grazie all’inchiostro fornito in dotazione. Testimonia ancora una volta la cura per il dettaglio tipica della casa.
Aperta la confezione e presa in mano la penna, il mio primo pensiero è stato: “finalmente!” Era esattamente come me la aspettavo: una “Dolcevita” in livrea classica, piacevole da prendere in mano anche solo per osservarla e giocherellarci senza inchiostrarla. E’ una penna che non sfigura nemmeno nel più serio degli ambienti, potrebbe essere tranquillamente usata da un capo di stato per firmare un importante trattato, che assicurerà la pace e la prosperità alle generazioni future. Tutti i particolari in plastica sono realizzati in resina nera, ad eccezione della finestrella per la valutazione del livello di inchiostro, parzialmente visibile anche a cappuccio avvitato. Le parti metalliche invece sono in acciaio o in argento. Come nella tradizione Delta, il cappuccio con chiusura a vite reca il nome del modello e il numero di serie del singolo esemplare. La penna presenta la clip in speciale acciaio armonico con la rotellina per facilitare l’inserimento nel taschino. Come tradizione delle penne Delta, il cappuccio riporta il nome della penna ed il numero di serie. La “Mezzanotte” è una penna realizzata in serie limitata di 100 esemplari.
Se la “Dolcevita” monta una vera in argento che riproduce un decoro dell’epoca greco-romana, utilizzato per contornare gli affreschi di Pompei, la vera della “Mezzanotte” è specifica per questa penna e riporta due simboli dei Sanniti, ripresi da una antica moneta ritrovata in quel territorio, in cui ha Goldpen ha la sua sede: la corona di alloro e la punta del giavellotto (“saunion” in greco). Popolo forte ed orgoglioso, i Sanniti, antichi pastori abitanti del Sannio, regione compresa tra la Campania, l’Abruzzo, il Molise e la Puglia. Si arresero ai soldati romani solamente dopo essere stati sconfitti militarmente nel corso di tre aspre guerre e non senza averli umiliati nel 321 a. C. nella battaglia delle Forche Caudine, ricordata negli annali come una delle maggiori disfatte nella storia di Roma. Nonostante l’annessione del loro territorio, i Sanniti continuarono a difendere con orgoglio le loro tradizioni e la loro identità, non esitando a riprendere in mano le armi contro i Romani. Dovettero passare secoli prima che si arrivasse ad una completa pacificazione tra i due popoli. I Sanniti ebbero un ruolo fondamentale nella Guerra Marsica (91-88 a.C.), che terminò con la concessione della cittadinanza romana ai popoli italici.
Sulla parte terminale del tappo è inserito il logo Delta. Lungi dall’essere pacchiana e fuori luogo, come il cappuccino dopo la pizza, la vera in argento rende la penna unica. Al pari degli abiti da uomo per le serate di gala, le penne in livrea nera tendono inesorabilmente ad assomigliarsi tra loro e quindi la differenziazione del marchio deve essere fatta lavorando sul dettaglio. La presenza della vera rende questa “Delta” perfettamente riconoscibile, senza snaturarne il carattere da penna adatta sia all’uso quotidiano nel silenzio della propria stanza, sia alla più formale delle occasioni.
Il pennino è in oro 14K ed è perfettamente proporzionato alle dimensioni abbondanti della penna. In alternativa la penna è disponibile con il più economico pennino “Fusion”. Il pennino presenta un foro di compensazione a forma di cuore, l’indicazione della dimensione, il logo e il nome dell’azienda. L’esemplare che ho in prova monta un pennino medio. A mio parere si tratta della scelta migliore su una penna di questo tipo, considerando le dimensioni generose e il fatto che i pennini Delta si posizionano nella media della produzione europea, sia per larghezza del tratto che per generosità del flusso.
Realizzazione e qualità: 10
Niente da dire, è una penna realizzata con cura, testimoniata dalla garanzia a vita che Delta offre sui propri prodotti. I materiali usati sono di qualità elevata e gli assemblaggi sono curati, senza giochi o sbavature. Le parti in resina sono di spessore adeguato, il cappuccio ha la chiusura a vite e la clip con la rotellina anni ’30 per facilitare l’inserimento nel taschino. Per svitare il tappo è necessario un giro completo. La casa dichiara che la clip è realizzata con un acciaio armonico speciale ad alta elasticità, tale da assicurare anni di utilizzo senza deformazione permanente. Del resto la base di partenza, la “Dolcevita” classica, è una penna nota per la qualità della realizzazione artigianale. Il mio esemplare, pur scontando un utilizzo relativamente intenso, è ancora in ottime condizioni, e non ho motivo di credere che la versione “Mezzanotte” possa essere diversa da questo punto di vista. Il massimo dei voti, basato sia “sulla fiducia” sia su qualche tempo di utilizzo di questo esemplare, è più che meritato. Osservando la penna con attenzione si fatica a trovarle un dettaglio fuori posto, una sbavatura nella realizzazione, giochi eccessivi tra le parti o altri dettagli che possano indicare un assemblaggio approssimativo o un risparmio nella qualità dei materiali che possa compromettere la durata nel tempo. E’una penna che saprà essere una compagna fedele per anni, accontentandosi di un inchiostro di buona qualità.
Due aspetti sono degni di nota. Il corpo della penna presenta una utilissima finestrella trasparente per verificare il livello dell’inchiostro nel serbatoio, finestrella che l’azienda chiama “segnalatore di riserva”. A testimoniare la cura nella progettazione la finestrella è parzialmente visibile anche a cappuccio chiuso e le sue dimensioni sono tali da garantire un adeguato controllo del livello. Come per la “Dolcevita”, è consigliabile procedere alla ricarica appena il livello dell’inchiostro diventa visibile nella finestrella. Le penne a pistone della serie “Dolcevita” sono note per la tendenza a perdere l’ultima goccia di inchiostro quando il serbatoio è quasi vuoto perché l’alimentatore va in crisi. E’ il prezzo da pagare per avere una costanza di prestazioni invidiabile, indipendentemente dal livello dell’inchiostro nel serbatoio. L’altro aspetto degno di nota è il meccanismo di caricamento a pistone, nascosto alla vista e protetto contro gli azionamenti accidentali da un tappo copri-fondello, evidenziato da un anellino cromato che richiama quello alla base della clip. Il meccanismo di azionamento è realizzato in metallo e il comando è dotato di frizione a fine corsa, che serve a proteggerlo contro le forzature. Una finezza neanche tanto piccola che testimonia la qualità delle realizzazioni Delta.
Peso e dimensioni. 9
Si tratta di una penna di dimensioni generose, anche per via della presenza del meccanismo di caricamento protetto da un tappo copri-fondello. Con il tappo supera di un soffio i 14 centimetri di lunghezza, contro i 13 della media. Sono dimensioni importanti, ma all’altezza del ruolo. Le dimensioni contano, una penna del genere è fatta per essere notata senza stupire. Passando al peso, ho misurato 42 grammi totali con il pieno di inchiostro, che scendono a 29 senza cappuccio. Nonostante il meccanismo di caricamento realizzato in metallo, l’assieme è correttamente bilanciato, segno di una adeguata valutazione ergonomica da parte della casa napoletana. Non è una penna che si presta particolarmente ad essere usata con il cappuccio calzato sul fusto, perché il cappuccio, pur non essendo particolarmente pesante, calza sul tappo copri-fondello per poco più di un centimetro, rendendo l’insieme particolarmente instabile oltre che ingombrante. Inoltre c’è il rischio che alla lunga il cappuccio possa lasciare segni di sfregamento sulla resina del tappo copri-fondello.
L’impugnatura è conica e nel punto di minor diametro misura circa 13 millimetri. Personalmente preferisco le impugnature sottili, quelle che andavano di moda negli anni ’80 e che meglio si adattano alla mia grafia minuta, ma devo dire di essermi abituato abbastanza rapidamente alla “Dolcevita”, per cui ho cominciato ad usare subito al meglio anche questa “Mezzanotte”. A dispetto delle dimensioni importanti è del peso non proprio da piuma, “manovrare” il pennino sulla carta riesce abbastanza bene. Ancora una volta emerge il grande equilibrio della filosofia di realizzazione Delta, la “Mezzanotte” è tutto tranne che una penna da usare solo per fare la firma su un contratto, ma che si presta per l’uso quotidiano. Se non fosse per il prezzo, la si potrebbe tranquillamente usare come penna scolastica, e questo vuole essere un complimento, perché le penne scolastiche sono sottoposte a stress sconosciuti alle penne di pregio.
Pennino e prestazioni: 9
Il pennino è in oro 14K, di dimensioni generose e nel mio caso un medio. E’ una “vecchia conoscenza”, nel senso che è comune alla “Dolcevita” ed alla “Gallery” e quindi le sue prestazioni non sono una sorpresa. Non ho usato l’inchiostro in dotazione, preferendo effettuare la prova con un inchiostro di cui conosco le caratteristiche e le prestazioni. I miei colori di elezione sono il blu scuro o il blu nero. Dopo il risciacquo di rito per eliminare eventuali residui ho caricato la penna con il Pilot Iroshizuku Asa-Gao, che è lo stesso inchiostro che sto usando nella “Dolcevita”. Con mia grande sorpresa, nonostante le due penne in teoria abbiano lo stesso pennino e lo stesso alimentatore, e siano caricate con lo stesso inchiostro, il tratto della “Mezzanotte” è leggermente più spesso ed il flusso un po’ più abbondante, anche se a dire la verità la differenza è minima e può agevolmente rientrare nelle tolleranze tra un esemplare e l’altro, che sono caratteristiche di una realizzazione artigianale come quella Delta. Per contro la scorrevolezza è leggermente superiore. In ogni caso, lo ripeto, la differenza è davvero minima, è necessario provare le due penne contemporaneamente per rendersene conto. Il tratto della “Mezzanotte” è sovrapponibile a quello di un pennino M Lamy, mentre quello della “Dolcevita” è leggermente più sottile. Come ho già detto, si tratta della nomale variabilità da un esemplare all’altro caratteristica di una produzione artigianale, non dimenticando che la penna in mio possesso è un prototipo. In ogni caso l’esperienza di scrittura non ne esce compromessa. Anzi, nel mio caso non tutti i mali vengono per nuocere, perché ho subito caricato la penna con il Caran d’Ache Magnetic Blue, che rispetto al Pilot è un pochino meno fluido. Come per magia, le due penne sono diventate di nuovo perfettamente sovrapponibili come spessore del tratto, generosità del flusso e scorrevolezza.
Si tratta di un ottimo pennino, secondo le informazioni che girano in rete è di fabbricazione Bock, marchio che rappresenta una garanzia nel settore, ed è montato su un alimentatore perfettamente bilanciato. E’ rigido ma non rigidissimo, garantendo quindi un ottimo feedback nonostante l’impugnatura larga. La scorrevolezza è buona, anche se non raggiunge livelli di eccellenza. Ancora una volta la parola giusta è equilibrio, i pennini estremamente scorrevoli sono una gioia ma se la carta è molto liscia, come quella dei blocchi di carta patinata, possono dare luogo a false partenze o salti di tratto. Per contro un minimo di resistenza (giusto un minimo, sto parlando di un pennino, non di un aratro) migliora il feedback con la carta e facilita il controllo del tratto. Da questo punto di vista il feeling di scrittura della Delta è pari a quello di una ottima penna scolastica e questo vuole davvero essere un complimento. Nonostante le dimensioni generose del pennino, parte a scrivere senza la minima incertezza, anche dopo che la penna è rimasta senza cappuccio per qualche minuto oppure inutilizzata per qualche giorno in posizione verticale. Come già detto, l’alimentatore è perfettamente bilanciato e correttamente dimensionato sulle caratteristiche del pennino, il tratto è quello medio europeo ed il flusso è leggermente superiore alla media. Il pennino lascia sulla carta un bel tratto bagnato che valorizza le sfumature dell’inchiostro ed è fonte di gioia per l’appassionato, senza diventare un annaffiatoio. Questo permette di utilizzarla con quasi tutti gli inchiostri senza dover per forza scrivere su carta pregiata. Inoltre, e anche questo non è poco, le caratteristiche del tratto si mantengono costanti riga dopo riga e pagina dopo pagina, senza risentire del livello dell’inchiostro nel serbatoio.
Se non ho dato il massimo dei voti è per via delle leggere variazioni da un esemplare all’altro, che non sono tali da compromettere il piacere o la qualità di scrittura ma che mi impediscono di parlare di perfezione. Del resto penne come questa sono lontane anni luce dalla precisione dei prodotti industriali, tanto perfetti quanto privi di personalità. Le penne Delta, al pari delle automobili di un tempo, sono il risultato di una produzione artigianale. Ogni penna ha una storia unica e qualche differenza tra un esemplare e l’altro, non solo ci può stare, ma ne è testimonianza. Inoltre, sempre al pari delle automobili sportive di una volta, richiedono una fase di “rodaggio” per dare il meglio di sé. Sono sufficienti un lavaggio preliminare ed un paio di ricariche di utilizzo per dare tempo al pennino di assestarsi e scrivere al meglio. Ci vuole un po’ di pazienza, la penna appena tolta dalla scatola scrive bene, molto meglio di tante altre penne, ma non benissimo. Dopo una decina di pagine di assestamento si è ripagati da prestazioni e da un feeling di scrittura di prim’ordine e soprattutto da una penna che, a dispetto dell’estetica (e del prezzo) si può usare quotidianamente su molti tipi di carta e con una ampia gamma di inchiostri. Una operazione identica è richiesta quando si cambia inchiostro, ci vogliono un paio di pagine di utilizzo prima che il complesso pennino-alimentatore possa assestarsi e la penna diventi una compagna inseparabile.
Se questa fosse una penna da un centinaio di Euro, avrei dato il massimo dei voti. Chiaramente stiamo parlando di una penna di ben altro (e alto) prezzo. Che una penna del genere scriva benissimo, lo si darebbe per scontato, ma sappiamo tutti che non è così. Il mondo è pieno di penne, anche più costose, abbandonate nei cassetti perché a dispetto del blasone e del cartellino del prezzo, le prestazioni di scrittura erano mediocri. Ancora una volta, complimenti a Delta per la qualità della progettazione e della realizzazione.
Caricamento e manutenzione: 7,5
E’ una penna con caricamento a pistone. In un mondo in cui cartuccia e converter stanno diventando lo standard di caricamento anche su penne di pregio, questo basterebbe per assegnare il massimo dei voti senza nemmeno provarla. Io stesso sono un sostenitore delle cartucce, che considero la soluzione migliore per un uso itinerante della stilografica. Una cartuccia può essere sostituita ovunque in qualsiasi momento, in modo pulito e nel giro di pochi secondi. Le cartucce internazionali Pelikan blu e nere si trovano in qualsiasi cartoleria. Inoltre l’unica manutenzione richiesta da una buona penna a cartuccia è una sciacquata sotto il rubinetto per rimuovere eventuali residui di inchiostro. Per contro la disponibilità di inchiostri in cartuccia è limitata a poche tinte, che possono accontentare chi è alla ricerca di un blu standard (Royal Blue) o di un nero, ma che sono decisamente limitanti per chi voglia sperimentare un caleidoscopio di inchiostri o sia alla ricerca di una tonalità precisa di blu oppure voglia realizzare il “matrimonio perfetto” tra la penna un inchiostro con le giuste caratteristiche di fluidità e saturazione. A tutto ciò si aggiunge il gesto del caricamento, che per alcuni appassionati può essere più appagante dell’uso stesso della penna. La soluzione ibrida, cioè il converter, rappresenta un compromesso. A fronte della possibilità di usare inchiostro in boccetta, ci si deve accontentare dell’autonomia ridotta, che non va oltre quella di una cartuccia internazionale corta, obbligando a ricariche frequenti, non sempre possibili sul campo. Niente può quindi essere appagante come una penna con caricamento a stantuffo, nata per essere usata con inchiostro in calamaio e solo con quello. Per contro una penna del genere è intrinsecamente più complicata e quindi maggiormente soggetta a guasti. La tenuta del pistone deve essere garantita per anni di utilizzo, con manutenzione minima o nulla. In passato questo era un problema, oggi i costruttori utilizzano guarnizioni in materiali pregiati che reggono al passare del tempo ed al contatto con gli inchiostri. L’unica precauzione raccomandata dalle case è il risciacquo periodico con acqua e il lavaggio, sempre con acqua, se si intende riporre la penna inutilizzata per un lungo periodo.
Fatta questa doverosa premessa, il meccanismo del pistone della “Mezzanotte” è lo stesso della “Dolcevita” e della serie “Gallery”. Si tratta di un meccanismo di caricamento a stantuffo interamente realizzato in ottone, compresa la ghiera, che è nascosta da un tappo copri fondello. Il movimento è molto fluido ed il meccanismo è dotato dell’esclusivo sistema a frizione, che evita di danneggiare il pistone se si insiste nell’azionarlo quando è arrivato a fine corsa. Una vera e propria finezza che rende l’idea della cura con cui la casa realizza i suoi prodotti. Ad un primo esame la capacità del serbatoio è circa il doppio di quella di una cartuccia internazionale e, considerato il flusso appena superiore alla media, questo garantisce una ottima autonomia. Anche ipotizzando un uso intenso, una ricarica è più che sufficiente per una giornata di lavoro o di appunti, nel mio caso una ventina di pagine A4.
Ce ne sarebbe abbastanza per dare il massimo dei voti, se non fosse che, al pari della “Dolcevita” da cui deriva, anche con la “Mezzanotte” è consigliabile non utilizzare tutto l’inchiostro del serbatoio, facendo andare la penna a secco. Se lo si fa, può capitare che quando il livello nel serbatoio si avvicina alla fine, la penna “ceda” l’ultima goccia, allagando l’alimentatore. L’inchiostro finisce o sul foglio di carta o sulle dita di chi sta scrivendo, o su entrambi, con le inevitabili imprecazioni del caso. Non succede sempre, ma se dovesse capitare le conseguenze sono alquanto spiacevoli. Probabilmente questo accade perché il serbatoio è molto capiente e quando è quasi vuoto l’aria al suo interno fa perdere quell’equilibrio magico tra capillarità e gravità che permette all’alimentatore di assicurare il giusto flusso al pennino. Ripeto, non succede tutte le volte, è più frequente se l’inchiostro è particolarmente fluido ed a me successo almeno una volta con tutte le Delta a pistone della serie Dolcevita e derivate che ho avuto modo di utilizzare, compresa questa. Confesso, in questo caso l’ho fatto apposta, mi sono cacciato nei guai continuando volutamente a scrivere nonostante il livello dell’inchiostro fosse sceso sotto metà finestrella e quindi avessi avuto abbondante preavviso. Fortunatamente è un problema di soluzione abbastanza semplice, basta ricaricare la penna prima che il livello dell’inchiostro scenda sotto la metà della finestrella, oppure, se non si vuole stare a guardare continuamente il livello, quando si nota che il flusso inizia a smagrire. In pratica si deve considerare il livello nella finestrella come la riserva di benzina della macchina, appena si accende la relativa spia o l’indicatore entra nella zona rossa si deve fare rifornimento, senza aspettare di rimanere a secco. Da quando faccio così con la mia “Dolcevita” non ho avuto il benché minimo problema, al punto che ormai considero questa più come una caratteristica della penna che una scocciatura. A dirla tutta, spero che la casa non vi ponga rimedio, se per farlo dovesse ridurre la capacità del serbatoio o sacrificare anche solo in parte l’invidiabile costanza delle prestazioni di scrittura, che ho faticato a trovare su altre penne. Molti fabbricanti infatti tendono a sottodimensionare gli alimentatori. Se da una parte si riduce il rischio di problemi come questo, dall’altra se la penna viene usata per lungo tempo scrivendo senza interruzione, il tratto diventa incostante perché l’alimentatore non è in grado di far arrivare al pennino la giusta quantità di inchiostro. Tutte le Delta a pistone che ho usato mi hanno ripagato di questo piccolo sacrificio con una grande autonomia ed un tratto costante dalla prima all’ultima riga, anche nelle lunghe sessioni di scrittura (a volte mi capita di scrivere per ore senza interruzione se non per ricaricare la penna o cambiare la cartuccia) ed indipendentemente dal livello dell’inchiostro nel serbatoio. Come le macchine sportive italiane di una volta, che in cambio di qualche problema di carburazione nel tira e molla del traffico cittadino, ripagavano con prestazioni esaltanti e un feeling di guida unico in pista.
Qualità/prezzo: 9
La Delta “Mezzanotte” verrà prodotta in 100 esemplari numerati e venduta al prezzo di 460 Euro, che scendono a 375 Euro per chi si accontenta della versione con il pennino Fusion. Per quanto mi riguarda, non ho dubbi, il pennino ideale per una penna come questa è quello in oro 14K, degno complemento a tutte le altre caratteristiche. Dal mio punto di vista sarebbe come comprare una sportiva gran turismo equipaggiata con un piccolo quattro cilindri invece che del più performante ed appagante (anche nel sound) otto cilindri. Chiaramente questa è la mia opinione personale e quella altrui può essere diversa, per cui bene ha fatto Laura ad offrire la penna in entrambe le varianti e con una ampia scelta di larghezze di tratto, in modo tale che ognuno possa trovare la sua. A questo prezzo non è regalata ma nemmeno si può dire che si acquisti immagine e non sostanza. Il prezzo si può considerare adeguato ai contenuti tecnici, alla realizzazione artigianale, all’immagine del marchio, alla qualità di scrittura e, non ultimo, al fatto che si tratta di una penna che si acquista con l’intenzione di usarla a lungo. La “Mezzanotte” è una penna stilografica di qualità elevata con pennino in oro e caricamento a pistone, realizzata manualmente partendo da barra piena di resina, con finiture in materiali pregiati, garantita a vita e, non ultimo, realizzata in serie limitata.
Conclusioni: 9
Se dovessi riassumere il mio pensiero in una frase, sarebbe questa: “Era una penna di cui sentivo la mancanza”. La Delta “Dolcevita Mid-Mize” è una penna che nel corso degli anni mi ha regalato tante soddisfazioni, al punto da occupare un posto fisso nella mia rotazione. La “Mezzanotte, che combina quello di buono che c’è nella “Dolcevita” con un aspetto classico e il tocco di understatement garantiti dalla livrea nera, colma un vuoto. Complimenti a Laura per averci pensato ed aver scelto un nome perfettamente azzeccato.
Considerazioni personali a parte, è innegabile che con una penna come questa il marchio napoletano sia in grado di mettere piede e, aggiungerei, competere ad armi pari, con i marchi blasonati delle penne business, quelle che hanno in comune la livrea nera e l’immagine di serietà garantita dalla quasi totale assenza di decorazioni, penne che nell’immaginario collettivo vengono appunto utilizzate da capi di stato e dirigenti di alto livello. Credo che questa penna possa essere considerata una alternativa valida ed a mio modesto parere anche più versatile, ad una Pelikan della serie Souveran o alla classica Montblanc. Ringrazio Laura di Goldpen, che ha ideato questa penna insieme con Delta che l’ha realizzata, per avermi dato l’onore e l’onere di provarla in anteprima per lungo tempo, sufficiente per scrivere questa recensione. Come ricompensa per il lavoro svolto nello sviluppo della "Mezzanotte", ho ottenuto di poterla acquistare a prezzo scontato, mentre ho già in ordine il mio esemplare della "Mezzanotte" vera e propria. Come numero di serie ho scelto le ultime due cifre del mio anno di nascita.
(Doverosa) premessa
Non mi considero un esperto di penne stilografiche. Sono convinto che in questo forum ci sia gente molto più esperta e preparata di me.
E' stata quindi una grande sorpresa (ed un immenso piacere) essere stato coinvolto nello sviluppo di questa penna. In particolare, mi è stato chiesto di "mettere alla frusta", un esemplare di pre-serie, in modo tale da evidenziarne pregi e difetti, e fornire informazioni utili a chi vorrà acquistarla o deciderà di non farlo. Penso che queste informazioni possano essere utili, considerando che si tratta di un acquisto impegnativo. Rispetto alla penna definitiva, l'esemplare che ho testato differisce in particolari estetici di dettaglio, che non erano stati ancora finalizzati ma che non influiscono sulle prestazioni o sul giudizio complessivo, da qui il termine "pre-serie" ed il fatto che non allego immagini alla recensione.
Introduzione
Non capita tutti i giorni che qualcuno mi chieda di recensire una penna in anteprima. Infatti, nel momento in cui sto scrivendo queste righe, quella che ho in mano è uno dei primi esemplari della “Mezzanotte”, una penna che nasce dalla collaborazione tra l’azienda napoletana Delta ed il noto negozio online “Goldpen” di Isernia e che rappresenta il prototipo per una futura produzione in serie. Devo quindi alla cortesia della signora Laura, titolare di Goldpen.it se ho in uso questa penna e sono qui a scriverne le mie impressioni.
Ma andiamo con ordine.
Una “Dolcevita” nera come la notte era una penna di cui si sentiva la mancanza. Considero la Delta “Dolcevita” con pennino in oro 14K una delle migliori penne della cosiddetta “scuola italiana”, che abbina prestazioni di rispetto allo stile ed all’eccellenza del design che rendono l’artigianato italiano famoso nel mondo. L’equilibrio tra il cappuccio, l’impugnatura e il tappo copri fondello neri e il cilindro di un colore arancione vivace screziato che ricorda quello della lava di un vulcano (il Vesuvio è lì a due passi), la fa uscire dall’anonimato senza scivolare nel cattivo gusto. La penna combina magistralmente elementi di design antichi e moderni. Definirla bella è riduttivo. A questo si aggiungono prestazioni di prim’ordine. A dispetto delle dimensioni importanti è una penna estremamente versatile, adatta all’impiego quotidiano. Prova ne è che nella mia rotazione di penne, la “Dolcevita”, nella versione “Mid-Size” con caricamento a pistone, è perennemente inchiostrata con l’inchiostro Pilot Iroshizuku Asa Gao (Morning Glory), un bel colore azzurro intenso che si sposa perfettamente con una penna italiana.
Se la classe e le prestazioni della “Dolcevita” non si discutono, a voler essere pignoli il colore arancione vivace del cilindro può risultare fuori luogo negli ambienti ufficiali, laddove il design deve cedere il passo alla tradizione e qualsiasi divagazione è fuori luogo. Noblesse oblige, basta un dettaglio fuori posto e la classe si trasforma in sciatteria, come se un grande statista si presentasse a ricevere il premio Nobel per la pace in frac, ma indossando un paio di scarpe da tennis rosa shocking. Quello delle penne “Executive” è un territorio popolato da penne di alto lignaggio (Montblanc su tutti) ed esclusivamente in livrea monocolore scura, meglio se nera. La differenziazione del marchio è lasciata al dettaglio. E’ un peccato, perché la “Dolcevita” e le sue derivate della serie “Gallery” sono ottime penne, estremamente versatili ed utilizzabili con una ampia varietà di inchiostri e tipi di carta, molto più versatili di tante altre concorrenti.
Tra Napoli ed Isernia devono avermi letto nel pensiero, perché hanno deciso di realizzare questa “Mezzanotte” in livrea completamente nera, partendo dalla ottima base tecnica della “Dolcevita” e della “Gallery”. E mai nome fu più azzeccato, perché si adatta perfettamente ad una penna nera come la notte, ma che, come la notte appunto, non è mai completamente nera. Chiunque abbia avuto la fortuna di ammirare il cielo in una notte serena e senza luna, lontano dall’inquinamento luminoso delle città che dipinge il cielo di un grigio-arancio attraverso il quale fanno capolino a stento le stelle più luminose, sarà rimasto estasiato dal contrasto tra il nero del cielo e le migliaia di stelle che lo illuminano. E’ uno spettacolo unico, che vale la pena di ammirare almeno una volta nella vita, anche se sta diventando sempre più difficile riuscirci. Non sorprende come la magia del cielo stellato affascini l’umanità da sempre. Ricordo ancora quando, durante una vacanza a Tenerife di qualche anno fa, mi riuscì di salire alla base del Teide in una notte senza luna per ammirare il cielo al di sopra della coltre di nuvole che spesso avvolge l’isola a quote più basse. Ad oltre 2000 metri di altezza, immersi nel buio più assoluto ed a chilometri di distanza dal lampione più vicino, si possono vedere le stelle come sarebbero apparse agli antichi in una notte serena. Non a caso quelle isole pullulano di telescopi, il nostro Telescopio Nazionale Galileo si trova nella vicina isola di La Palma. E’ uno spettacolo unico che non si vorrebbe mai smettere di ammirare, se non fosse stato per il freddo pungente sarei rimasto ore sdraiato a terra con gli occhi puntati verso il cielo. Come un cielo stellato a mezzanotte, la Delta “Mezzanotte” unisce ad uno sfondo rigorosamente nero elementi di design che risaltano e la valorizzano, come la vera in argento, il logo della casa e gli anellini cromati.
Esaurita questa (lunga ma doverosa) premessa, è giunto il momento di mettere la penna sotto esame approfondito.
Estetica e design: 10 e lode
Per gli appassionati italiani (ma non solo) di penne stilografiche, Delta è un marchio che non ha bisogno di presentazioni. Pur essendo relativamente giovane (è nata nel 1982), l’azienda si è rapidamente ritagliata uno spazio nel settore, grazie a prodotti di qualità, realizzati con cura artigianale e splendida espressione del design italiano. Il modello più noto ed apprezzato della casa campana è sicuramente la “Dolcevita”, della quale questa penna rappresenta una derivazione, dal momento che ne mantiene caratteristiche e dimensioni, per differenziarsi nel colore e nelle finiture. Si tratta quindi della nota Delta “Dolcevita Mid-Size” con caricamento a pistone, ma in livrea “Mezzanotte”, completamente nera. Come detto all’inizio, si tratta di un prototipo, quindi, qualora dovesse raggiungere la strada della produzione in serie, alcune caratteristiche potrebbero cambiare. Per quel che mi riguarda, è perfetta così com’è.
La penna è arrivata in una confezione personalizzata, evoluzione di quella che la casa napoletana utilizza per confezionare le penne della serie “Dolcevita” e “Gallery”. Al suo interno contiene una boccettina di inchiostro, realizzato specificamente per questa penna, la documentazione di rito, la garanzia e una scatola di plastica chiusa con due viti, che contiene la penna. Per assicurare la necessaria protezione, sia la penna che la boccettina di inchiostro sono circondate da una abbondante zona di materiale espanso. E’ una confezione che rende la “Mezzanotte” un oggetto bello da regalare e da ricevere in regalo, nonché immediatamente utilizzabile grazie all’inchiostro fornito in dotazione. Testimonia ancora una volta la cura per il dettaglio tipica della casa.
Aperta la confezione e presa in mano la penna, il mio primo pensiero è stato: “finalmente!” Era esattamente come me la aspettavo: una “Dolcevita” in livrea classica, piacevole da prendere in mano anche solo per osservarla e giocherellarci senza inchiostrarla. E’ una penna che non sfigura nemmeno nel più serio degli ambienti, potrebbe essere tranquillamente usata da un capo di stato per firmare un importante trattato, che assicurerà la pace e la prosperità alle generazioni future. Tutti i particolari in plastica sono realizzati in resina nera, ad eccezione della finestrella per la valutazione del livello di inchiostro, parzialmente visibile anche a cappuccio avvitato. Le parti metalliche invece sono in acciaio o in argento. Come nella tradizione Delta, il cappuccio con chiusura a vite reca il nome del modello e il numero di serie del singolo esemplare. La penna presenta la clip in speciale acciaio armonico con la rotellina per facilitare l’inserimento nel taschino. Come tradizione delle penne Delta, il cappuccio riporta il nome della penna ed il numero di serie. La “Mezzanotte” è una penna realizzata in serie limitata di 100 esemplari.
Se la “Dolcevita” monta una vera in argento che riproduce un decoro dell’epoca greco-romana, utilizzato per contornare gli affreschi di Pompei, la vera della “Mezzanotte” è specifica per questa penna e riporta due simboli dei Sanniti, ripresi da una antica moneta ritrovata in quel territorio, in cui ha Goldpen ha la sua sede: la corona di alloro e la punta del giavellotto (“saunion” in greco). Popolo forte ed orgoglioso, i Sanniti, antichi pastori abitanti del Sannio, regione compresa tra la Campania, l’Abruzzo, il Molise e la Puglia. Si arresero ai soldati romani solamente dopo essere stati sconfitti militarmente nel corso di tre aspre guerre e non senza averli umiliati nel 321 a. C. nella battaglia delle Forche Caudine, ricordata negli annali come una delle maggiori disfatte nella storia di Roma. Nonostante l’annessione del loro territorio, i Sanniti continuarono a difendere con orgoglio le loro tradizioni e la loro identità, non esitando a riprendere in mano le armi contro i Romani. Dovettero passare secoli prima che si arrivasse ad una completa pacificazione tra i due popoli. I Sanniti ebbero un ruolo fondamentale nella Guerra Marsica (91-88 a.C.), che terminò con la concessione della cittadinanza romana ai popoli italici.
Sulla parte terminale del tappo è inserito il logo Delta. Lungi dall’essere pacchiana e fuori luogo, come il cappuccino dopo la pizza, la vera in argento rende la penna unica. Al pari degli abiti da uomo per le serate di gala, le penne in livrea nera tendono inesorabilmente ad assomigliarsi tra loro e quindi la differenziazione del marchio deve essere fatta lavorando sul dettaglio. La presenza della vera rende questa “Delta” perfettamente riconoscibile, senza snaturarne il carattere da penna adatta sia all’uso quotidiano nel silenzio della propria stanza, sia alla più formale delle occasioni.
Il pennino è in oro 14K ed è perfettamente proporzionato alle dimensioni abbondanti della penna. In alternativa la penna è disponibile con il più economico pennino “Fusion”. Il pennino presenta un foro di compensazione a forma di cuore, l’indicazione della dimensione, il logo e il nome dell’azienda. L’esemplare che ho in prova monta un pennino medio. A mio parere si tratta della scelta migliore su una penna di questo tipo, considerando le dimensioni generose e il fatto che i pennini Delta si posizionano nella media della produzione europea, sia per larghezza del tratto che per generosità del flusso.
Realizzazione e qualità: 10
Niente da dire, è una penna realizzata con cura, testimoniata dalla garanzia a vita che Delta offre sui propri prodotti. I materiali usati sono di qualità elevata e gli assemblaggi sono curati, senza giochi o sbavature. Le parti in resina sono di spessore adeguato, il cappuccio ha la chiusura a vite e la clip con la rotellina anni ’30 per facilitare l’inserimento nel taschino. Per svitare il tappo è necessario un giro completo. La casa dichiara che la clip è realizzata con un acciaio armonico speciale ad alta elasticità, tale da assicurare anni di utilizzo senza deformazione permanente. Del resto la base di partenza, la “Dolcevita” classica, è una penna nota per la qualità della realizzazione artigianale. Il mio esemplare, pur scontando un utilizzo relativamente intenso, è ancora in ottime condizioni, e non ho motivo di credere che la versione “Mezzanotte” possa essere diversa da questo punto di vista. Il massimo dei voti, basato sia “sulla fiducia” sia su qualche tempo di utilizzo di questo esemplare, è più che meritato. Osservando la penna con attenzione si fatica a trovarle un dettaglio fuori posto, una sbavatura nella realizzazione, giochi eccessivi tra le parti o altri dettagli che possano indicare un assemblaggio approssimativo o un risparmio nella qualità dei materiali che possa compromettere la durata nel tempo. E’una penna che saprà essere una compagna fedele per anni, accontentandosi di un inchiostro di buona qualità.
Due aspetti sono degni di nota. Il corpo della penna presenta una utilissima finestrella trasparente per verificare il livello dell’inchiostro nel serbatoio, finestrella che l’azienda chiama “segnalatore di riserva”. A testimoniare la cura nella progettazione la finestrella è parzialmente visibile anche a cappuccio chiuso e le sue dimensioni sono tali da garantire un adeguato controllo del livello. Come per la “Dolcevita”, è consigliabile procedere alla ricarica appena il livello dell’inchiostro diventa visibile nella finestrella. Le penne a pistone della serie “Dolcevita” sono note per la tendenza a perdere l’ultima goccia di inchiostro quando il serbatoio è quasi vuoto perché l’alimentatore va in crisi. E’ il prezzo da pagare per avere una costanza di prestazioni invidiabile, indipendentemente dal livello dell’inchiostro nel serbatoio. L’altro aspetto degno di nota è il meccanismo di caricamento a pistone, nascosto alla vista e protetto contro gli azionamenti accidentali da un tappo copri-fondello, evidenziato da un anellino cromato che richiama quello alla base della clip. Il meccanismo di azionamento è realizzato in metallo e il comando è dotato di frizione a fine corsa, che serve a proteggerlo contro le forzature. Una finezza neanche tanto piccola che testimonia la qualità delle realizzazioni Delta.
Peso e dimensioni. 9
Si tratta di una penna di dimensioni generose, anche per via della presenza del meccanismo di caricamento protetto da un tappo copri-fondello. Con il tappo supera di un soffio i 14 centimetri di lunghezza, contro i 13 della media. Sono dimensioni importanti, ma all’altezza del ruolo. Le dimensioni contano, una penna del genere è fatta per essere notata senza stupire. Passando al peso, ho misurato 42 grammi totali con il pieno di inchiostro, che scendono a 29 senza cappuccio. Nonostante il meccanismo di caricamento realizzato in metallo, l’assieme è correttamente bilanciato, segno di una adeguata valutazione ergonomica da parte della casa napoletana. Non è una penna che si presta particolarmente ad essere usata con il cappuccio calzato sul fusto, perché il cappuccio, pur non essendo particolarmente pesante, calza sul tappo copri-fondello per poco più di un centimetro, rendendo l’insieme particolarmente instabile oltre che ingombrante. Inoltre c’è il rischio che alla lunga il cappuccio possa lasciare segni di sfregamento sulla resina del tappo copri-fondello.
L’impugnatura è conica e nel punto di minor diametro misura circa 13 millimetri. Personalmente preferisco le impugnature sottili, quelle che andavano di moda negli anni ’80 e che meglio si adattano alla mia grafia minuta, ma devo dire di essermi abituato abbastanza rapidamente alla “Dolcevita”, per cui ho cominciato ad usare subito al meglio anche questa “Mezzanotte”. A dispetto delle dimensioni importanti è del peso non proprio da piuma, “manovrare” il pennino sulla carta riesce abbastanza bene. Ancora una volta emerge il grande equilibrio della filosofia di realizzazione Delta, la “Mezzanotte” è tutto tranne che una penna da usare solo per fare la firma su un contratto, ma che si presta per l’uso quotidiano. Se non fosse per il prezzo, la si potrebbe tranquillamente usare come penna scolastica, e questo vuole essere un complimento, perché le penne scolastiche sono sottoposte a stress sconosciuti alle penne di pregio.
Pennino e prestazioni: 9
Il pennino è in oro 14K, di dimensioni generose e nel mio caso un medio. E’ una “vecchia conoscenza”, nel senso che è comune alla “Dolcevita” ed alla “Gallery” e quindi le sue prestazioni non sono una sorpresa. Non ho usato l’inchiostro in dotazione, preferendo effettuare la prova con un inchiostro di cui conosco le caratteristiche e le prestazioni. I miei colori di elezione sono il blu scuro o il blu nero. Dopo il risciacquo di rito per eliminare eventuali residui ho caricato la penna con il Pilot Iroshizuku Asa-Gao, che è lo stesso inchiostro che sto usando nella “Dolcevita”. Con mia grande sorpresa, nonostante le due penne in teoria abbiano lo stesso pennino e lo stesso alimentatore, e siano caricate con lo stesso inchiostro, il tratto della “Mezzanotte” è leggermente più spesso ed il flusso un po’ più abbondante, anche se a dire la verità la differenza è minima e può agevolmente rientrare nelle tolleranze tra un esemplare e l’altro, che sono caratteristiche di una realizzazione artigianale come quella Delta. Per contro la scorrevolezza è leggermente superiore. In ogni caso, lo ripeto, la differenza è davvero minima, è necessario provare le due penne contemporaneamente per rendersene conto. Il tratto della “Mezzanotte” è sovrapponibile a quello di un pennino M Lamy, mentre quello della “Dolcevita” è leggermente più sottile. Come ho già detto, si tratta della nomale variabilità da un esemplare all’altro caratteristica di una produzione artigianale, non dimenticando che la penna in mio possesso è un prototipo. In ogni caso l’esperienza di scrittura non ne esce compromessa. Anzi, nel mio caso non tutti i mali vengono per nuocere, perché ho subito caricato la penna con il Caran d’Ache Magnetic Blue, che rispetto al Pilot è un pochino meno fluido. Come per magia, le due penne sono diventate di nuovo perfettamente sovrapponibili come spessore del tratto, generosità del flusso e scorrevolezza.
Si tratta di un ottimo pennino, secondo le informazioni che girano in rete è di fabbricazione Bock, marchio che rappresenta una garanzia nel settore, ed è montato su un alimentatore perfettamente bilanciato. E’ rigido ma non rigidissimo, garantendo quindi un ottimo feedback nonostante l’impugnatura larga. La scorrevolezza è buona, anche se non raggiunge livelli di eccellenza. Ancora una volta la parola giusta è equilibrio, i pennini estremamente scorrevoli sono una gioia ma se la carta è molto liscia, come quella dei blocchi di carta patinata, possono dare luogo a false partenze o salti di tratto. Per contro un minimo di resistenza (giusto un minimo, sto parlando di un pennino, non di un aratro) migliora il feedback con la carta e facilita il controllo del tratto. Da questo punto di vista il feeling di scrittura della Delta è pari a quello di una ottima penna scolastica e questo vuole davvero essere un complimento. Nonostante le dimensioni generose del pennino, parte a scrivere senza la minima incertezza, anche dopo che la penna è rimasta senza cappuccio per qualche minuto oppure inutilizzata per qualche giorno in posizione verticale. Come già detto, l’alimentatore è perfettamente bilanciato e correttamente dimensionato sulle caratteristiche del pennino, il tratto è quello medio europeo ed il flusso è leggermente superiore alla media. Il pennino lascia sulla carta un bel tratto bagnato che valorizza le sfumature dell’inchiostro ed è fonte di gioia per l’appassionato, senza diventare un annaffiatoio. Questo permette di utilizzarla con quasi tutti gli inchiostri senza dover per forza scrivere su carta pregiata. Inoltre, e anche questo non è poco, le caratteristiche del tratto si mantengono costanti riga dopo riga e pagina dopo pagina, senza risentire del livello dell’inchiostro nel serbatoio.
Se non ho dato il massimo dei voti è per via delle leggere variazioni da un esemplare all’altro, che non sono tali da compromettere il piacere o la qualità di scrittura ma che mi impediscono di parlare di perfezione. Del resto penne come questa sono lontane anni luce dalla precisione dei prodotti industriali, tanto perfetti quanto privi di personalità. Le penne Delta, al pari delle automobili di un tempo, sono il risultato di una produzione artigianale. Ogni penna ha una storia unica e qualche differenza tra un esemplare e l’altro, non solo ci può stare, ma ne è testimonianza. Inoltre, sempre al pari delle automobili sportive di una volta, richiedono una fase di “rodaggio” per dare il meglio di sé. Sono sufficienti un lavaggio preliminare ed un paio di ricariche di utilizzo per dare tempo al pennino di assestarsi e scrivere al meglio. Ci vuole un po’ di pazienza, la penna appena tolta dalla scatola scrive bene, molto meglio di tante altre penne, ma non benissimo. Dopo una decina di pagine di assestamento si è ripagati da prestazioni e da un feeling di scrittura di prim’ordine e soprattutto da una penna che, a dispetto dell’estetica (e del prezzo) si può usare quotidianamente su molti tipi di carta e con una ampia gamma di inchiostri. Una operazione identica è richiesta quando si cambia inchiostro, ci vogliono un paio di pagine di utilizzo prima che il complesso pennino-alimentatore possa assestarsi e la penna diventi una compagna inseparabile.
Se questa fosse una penna da un centinaio di Euro, avrei dato il massimo dei voti. Chiaramente stiamo parlando di una penna di ben altro (e alto) prezzo. Che una penna del genere scriva benissimo, lo si darebbe per scontato, ma sappiamo tutti che non è così. Il mondo è pieno di penne, anche più costose, abbandonate nei cassetti perché a dispetto del blasone e del cartellino del prezzo, le prestazioni di scrittura erano mediocri. Ancora una volta, complimenti a Delta per la qualità della progettazione e della realizzazione.
Caricamento e manutenzione: 7,5
E’ una penna con caricamento a pistone. In un mondo in cui cartuccia e converter stanno diventando lo standard di caricamento anche su penne di pregio, questo basterebbe per assegnare il massimo dei voti senza nemmeno provarla. Io stesso sono un sostenitore delle cartucce, che considero la soluzione migliore per un uso itinerante della stilografica. Una cartuccia può essere sostituita ovunque in qualsiasi momento, in modo pulito e nel giro di pochi secondi. Le cartucce internazionali Pelikan blu e nere si trovano in qualsiasi cartoleria. Inoltre l’unica manutenzione richiesta da una buona penna a cartuccia è una sciacquata sotto il rubinetto per rimuovere eventuali residui di inchiostro. Per contro la disponibilità di inchiostri in cartuccia è limitata a poche tinte, che possono accontentare chi è alla ricerca di un blu standard (Royal Blue) o di un nero, ma che sono decisamente limitanti per chi voglia sperimentare un caleidoscopio di inchiostri o sia alla ricerca di una tonalità precisa di blu oppure voglia realizzare il “matrimonio perfetto” tra la penna un inchiostro con le giuste caratteristiche di fluidità e saturazione. A tutto ciò si aggiunge il gesto del caricamento, che per alcuni appassionati può essere più appagante dell’uso stesso della penna. La soluzione ibrida, cioè il converter, rappresenta un compromesso. A fronte della possibilità di usare inchiostro in boccetta, ci si deve accontentare dell’autonomia ridotta, che non va oltre quella di una cartuccia internazionale corta, obbligando a ricariche frequenti, non sempre possibili sul campo. Niente può quindi essere appagante come una penna con caricamento a stantuffo, nata per essere usata con inchiostro in calamaio e solo con quello. Per contro una penna del genere è intrinsecamente più complicata e quindi maggiormente soggetta a guasti. La tenuta del pistone deve essere garantita per anni di utilizzo, con manutenzione minima o nulla. In passato questo era un problema, oggi i costruttori utilizzano guarnizioni in materiali pregiati che reggono al passare del tempo ed al contatto con gli inchiostri. L’unica precauzione raccomandata dalle case è il risciacquo periodico con acqua e il lavaggio, sempre con acqua, se si intende riporre la penna inutilizzata per un lungo periodo.
Fatta questa doverosa premessa, il meccanismo del pistone della “Mezzanotte” è lo stesso della “Dolcevita” e della serie “Gallery”. Si tratta di un meccanismo di caricamento a stantuffo interamente realizzato in ottone, compresa la ghiera, che è nascosta da un tappo copri fondello. Il movimento è molto fluido ed il meccanismo è dotato dell’esclusivo sistema a frizione, che evita di danneggiare il pistone se si insiste nell’azionarlo quando è arrivato a fine corsa. Una vera e propria finezza che rende l’idea della cura con cui la casa realizza i suoi prodotti. Ad un primo esame la capacità del serbatoio è circa il doppio di quella di una cartuccia internazionale e, considerato il flusso appena superiore alla media, questo garantisce una ottima autonomia. Anche ipotizzando un uso intenso, una ricarica è più che sufficiente per una giornata di lavoro o di appunti, nel mio caso una ventina di pagine A4.
Ce ne sarebbe abbastanza per dare il massimo dei voti, se non fosse che, al pari della “Dolcevita” da cui deriva, anche con la “Mezzanotte” è consigliabile non utilizzare tutto l’inchiostro del serbatoio, facendo andare la penna a secco. Se lo si fa, può capitare che quando il livello nel serbatoio si avvicina alla fine, la penna “ceda” l’ultima goccia, allagando l’alimentatore. L’inchiostro finisce o sul foglio di carta o sulle dita di chi sta scrivendo, o su entrambi, con le inevitabili imprecazioni del caso. Non succede sempre, ma se dovesse capitare le conseguenze sono alquanto spiacevoli. Probabilmente questo accade perché il serbatoio è molto capiente e quando è quasi vuoto l’aria al suo interno fa perdere quell’equilibrio magico tra capillarità e gravità che permette all’alimentatore di assicurare il giusto flusso al pennino. Ripeto, non succede tutte le volte, è più frequente se l’inchiostro è particolarmente fluido ed a me successo almeno una volta con tutte le Delta a pistone della serie Dolcevita e derivate che ho avuto modo di utilizzare, compresa questa. Confesso, in questo caso l’ho fatto apposta, mi sono cacciato nei guai continuando volutamente a scrivere nonostante il livello dell’inchiostro fosse sceso sotto metà finestrella e quindi avessi avuto abbondante preavviso. Fortunatamente è un problema di soluzione abbastanza semplice, basta ricaricare la penna prima che il livello dell’inchiostro scenda sotto la metà della finestrella, oppure, se non si vuole stare a guardare continuamente il livello, quando si nota che il flusso inizia a smagrire. In pratica si deve considerare il livello nella finestrella come la riserva di benzina della macchina, appena si accende la relativa spia o l’indicatore entra nella zona rossa si deve fare rifornimento, senza aspettare di rimanere a secco. Da quando faccio così con la mia “Dolcevita” non ho avuto il benché minimo problema, al punto che ormai considero questa più come una caratteristica della penna che una scocciatura. A dirla tutta, spero che la casa non vi ponga rimedio, se per farlo dovesse ridurre la capacità del serbatoio o sacrificare anche solo in parte l’invidiabile costanza delle prestazioni di scrittura, che ho faticato a trovare su altre penne. Molti fabbricanti infatti tendono a sottodimensionare gli alimentatori. Se da una parte si riduce il rischio di problemi come questo, dall’altra se la penna viene usata per lungo tempo scrivendo senza interruzione, il tratto diventa incostante perché l’alimentatore non è in grado di far arrivare al pennino la giusta quantità di inchiostro. Tutte le Delta a pistone che ho usato mi hanno ripagato di questo piccolo sacrificio con una grande autonomia ed un tratto costante dalla prima all’ultima riga, anche nelle lunghe sessioni di scrittura (a volte mi capita di scrivere per ore senza interruzione se non per ricaricare la penna o cambiare la cartuccia) ed indipendentemente dal livello dell’inchiostro nel serbatoio. Come le macchine sportive italiane di una volta, che in cambio di qualche problema di carburazione nel tira e molla del traffico cittadino, ripagavano con prestazioni esaltanti e un feeling di guida unico in pista.
Qualità/prezzo: 9
La Delta “Mezzanotte” verrà prodotta in 100 esemplari numerati e venduta al prezzo di 460 Euro, che scendono a 375 Euro per chi si accontenta della versione con il pennino Fusion. Per quanto mi riguarda, non ho dubbi, il pennino ideale per una penna come questa è quello in oro 14K, degno complemento a tutte le altre caratteristiche. Dal mio punto di vista sarebbe come comprare una sportiva gran turismo equipaggiata con un piccolo quattro cilindri invece che del più performante ed appagante (anche nel sound) otto cilindri. Chiaramente questa è la mia opinione personale e quella altrui può essere diversa, per cui bene ha fatto Laura ad offrire la penna in entrambe le varianti e con una ampia scelta di larghezze di tratto, in modo tale che ognuno possa trovare la sua. A questo prezzo non è regalata ma nemmeno si può dire che si acquisti immagine e non sostanza. Il prezzo si può considerare adeguato ai contenuti tecnici, alla realizzazione artigianale, all’immagine del marchio, alla qualità di scrittura e, non ultimo, al fatto che si tratta di una penna che si acquista con l’intenzione di usarla a lungo. La “Mezzanotte” è una penna stilografica di qualità elevata con pennino in oro e caricamento a pistone, realizzata manualmente partendo da barra piena di resina, con finiture in materiali pregiati, garantita a vita e, non ultimo, realizzata in serie limitata.
Conclusioni: 9
Se dovessi riassumere il mio pensiero in una frase, sarebbe questa: “Era una penna di cui sentivo la mancanza”. La Delta “Dolcevita Mid-Mize” è una penna che nel corso degli anni mi ha regalato tante soddisfazioni, al punto da occupare un posto fisso nella mia rotazione. La “Mezzanotte, che combina quello di buono che c’è nella “Dolcevita” con un aspetto classico e il tocco di understatement garantiti dalla livrea nera, colma un vuoto. Complimenti a Laura per averci pensato ed aver scelto un nome perfettamente azzeccato.
Considerazioni personali a parte, è innegabile che con una penna come questa il marchio napoletano sia in grado di mettere piede e, aggiungerei, competere ad armi pari, con i marchi blasonati delle penne business, quelle che hanno in comune la livrea nera e l’immagine di serietà garantita dalla quasi totale assenza di decorazioni, penne che nell’immaginario collettivo vengono appunto utilizzate da capi di stato e dirigenti di alto livello. Credo che questa penna possa essere considerata una alternativa valida ed a mio modesto parere anche più versatile, ad una Pelikan della serie Souveran o alla classica Montblanc. Ringrazio Laura di Goldpen, che ha ideato questa penna insieme con Delta che l’ha realizzata, per avermi dato l’onore e l’onere di provarla in anteprima per lungo tempo, sufficiente per scrivere questa recensione. Come ricompensa per il lavoro svolto nello sviluppo della "Mezzanotte", ho ottenuto di poterla acquistare a prezzo scontato, mentre ho già in ordine il mio esemplare della "Mezzanotte" vera e propria. Come numero di serie ho scelto le ultime due cifre del mio anno di nascita.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
una foto ?
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
Come ho scritto nella recensione, non ho allegato le fotografie perché la penna di produzione è leggermente diversa nel cappuccio da quella che ho provato, e non volevo pubblicare immagini fuorvianti.
Tuttavia, poiché mi sembra poco elegante obbligare la gente ad andare a vederla sul sito del venditore, allego una immagine di repertorio.
Tuttavia, poiché mi sembra poco elegante obbligare la gente ad andare a vederla sul sito del venditore, allego una immagine di repertorio.
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- Dean82
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
trovata! E letta tutta.. E... mi hai mandato in crisi... Sappi che, nel caso, ti invierò una fattura di 85€...
Cordialmente,
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
L'hai presa con la motorizzazione base?
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
- maxpop 55
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
La penna è bella, ma la recensione è ancora più bella .
Comunque il pennino Fusion è ottimo, non credo sia un accontentarsi.
Comunque il pennino Fusion è ottimo, non credo sia un accontentarsi.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
Bellissima penna e recensione molto, molto esauriente. Complimenti a te, a Laura e...a Delta!
Ma è prevista poi una produzione di serie o si limiterà a cento esemplari soltanto?
Ma è prevista poi una produzione di serie o si limiterà a cento esemplari soltanto?
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
Phormula ha scritto:L'hai presa con la motorizzazione base?
Esattamente, carissimo Luca! Motorizzazione base e tratto F! In pratica ho acquistato una Ferrari, ho fatto smontare il V8 ed ho fatto montare un tre cilindri a gasolio.... Così risparmio...
Meno male che qualcuno conferma che il Fusion non è un accontentarsi! Io, sinceramente, ho solo punte in acciaio di Delta e pertanto mi è impossibile giudicare le differenze tra queste, il Fusion ed il pennino 'full gold'...
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
E fu così che finì sverniciato al semaforo da una ragazza a bordo di una Lamy Safari rossa...Dean82 ha scritto:Esattamente, carissimo Luca! Motorizzazione base e tratto F! In pratica ho acquistato una Ferrari, ho fatto smontare il V8 ed ho fatto montare un tre cilindri a gasolio.... Così risparmio...Phormula ha scritto:L'hai presa con la motorizzazione base?
Meno male che qualcuno conferma che il Fusion non è un accontentarsi! Io, sinceramente, ho solo punte in acciaio di Delta e pertanto mi è impossibile giudicare le differenze tra queste, il Fusion ed il pennino 'full gold'...
Scherzi a parte, il pennino Fusion è un ottimo pennino rigido in acciaio, con una decorazione in oro che lo rende unico.
Non è certo una scelta povera e, come tutti i pennini Delta in acciaio (tranne quello della mia MomoDesign ) scrive benissimo.
Personalmente, credo che una penna coma la "Mezzanotte" meriti un pennino in oro, ma la scelta è legata alla mia personale visione di questa penna, e su questa visione ho fatto la mia battuta, aggiungendo, appunto, che si tratta della mia visione personale e che altri sono liberi di fare le proprie scelte. Anzi, apprezzo e condivido la scelta di avere offerto le due possibilità, che di fatto rendono la penna accessibile ad un numero maggiore di appassionati.
Inoltre, quello della "Mezzanotte" non è un pennino dedicato, per cui potrai sempre sostituirlo in seguito, così come posso farlo io, se volessi convertirla al Fusion.
In realtà la MIA "Mezzanotte" non è tanto quella che mi arriverà, ma il "muletto" senza numero che ho già comprato, recensito e che è servito per mettere a punto la versione definitiva.
E' scientificamente provato. Acquistare penne stilografiche e scrivere con la penna stilografica sono due hobbies distinti.
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
E, lasciamelo dire, ti invidio moltissimo! Perché hai davvero la tua Mezzanotte... Alla fine, ho pensato: difficilmente avrò a breve un'altra penna di questo lignaggio, per cui facciamo la follia ora (anche se, prima o poi, avrò una Gallery ed una Dolcevita classica)... Ho contattato Laura, che si è dimostrata davvero paziente ed accomodante con me, trovando la strada per arrivare al pennino in oro. Sono, comunque, rimasto sul tratto F, in quanto già così a volte alcune vocali, come la 'o', sono un unico 'punto di inchiostro'...
Grazie davvero per aver condiviso con noi le tue impressioni in condizioni d'uso quotidiano.
Cordialmente,
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Re: Goldpen Mezzanotte by Delta
Buongiorno a tutti!
La Mezzanotte è una edizione limitata e, pertanto, non sarà riprodotta. Solo 100 pezzi!
Il pennino in oro ha, ovviamente, il suo fascino, ma il Fusion non è da scartare.
Laura
La Mezzanotte è una edizione limitata e, pertanto, non sarà riprodotta. Solo 100 pezzi!
Il pennino in oro ha, ovviamente, il suo fascino, ma il Fusion non è da scartare.
Laura