In questo post, vi porto a conoscenza di un piccolo restauro di una stilografica Senza nome in celluloide con pennino durium con caricamento a pulsante.
Purtroppo, la foto della penna nel suo stato di conservazione originale, è stata cancellata per errore dalla scheda di memoria della mia fotocamera, ma si vedono nel dettaglio le varie parti.
La penna era in condizioni talmente orribili, che non si vedeva più di che materiale era fatta, visto che è stata trovata sulla mensola di una cantina talmente umida, che sembrava una fabbrica di salnitro.
La sacca all'interno era ovviamente ridotta in polvere e visto che, era stata messa via ancora piena di inchiostro, vi potete immaginare le condizioni dell'alimentatore e dell'interno del corpo della penna
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Smontata senza nessun problema nelle sue parti, è stata fatto un lavaggio di 6 minuti in una vasca ad ultrasuoni in acqua fredda dove ho disciolto 2 pastiglie di "Polident" (si amici miei, il normalissimo pulitore/disinfettante per dentiere) e poi altri 6 minuti in sola acqua dove ho aggiunto una piccolissima parte di candeggina.
Questo è il risultato del lavaggio: La celluloide è di qualità accettabile, anche se del tipo avvolta su mandrino, ma non presenta degradazioni di nessun genere, segno evidente che è stata fatta stagionare bene prima di essere utilizzata.
La prima parte a cui mi sono dedicato è la sezione, che aveva parti della sacca incollate al supporto, ma fortunatamente sono riuscito a ripulirla per bene: Adesso è ora di occuparci del pennino:
Come ben sapete i pennini durium non godono di buona fama, ma questo in particolare ha un' utilità paragonabile alla data di scadenza sul barattolo della nutella. Brutto, piegato, consumato e quel pochissimo di doratura che era rimasta è stata portata via il lavaggio negli ultrasuoni.
Non ci voglio perdere sopra nemmeno un minuto di tempo e visto che l'alimentatore è di ebanite, ho provveduto a sostituire il pennino con un ONIX n° 251 prodotto dalla Brause diverse decine di anni fa.
Si tratta di un semplice pennino flessibile in acciaio dorato, che non ha metallo duro in punta, ma è incredibilmente flessibile e facile da aggiustare.
Ne ho una scatolina piena è visto che si tratta di un #5, lo si può adattare su moltissime penne.
Sistemiamo l'alimentatore scaldandolo con un accendino:
Ed il gioco è fatto: la capillarità è ripristinata senza nessun problema.
L' ebanite è un materiale eccezionale, anche se quando la scaldi puzza di zolfo.....
Come anticipato, il corpo della penna e del cappuccio erano in condizioni eccellenti e la celluloide era di buona qualità. Fortunatamente le bande di metallo del cappuccio sono di alpacca, quindi sono ritornate lucide e pulite, con un semplice passaggio di polish dato a mano con un panno apposito.
Si potrebbe proseguire con una lucidatura meccanica più approfondita, ma visto il valore intrinseco della penna, sarebbe quasi inutile.
Continua nel prossimo post.