Parker Sonnet Secret Shell Black

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Dean82
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Parker Sonnet Secret Shell Black

Messaggio da Dean82 »

Buonasera a tutti,

eccomi qui, alle prese con la mia prima recensione di una stilografica, anche se la prendo ‘alla lontana’.
Nello specifico, voglio presentarvi una particolare versione di un ‘classico’ tra le stilografiche: la Parker Sonnet; questa particolare versione è l’ultima, temporalmente parlando, che è stata creata e prende il nome di ‘Secret Shell’. Fa parte della collezione, disponibile per un periodo di tempo predefinito - ovvero da maggio 2015 a dicembre 2016 -, denominata ‘Great Expectations’; lo scopo di tale serie è, come si può ben intuire del nome, soddisfare le esigenze più elevate del ‘maniacus stilograforum’ mondiale. Lo scopo è stato raggiunto? Sinceramente mi mancano le competenze necessarie per poter rispondere a tale interrogativo; per quanto mi riguarda, comunque, mi verrebbe da dire di sí, in quanto è, tra le poche in mio possesso, a darmi sensazioni molto particolari (entrerò nei dettagli nel prosieguo di questa recensione). La collezione si divide in 3 ’sottocategorie’ da 2 esemplari ciascuna, di cui, tendenzialmente, uno prettamente maschile ed uno prettamente femminile: la ‘Subtle’, che è la versione più semplice e che comprende la Subtle Big Red (in nero lucido con veretta alla base del cappuccio e anellino ad inizio sezione in alluminio anodizzato rosso e pennino e clip rutenizzati) e la Subtle Pearl & Gray (il nome indica i due colori della penna: bianco perla lucido per il fusto e grigio satinato per cappuccio e sezione; i dettagli sono tutti (placcati ?) in oro rosa); la serie intermedia è composta dalla ‘Secret Shell’, il cui particolare più rilevante è la sezione, ed io possiedo la versione Matte Black (pertanto, la sua estetica viene affrontata più avanti) e la Blue, che dalle foto sembra opaca come la nera e invece viene descritta come ‘perlescente’, per cui presumo che sia dedicata alle donne (la sua sezione è finemente lavorata con un decoro costituito da moduli quadrati a loro volta formati da rettangoli chiari separati da linee scure mentre la finitura delle parti metalliche è in palladio); la versione top di gamma è costituita dalla ‘Contort Cisele’ che, come le altre, si divide in due colorazioni: Black, nera opaca con finiture in palladio, chiaramente rivolta al pubblico maschile, e Purple che presenta il fusto bianco lucido, mentre sezione e cappuccio sono color porpora satinato/spugnato e dettagli (placcati ?) in oro rosa; ovviamente la particolarità della Cisele è quella di presentare una cesellatura, che si trova nel cappuccio e che forma un bellissimo motivo irregolare che a mio gusto è molto importante.
Dopo aver letto tutta questa pappardella, il vostro pensiero sarà sicuramente ‘Sí ok, tuttavia sono a) informazioni che si possono benissimo reperire in rete e b) non ha ancora minimamente accennato al pennino…’ pertanto, al contrario di tutte le altre recensioni, parto proprio da lui, dal pezzo che rende ogni stilografica diversa l’una dall’altra, quel pezzo - invero minuscolo rispetto alle dimensioni di ogni altro componente della penna - che rende la scrittura una cosa magnifica, una ‘fatica ercoliana’ e/o un’esperienza degna di un girone infernale dantesco… Il pennino! La punta è la stessa (presumo, in realtà, che sia l’accoppiata alimentatore-pennino ad essere la medesima) su ogni pezzo, dalla Subtle alla Contort Cisele, della collezione: disponibile in sole due misure, F e M, - dove l’F è da intendersi come ‘un po’ più di un F europeo’, almeno con l’Asa Gao da me usato - è in oro 18k decorato con delle linee che si intersecano tra loro e col logo aziendale; montato, lucidato e regolato a mano per ogni singolo esemplare (informazione recuperata dal sito Parker e se fosse realmente così - io non ho motivi per dubitarne - sarebbero ridotti praticamente a zero i difetti di scrittura). Per me, si è trattato del primo pennino in oro, infatti ho sempre usato pennini in acciaio, normale o armonico, e in titanio ed ammetto che si è trattato di un colpo di fulmine. Mi ha colpito non per la sua capacità di variare il tratto, completamente assente (è ‘full rigid’, un chiodo, una roccia e credo che su questo aspetto abbia influito una sua peculiarità: il foro di sfiato non è collegato al taglio), quanto per… per… per tutto il resto. A me, vengono solo due aggettivi per descriverlo e già mi scuso se questo tema fallisce il suo scopo, ovvero quello di far capire a terzi come si comporta la penna, tuttavia, ripeto, mi vengono solo queste due parole: rotondo e saettante. Il primo, mi spiace, faccio fatica ad esplicarlo, eppure è quella la sensazione che mi dà: di pura rotondità della scrittura; il secondo, invece, si spiega da solo… La penna vola sul foglio, che si scriva sull’antitesi della carta indicata per stilografica - ossia riciclata, di grammatura bassa e ‘assorbente’ - o su un blocco Rhodia, il pennino lascia sempre la sua colorata traccia indipendentemente dalla velocità con cui si stia scrivendo, che si stiano tracciando tratti dritti o ghirigori, la penna fa quello che la mano desidera, anzi su carta liscia pare ‘anticipare’ il pensiero dello scrivente (scrittore, se si tratta di altri all’infuori di me). ‘Beh, allora ci siamo, questa può essere la penna dei sogni visto che scrive così bene e la vado a comprare subito, magari nella versione Contort Cisele intanto che ci sono!’ può essere un pensiero naturale, dopo aver letto (se ci siete riusciti e mi avete seguito…) la descrizione del pennino, eppure vi devo calmare i bollenti spiriti: la scrittura con questa Sonnet, come tutte le cose di questo mondo, è imperfetta. Esatto, imperfetta. Le sensazioni descritte, infatti, vengono restituite dalla penna ‘se e solo se’ correttamente tenuta, mentre qualsiasi rotazione impressa al pennino comporta fastidiosi salti, pur essendo, il 18k montato, capacissimo di scrivere anche dal lato secco. Tali interruzioni sono leggermente più frequenti su carta intermedia; infatti, a lavoro scrivo su cartaccia e a parte un segno particolarmente spiumato - dipendente comunque in parte dal pennino, dato che usando lo stesso inchiostro e la stessa carta con un’altra penna dal segno più fino il tratto è meno spiumato - la penna scrive sempre e comunque, cosa che accade spesso - ma non sempre - anche sulla carta Rhodia, mentre su carta meno liscia di quest’ultima, i salti diventano leggermente più frequenti e basta una leggera rotazione sul suo asse, nel mio caso più verso destra che non verso sinistra, ed ecco che quel ‘becco’ della r minuscola scompare nel nulla…
Direi che, per quella che è la mia ‘capacità di analisi stilografica’, del pennino ho detto tutto. L’altro pezzo che influisce sulla scrittura, è l’alimentatore: in questo caso, si tratta di un alimentatore in semplice materiale plastico, sul quale è riportata la misura di punta scelta e dotato di numerose alette di compensazione; svolge egregiamente il suo lavoro, facendo ripartire la penna al primo colpo anche dopo parecchie ore che la penna è stata lasciata a punta in su mentre mostra il fianco se la stilografica viene lasciata aperta per più di una decina di secondi.
Bene, ora veniamo al terzo aspetto che rende una stilografica diversa da una biro, ossia il suo sistema di caricamento; trattasi di un caricamento a cartuccia (fornita nella confezione, la si trova sollevando il cuscino a cui è fissata la penna) o converter (già montato). Evitando di addentrarmi nel discorso ‘maunapennachecosta350euronellaversionetopdigammadeveaverequalcosadidiversodalcc’, posso dirvi che questo converter, a incastro e non a vite (ecco, questo mi avrebbe favorevolmente colpito, tuttavia, credo per economie di scala, ciò non è stato fatto), è ben costruito, pur essendo tutto in plastica con dettagli cromati, e robusto; funziona tramite pistoncino ed ha un’autonomia non più che discreta; caricandolo ‘a tappo’, infatti, è possibile scrivere tra le 15 e le 18 facciate A4, a seconda della propria calligrafia e del tratto scelto.

Detto questo, direi che il mio voto di scrittura è 8, dovuto soprattutto al fatto che la penna deve rimanere nella corretta posizione per poter scrivere ‘in continuo’, in quanto rende la scrittura, soprattutto per i neofiti, non sempre naturale; è anche vero che, leggendo recensioni di altre penne Parker, sembra che questa sia una caratteristica ‘comune’ alle stilografiche franco-americane.

Ora tocca all’estetica, in quanto, comunque, la ditta si è posta il chiaro scopo di ‘sbalordire’ i vari utenti con dettagli di pregio e ‘mai visti prima su delle penne’. E’ ovvio che questa è la parte più soggettiva di tutte e che riguarda solo la Secret Shell in versione Matte Black, in quanto l’unica di cui ho un riscontro diretto.
Si tratta di una penna di dimensioni medio piccole e di forma ‘a sigaro’; sicuramente la finitura opaca dalla resina epossidica è davvero bella a vedersi (sono di parte, in quanto la mia moto è nera opaca da tempi non sospetti) e al tatto, tuttavia è relativamente poco resistente sia alle ditate che ai graffi, infatti il cappuccio mi è caduto dal tavolo ed ha rotolato per parecchio (ok, di sicuro non è stata una caduta ‘normale’) e in controluce si notano i graffi; altresì, la parte finale della veretta posta alla base del cappuccio tende a lasciare un segno, seppur quasi impercettibile, sul fusto, in corrispondenza del punto di aggancio (la chiusura è a scatto e sicuramente dà una sensazione di solidità incredibile, maggiore a quella della MB 144).
Le finiture in rutenio, che tendo a preferire rispetto a quelle in palladio/cromo o dorate, sono bellissime e danno, come il resto, una sensazione di durevolezza davvero notevole. I dettagli, poi, sono ottimamente realizzati: la clip presenta la forma classica (non la rivisitazione che si trova sulla urban) a freccia, il cui anello circonda ‘la gemma’ (un dischetto in nero lucido) e che si incastra molto facilmente ovunque, risultando ben più comoda di quella Omas con ruzzolina e ben più stabile di quella Visconti a molla; la veretta presenta una bellissima incisione riportante, nell’ordine, il simbolo aziendale, le scritte ‘Parker’, ‘Sonnet’, ‘France’ e un’altra, di cui non sono certo della mia interpretazione, composta da una ‘l (?)’ e dalla lettera ‘I’. L’unica cosa che mi lascia davvero perplesso dell’estetica, è la parte finale del fusto, che presenta un altro circoletto, di dimensioni molto piccole, in nero lucido; sinceramente, avrei preferito un fusto completamente opaco e condivido molto poco questa scelta, forse dovuta alla volontà di richiamare la gemma del cappuccio. La parte che rende unica questa penna, e che le dà il nome, è la sezione: essa viene ‘svelata’ nel momento in cui si toglie il cappuccio e si presenta in tutta la sua perfezione; è in metallo, incisa, io credo, al laser tramite macchina a controllo numerico e nella versione Matte Black il motivo è costituito da frecce alternativamente satinate e lucide. Come potrete vedere dalle foto, l’alternanza è data ‘in verticale’ ed ‘in orizzontale’; inoltre, se guarderete bene, noterete che le parti interrotte per mancanza di spazio, sia lungo il bordo inferiore che quello superiore della sezione, sono tutte identiche. Ammetto, quindi, che nonostante quanto ho detto per ditate, graffi e fondello, le mie aspettative sull’estetica sono state ampiamente ricompensate.

Voto finale sull’estetica: 9 (il massimo non lo dò a causa di quanto detto sul fusto)

Ora, non mi rimane che svegliare chiunque abbia iniziato a legger.. coff coff, che lasciarvi alle foto… ;)
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Dino

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Re: Parker Sonnet Secret Shell Black

Messaggio da Musicus »

Ben Fatto, Dino: grazie per la tua recensione, curata e personale!! :thumbup:

Giorgio

P.s.: ma davvero la Parker ha messo in commercio una "Contort" Cisele?! :?
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Re: Parker Sonnet Secret Shell Black

Messaggio da Medicus »

Non è vero che il Manzoni è morto e questo è l' inizio del famoso romanzo "Parker e Lucia" :D . Non è una battuta molto felice ma tant' è resterà a imperitura memoria, come scolpita nella pietra.
A parte gli scherzi ; bravo, bella e completa recensione; e sei fortunato che scriva bene, perchè le Sonnet generalmente "suonano" poco.
:clap:
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Dean82
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Re: Parker Sonnet Secret Shell Black

Messaggio da Dean82 »

Medicus ha scritto:Non è vero che il Manzoni è morto e questo è l' inizio del famoso romanzo "Parker e Lucia" :D . (Cut)
A parte gli scherzi ; bravo, bella e completa recensione; e sei fortunato che scriva bene, perchè le Sonnet generalmente "suonano" poco.
:lol: Eh, lo so che è lunga... e l'ho pure revisionata, togliendo alcune parti... Ho perso un dono che avevo sino a qualche anno fa: quello della sintesi. :thumbdown:
Grazie infinite per i complimenti
Musicus ha scritto:Ben Fatto, Dino: grazie per la tua recensione, curata e personale!!

Giorgio

P.s.: ma davvero la Parker ha messo in commercio una "Contort" Cisele?! :?
(Cut)
Grazie anche a te, Giorgio, per i complimenti. Per il nome della penna, guarda tu stesso: http://www.parkerpen.com/en-GB/find-a-p ... ib-1930055

Posso anche aggiungere un dettaglio: dato che a questa penna tengo particolarmente, la curo come una bambina ed infatti cercando di caricarla pescando dal fondo di un calamaio Iroshizuko, sono riuscito a catapultare la sezione... Pennino disallineato e 'simil Falcon' portato dove è stata acquistata la penna, esco con le punte in ordine ma la penna in determinate posizioni scrive come un pennarello. Decido quindi di sostituire il pezzo, seppur al costo di 140€ a causa della particolare lavorazione manuale del pennino (non se i.c. o i. e.) e torno nuovamente nel negozio.. Dove il venditore, che aveva messo mani alla punta, si assume la responsabilità del danno, per cui sezione nuova a costo zero.... E anche questo vola :clap:
Dino

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ZioEnrico

Re: Parker Sonnet Secret Shell Black

Messaggio da ZioEnrico »

Complimenti per la recensione, dettagliata, approfondita, molto interessante. Io ho una Sonnet nera con pennino in oro, la ho fatta cadere sul pavimento, è caduta di punta, le punte si sono tutte piegate. Ho cercato pian pianino di riallinearle ma non sono un professionista, purtroppo. Non so se è più economico cambiare il pennino o farlo riallineare in modo tecnicamente perfetto. :?
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Dean82
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Re: Parker Sonnet Secret Shell Black

Messaggio da Dean82 »

@ZioEnrico : credo che sia, quasi sempre, più conveniente la riparazione, sempre che questa sia possibile; da quel che so, con i pennini in oro, se la deformazione è comunque 'contenuta', direi che si può procedere con questa operazione. Lo dico per due motivi: in primis, bisogna capire se il pezzo da sostituire è reperibile (nuovo o usato) o se si creerebbe una 'frankpen'; in secundis, se il pezzo è reperibile, bisogna capire a che prezzo... :crazy:
Io ho 'faticato poco' per la riparazione, dato che - essendo la penna nuova - mi sono rivolto al venditore, pertanto non ti so consigliare un riparatore... :(
Dino

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Re: Parker Sonnet Secret Shell Black

Messaggio da Sergjei »

ZioEnrico vai sul wiki e segui le istruzioni per riparare i pennini
io ho salvato già due penne grazie a quelle istruzioni
Se va male fai sempre in tempo a sostituire il pennino :thumbup:
Sergio
ZioEnrico

Re: Parker Sonnet Secret Shell Black

Messaggio da ZioEnrico »

Si, avete ragione. Sono fuori per qualche giorno e ho portato con me solo quattro penne, ma non quella. Torno a casa martedi sera e ci provo di nuovo seguendo le indicazioni scrupolosamente.
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