analogico ha scritto:Secondo il mio modestissimo parere quando si lanciano certe "crociate" bisognerebbe avere una conoscenza del settore tale da potersi permettere certe affermazioni con quella cognizione di causa data solo dalla competenza nella materia.
Altrimenti è solo voglia di arringare gli astanti con temi che lasciano il tempo che trovano e si prestano alle interpretazioni personali le più svariate ed in genere anche le più erronee.
Sarebbe stato più corretto , vista l'ignoranza in materia, chiedere come mai l'una carta costi più dell'altra e sollecitare una discussione tecnicamente corretta, piuttosto che partire lancia in resta all'assalto dei mulini a vento.
Fin'ora le uniche motivazioni concrete le ho lette nel link postato da Andrea_R, ora o si hanno le conoscenze necessarie per confutarle o si evitino le posizioni ideologiche, personali e preconcette.
Altrimenti mi aspetto le scie chimiche e i rettiliani prossimamente su questi schermi.
Comunque la mia opinione da ignorante in materia è questa:
A me non interessa affatto quanto guadagna questo o quello sulle cose che acquisto .
Non ho la sindrome del povero consumatore sbranato dal sistema truffaldino della produzione.
Tanto più che i prezzi li fa il mercato e non li impone un Moloch assetato di sangue (a parte i carburanti forse, dove la parte del Moloch la fa, manco a dirlo, lo Stato).
Se una cosa mi interessa e me la posso permettere la compro, diversamente lascio perdere ad aspetto di avere i soldi o aspetto che il prezzo scenda o decido di farne tranquillamente a meno.
Se tutti facessero così, i prezzi si equilibrerebbero molto più velocemente di quanto non accada.
Nel caso della carta riciclata pare assodato che : si utilizza molta meno acqua nella produzione, si usa molta meno energia per la produzione, riduce il carico di smaltimento nelle discariche, riduce il taglio degli alberi, contribuisce a mantenere più pulite le strade, servono meno prodotti chimici nella produzione e mi fermo qui.
Se sono interessato a queste tematiche posso anche decidere, se me lo posso permettere, di spendere qualcosa in più per sostenerle, se poi il produttore di carta riciclata si compera la barca o l’auto nuova francamente me ne frega meno di zero ( se paga tutte le tasse ovviamente); l’economia è circolare, vorrà dire che si venderanno più automobili e barche che per inciso sono costruite da persone in carne ed ossa che della costruzione di barche e auto ne fanno il proprio lavoro.
Quelli che ne sanno direbbero che tutto il processo avrebbe comunque un “ricaduta virtuosa” sull’economia.
Non c’è nessun trucco e nessun inganno solo la legge della domanda e dell’offerta, il trucco e l’inganno ci sarebbero qualora venisse venduto come riciclato ciò che riciclato non è ma ,fatta salva questa ipotesi, se c’è chi vende e chi compra, vuol dire che la cosa sta in piedi, vuol dire che c’è chi decide legittimamente di spendere qualcosa in più per comprare carta riciclata. E’ un fesso ? Secondo me no, anche se io la carta riciclata non la uso abitualmente, uso però le penne stilografiche e le compero pure e sono anche certo che ci sarà qualcuno che la considera una cosa da fessi, ma io continuerò a comperarle…….
È interessante notare come si invitino gli ignoranti a evitare di esprimere, e cito, "posizioni ideologiche personali e preconcette" per poi fare altrettanto.
Quello che il cavaliere errante, che ha aperto questa discussione lanciandosi contro il mulino a vento della carta gialla, intendeva sostenere (o almeno così l'ho inteso io) è lo squilibrio tra il costo della materia prima usata (carta straccia) e quello del prodotto finito (quaderno) che non trova riscontro visto che un quaderno "bianco" viene prodotto con una materia prima molto più costosa e il prodotto finito costa meno.
L'ipotesi da me avanzata è che il procedimento di riciclo sia molto dispendioso e che per tanto si ripercuota sul prezzo finale, ipotesi poi sostenuta in un post successivo da un'altro utente, Lei invece indica che i costi di acqua, prodotti chimici, discariche ecc. sono molto minori, sorge quindi spontaneo pensare che chi produce carta reciclata abbia un forte ritorno economico.
In quanto a sostenere che il prezzo lo fa il mercato, basta citare l'esempio dei sacchetti della spesa, il mercato ci avrebbe spinto a continuare con quelli di plastica, il buon senso di una semplice norma ora ci spinge a riusare quelli che già abbiamo. Non penso serva l'intervento di W.Buffet per dirci che il mercato non predilige prodotti biodegradabili,bio sostenibili ecc. ecc. in quanto ottenuti con metodi più costosi, tranne forse i casi di prodotti ottenuti con materie prime reciclate, di cui la carta è un esempio. A questo punto l'unica incognita è l'influenza del processo di reciclo che se fosse bassa ci esporrebbe un ottimo esempio di perbenismo interessato, vendere un prodotto ecologico a un prezzo alto perché va di moda e il mercato spinge. Ovviamente (e per fortuna) siamo in libero mercato per cui i produttori sono liberissimi di fare questo discorso; non di meno sarebbe da auspicare un intervento del legislatore se veramente teniamo a salvaguardare le risorse forestali.
Ecco, questa è la mia opinione da ignorante, ma lontano da "crociate" o da prese di posizione puramente ideologiche, queste le lascio a quelli che stanno con la ragione e mai col torto. Persone che non sono avvezzo frequentare.
05Fred ha scritto:Avendola studiata di recente a scuola posso dire, sperando che le fonti siano corretre che sí, creare carta "vergine" é costoso ma tutte le operazioni di riciclaggio quali macerazione ed altro non sono eccessivamente economiche, poiché comunque la carta va scissa in singole fibre e dopo essere sottoposta a trattamenti chimici puó poi essere "riassemblata"
Alfredo
Sono d'accordo, anche io penso che il processo non sia semplice ed economico, però c'è da considerare che partono da una materia prima a costo zero. Possibile che il solo processo di reciclaggio costi più che far crescere e abbattere alberi per poi lavorarli e trasformarli in carta bianca? Questo è l'interrogativo, penso ci voglia qualcuno che lavori nel settore, come evocato da altri, per poter rispondere.