L’unica guida di Corso per scoprire ed acquisire l’opera originale (e, attraverso di essa, invincibilità e immortalità) sono piccoli dettagli che rendono le incisioni di ogni copia leggermente differenti dalle loro controparti nelle altre due copie, poiché sarebbero state disegnate e intagliate dallo stesso Lucifero. Secondo la trama della novella, le incisioni formerebbero una sorta di enigma satanico e, se correttamente interpretate con l’aiuto del testo originale e altre informazioni iniziatiche, sarebbero capaci di congiurare il Principe delle Tenebre in persona.
Le belle incisioni dell’immaginario libro di Torchia, così come appaiono ne Il Club Dumas, furono realizzate dall’illustratore spagnolo Francisco Solé sulla base delle indicazioni di Pérez-Reverte e forse ispirate alle piú antiche illustrazioni dell’oscuro “De Tenebrarum Regis Novem Portis”. In una specie di doppio gioco speculare – forse involontario –, lo stesso Solé preparò due gruppi di incisioni, con piccole differenze tra loro, per adattare le illustrazioni originali del romanzo alla storia che si presenta nel film, modellando le figure delle incisioni sulle immagini degli attori reali della pellicola di Polanski.
I libri di emblemi ebbero grande fortuna del XV e XVI secolo, quando numerose gallerie di metafore e simboli “geroglifici” furono pubblicati allo scopo di trasmettere le antiche eredità di sapienza e moralità. L’Emblematum liber di Andrea Alciato (1531, ristampato in una bella edizione da Adelphi) primeggia come archetipo di un genere letterario che ebbe un profondo successo in Europa durante il Rinascimento e sino al tardo XVIII secolo. E’ interessante notare che le illustrazioni di Solé per l’opera fittizia “De Tenebrarum Regis Novem Portis” sembrano essere xilografie, come lo erano le incisioni caratteristiche del XVI secolo, e certamente meno tipiche dell’epoca in cui la novella fa pubblicare il libro, il 1666, quando l’incisione su legno era ormai stata ampiamente sostituita dall’acquaforte su metallo.
Poiché gli emblemi furono tradizionalmente investiti di un potente significato occulto e spesso associati a culti escatologici, furono in un certo senso codificati quanto alla loro origine storica e presunta legittimità, secondo un processo di catalogazione del quale il libro di Alciato rappresenta una sorta di compendio ufficiale.
Ciò mi ha dato l’idea di produrre un Emblematum plerumque apocryphorum liber, una raccolta di emblemi apocrifi che mescolano liberamente “nuovi” emblemi e sottili variazioni/ trasformazioni semantiche di emblemi più antichi e riconosciuti. E, per rendere l’esercizio meno semplice, ho pensato di includere nella raccolta anche qualche semplice esempio di emblemi “canonici”, che differiscano dal loro modello solo per qualche dettaglio stilistico minore.
Ed ecco dunque i primi tre emblemi. Le prime due illustrazioni e testi rappresentano una variazione sullo stesso emblema, mentre il terzo é ripreso dall’opra di Alciato. Tutti e tre hanno come motivo il cigno.
Tutti i disegni e i testi sono stati realizzati con penne Montblanc, una Edizione degli Scrittori Hemingway (con pennino F) e due Meisterstück 149 (EF e BB), utilizzando inchiostri Toffee Brown e Collodi (entrambi MB), i miei due colori preferiti negli ultimi mesi. La carta é una deliziosa vergata con grammatura di circa 110-120 gr/m2, rilegata in un libro con copertina in cuoio da Scriptorium a Firenze.
Chiedo venia per la lunga (troppo lunga) divagazione e spero che i gentili membri del forum vogliano perdonarmi al considerarmi, come io li considero, un vecchio “amico di penna”.