Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
Pelikan IBIS - 1938 & 1937
- Musicus
- Collaboratore
- Messaggi: 3016
- Iscritto il: martedì 3 dicembre 2013, 20:33
- La mia penna preferita: Waterman Commando Music Nib
- Il mio inchiostro preferito: Waterman Bleu Sérénité
- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
Pelikan IBIS - 1938 & 1937
L'antefatto
Come da un uovo di Pellicano sia potuto nascere un Ibis è questione dibattuta ed ancora controversa fra i naturalisti...
I pennofili, per parte loro, sostengono che l'ardito esperimento genetico sia stato coronato da pieno successo nel 1936, in questo stabilimento di Hannover, Germania... Per capire le implicazioni profonde di tale generazione artificiale, si sono scomodati finanche gli storici delle religioni. Per essi è chiaro che il santo Pellicano che abbevera col suo sangue i piccoli per placarne la fame sia un simbolo del supremo sacrificio cristiano, vera carità "usque ad mortem". L'Ibis che da esso avrebbe avuto vita sarebbe, invece, pur sempre un animale "pagano", estraneo alla tradizione religiosa e culturale occidentale: il culto a lui tributato, infatti, affonda le radici nella religione dell'antico Egitto, ove fu venerato come simbolo del dio Toth, divinità della sapienza e della scrittura, della misurazione del tempo, della matematica e della geometria... Ma tant'è: il Pellicano nel 1936 mise al mondo un Ibis, e si prese cura anche di lui...
E qui mi fermo.
I fatti
La "Ibis" venne introdotta dalla Pelikan nel 1936 per sostituire la ormai poco concorrenziale "Rappen" (penna dotata di un tradizionalissimo caricamento a pulsante di fondo, lanciata nel 1932 per intercettare la domanda della fascia più bassa del mercato stilografico) dalla quale comunque ereditò il disegno con terminali affusolati.
La Ibis venne intelligentemente equipaggiata con il caricamento a stantuffo che aveva fatto la fortuna della Pelikan trasparente (la 100, prima stilografica Pelikan, lanciata nel 1929): la produzione della Ibis venne interrotta in tempo di guerra (1942) per riprendere solo nel 1949, con l'introduzione però di una nuova Ibis, denominata "130", più lunga e realizzata in resina plastica.
Chi volesse approfondire la conoscenza di questo modello della grande casa tedesca, può farlo sul nostro formidabile Wiki:
http://www.fountainpen.it/Ibis
Per un'interessante comparazione dei modelli Pelikan di fascia economica si veda l'argomento di PeppePipes:
viewtopic.php?f=8&t=9755&p=120764#p120764
La penna
IBIS misura unica, in ebanite nera e celluloide trasparente color ambra,
pennino Ibis in palladio (Pd) g.p., parti metalliche a vista dorate, caricamento a stantuffo, anno 1938. La Ibis è la penna della mia collezione che ho pagato meno in assoluto (3 Euro...): era una mattina buia e tempestosa dell'inverno di due anni orsono, e la piccina era in condizioni davvero pietose...
La manutenzione
Ecco la penna pulita e completamente smontata, con l'eccezione del gruppo pennino/alimentatore inserito in un collarino filettato, perchè quello che funziona perfettamente non andrebbe smontato, specie in un manufatto di quasi 80 anni: la Ibis è pronta a ricevere un nuovo sughero per lo stantuffo. Un passaggio intermedio dell'assemblaggio. A questo punto, passiamo un velo di grasso siliconico sul pistone.
E' indispensabile scaldare la base filettata del fusto in celluloide con l'asciugacapelli prima di inserire il gruppo dello stantuffo, poichè esso deve entrare per un primo tratto a frizione e solo dopo si procede all'avvitamento (nb: in senso antiorario!).
Uniamo il tutto, e la penna è pronta. Però forse vorremmo usarla, non solo ammirarla...
Dobbiamo allora far espandere il sughero perchè faccia tenuta lungo il fusto: procediamo ad un primo riempimento con acqua, mediante contagocce, poichè il sughero nuovo non sigilla ancora (e quindi non potrebbe aspirare da sè il liquido con lo stantuffo), e poi perchè provare la tenuta con l'inchiostro non è sempre esente da rischi... Continua.....
Come da un uovo di Pellicano sia potuto nascere un Ibis è questione dibattuta ed ancora controversa fra i naturalisti...
I pennofili, per parte loro, sostengono che l'ardito esperimento genetico sia stato coronato da pieno successo nel 1936, in questo stabilimento di Hannover, Germania... Per capire le implicazioni profonde di tale generazione artificiale, si sono scomodati finanche gli storici delle religioni. Per essi è chiaro che il santo Pellicano che abbevera col suo sangue i piccoli per placarne la fame sia un simbolo del supremo sacrificio cristiano, vera carità "usque ad mortem". L'Ibis che da esso avrebbe avuto vita sarebbe, invece, pur sempre un animale "pagano", estraneo alla tradizione religiosa e culturale occidentale: il culto a lui tributato, infatti, affonda le radici nella religione dell'antico Egitto, ove fu venerato come simbolo del dio Toth, divinità della sapienza e della scrittura, della misurazione del tempo, della matematica e della geometria... Ma tant'è: il Pellicano nel 1936 mise al mondo un Ibis, e si prese cura anche di lui...
E qui mi fermo.
I fatti
La "Ibis" venne introdotta dalla Pelikan nel 1936 per sostituire la ormai poco concorrenziale "Rappen" (penna dotata di un tradizionalissimo caricamento a pulsante di fondo, lanciata nel 1932 per intercettare la domanda della fascia più bassa del mercato stilografico) dalla quale comunque ereditò il disegno con terminali affusolati.
La Ibis venne intelligentemente equipaggiata con il caricamento a stantuffo che aveva fatto la fortuna della Pelikan trasparente (la 100, prima stilografica Pelikan, lanciata nel 1929): la produzione della Ibis venne interrotta in tempo di guerra (1942) per riprendere solo nel 1949, con l'introduzione però di una nuova Ibis, denominata "130", più lunga e realizzata in resina plastica.
Chi volesse approfondire la conoscenza di questo modello della grande casa tedesca, può farlo sul nostro formidabile Wiki:
http://www.fountainpen.it/Ibis
Per un'interessante comparazione dei modelli Pelikan di fascia economica si veda l'argomento di PeppePipes:
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La penna
IBIS misura unica, in ebanite nera e celluloide trasparente color ambra,
pennino Ibis in palladio (Pd) g.p., parti metalliche a vista dorate, caricamento a stantuffo, anno 1938. La Ibis è la penna della mia collezione che ho pagato meno in assoluto (3 Euro...): era una mattina buia e tempestosa dell'inverno di due anni orsono, e la piccina era in condizioni davvero pietose...
La manutenzione
Ecco la penna pulita e completamente smontata, con l'eccezione del gruppo pennino/alimentatore inserito in un collarino filettato, perchè quello che funziona perfettamente non andrebbe smontato, specie in un manufatto di quasi 80 anni: la Ibis è pronta a ricevere un nuovo sughero per lo stantuffo. Un passaggio intermedio dell'assemblaggio. A questo punto, passiamo un velo di grasso siliconico sul pistone.
E' indispensabile scaldare la base filettata del fusto in celluloide con l'asciugacapelli prima di inserire il gruppo dello stantuffo, poichè esso deve entrare per un primo tratto a frizione e solo dopo si procede all'avvitamento (nb: in senso antiorario!).
Uniamo il tutto, e la penna è pronta. Però forse vorremmo usarla, non solo ammirarla...
Dobbiamo allora far espandere il sughero perchè faccia tenuta lungo il fusto: procediamo ad un primo riempimento con acqua, mediante contagocce, poichè il sughero nuovo non sigilla ancora (e quindi non potrebbe aspirare da sè il liquido con lo stantuffo), e poi perchè provare la tenuta con l'inchiostro non è sempre esente da rischi... Continua.....
Ultima modifica di Musicus il lunedì 8 giugno 2015, 11:42, modificato 3 volte in totale.
- Musicus
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- Misura preferita del pennino: Flessibile
- Località: Bolzano
- Gender:
Pelikan IBIS - 1938
Le misure
Chiusa: cm. 11,4
Cappuccio: cm. 5,6
Fusto: cm. 9,2
Con cappuccio calzato: cm. 12,5
Diametro massimo (al labbro del cappuccio): cm. 1,25
Diametro minimo (alla sezione): cm. 0,85
Diametro mediano del fusto: cm. 1,08
Peso (carica): gr. 13
Cappuccio: gr. 4
Fusto: gr. 9
Capacità: ml. 0,85 Il cappuccio
Il cappuccio è massiccio, nonostante le dimensioni contenute e la sommità ogivale. L'effetto d'insieme della penna con cappuccio avvitato è di solidità e di pronta maneggevolezza: qualità rilevanti per un acquirente (molti erano studenti liceali e universitari) che avesse deciso di acquistare la Ibis anche per portarla con sè "fuori casa", come recitavano le pubblicità del decennio precedente, in vacanza o negli "sports"... Il cappuccio, realizzato interamente in ebanite, è composto da tre elementi.
1- La testina, di forma ogivale, che reca inciso sul bordo inferiore la doppia scritta
IBIS · PATENT · IBIS · PATENT 2- Il fermaglio (clip), che è la versione in scala (solo leggermente) ridotta di quello della Pelikan100: di fatto un classico impianto triangolare che si rastrema verso il basso per riallargarsi in una goccia importante.
La clip è fissata ad anello, ed è tenuta in sede dalla testina che si avvita al cappuccio. Il fermaglio è ancora perfettamente elastico e tiene la penna perfettamente ancorata al taschino. Il tutto è ovviamente in metallo ricoperto da una doratura, purtroppo assai meno consistente della laminatura presente sulla Pelikan 100 (comprensibilmente, sul piano commerciale): unica fra le clip delle penne in mio possesso, ho voluto quindi provare a farla ridorare... Così, per l'onesta somma di 10 Euro, ho un colpo d'occhio realistico dello splendore che emanava da una clip così generosa e prorompente al momento dell'acquisto... 3- Il cappuccio propriamente detto, che è un cilindro perfetto.
Nella metà superiore sono presenti due fori di aerazione, ricavati in punti opposti sulla circonferenza: avvitando con accortezza la testina essi possono risultare equidistanti dal fermaglio, con un gradevole effetto di simmetria.
Nella parte inferiore, appena sotto alla goccia della clip è presente un solo anellino decorativo in metallo dorato, che nell'esemplare in mio possesso ha perso ormai del tutto lo splendore originario...
Vi è un'ulteriore decorazione, che risulta da tre linee chiaramente distinguibili sulla superficie: l'anellino della chiusura ad anello della clip, l'anellino alla base del cappuccio e l'anellino più chiaro alla base del fusto in celluloide: queste tre linee si trovano alla rispettiva distanza di 3,8 cm. creando un gradevole effetto di simmetria interna...
Il cappuccio si avvita al fusto compiendo un giro esatto sulla filettatura.
Il fusto
Dal basso troviamo:
1- il fondello in ebanite liscia (recante due forellini per la segnalazione del "fine corsa"), che si stacca dal fusto ancora in forma cilindrica per poi rastremarsi ad ogiva, divenendo l'affusolato contraltare della testina; 2- un cilindro dello stesso diametro della parte terminale del fondello, parte integrante del sistema dello stantuffo, che forma un anello liscio di 7 mm. sul quale è incisa la grandezza della punta (M, in questo caso);
3- il fusto vero e proprio, in celluloide trasparente color ambra.
Proprio come nella Pelikan 100, è il fusto stesso a fare da serbatoio ma, a differenza della progenitrice, sulla Ibis non è presente una camicia "esterna" (Binde) che nasconda lo stantuffo retratto. Sembra, tuttavia, che il fusto avesse una sorta di Binde "interna", anche se solamente "colorata": sulle pareti interne del fusto, infatti, doveva essere stato applicato uno strato di colore nero (procedimento che alcune Case utilizzavano anche per disegnare "all'interno" le righe nere nella finestra di ispezione) che doveva giungere fino al piccolo scalino che si intravede in corrispondenza della battuta del labbro del cappuccio sul fusto, dando alla penna chiusa un aspetto total black...
Su diverse Ibis ancor oggi in circolazione il colore nero dell'interno non ha resistito al tempo e soprattutto all'aggressione degli inchiostri, consegnando alla posterità delle godibilissime "demonstrator" ante litteram, come l'esemplare in presentazione. Dopo lo scalino, il fusto trasparente prosegue verso l'alto iniziando un progressivo, costante restringimento verso il gruppo scrittura, venendo a formare prima la filettatura per l'avvitamento del cappuccio e quindi
4- la sezione, nera e lucida. La sezione termina con una zona concava che assicura la miglior presa possibile all'impugnatura, permettendo di sfruttare al meglio le dimensioni non generosissime della penna.
Continua.......
Chiusa: cm. 11,4
Cappuccio: cm. 5,6
Fusto: cm. 9,2
Con cappuccio calzato: cm. 12,5
Diametro massimo (al labbro del cappuccio): cm. 1,25
Diametro minimo (alla sezione): cm. 0,85
Diametro mediano del fusto: cm. 1,08
Peso (carica): gr. 13
Cappuccio: gr. 4
Fusto: gr. 9
Capacità: ml. 0,85 Il cappuccio
Il cappuccio è massiccio, nonostante le dimensioni contenute e la sommità ogivale. L'effetto d'insieme della penna con cappuccio avvitato è di solidità e di pronta maneggevolezza: qualità rilevanti per un acquirente (molti erano studenti liceali e universitari) che avesse deciso di acquistare la Ibis anche per portarla con sè "fuori casa", come recitavano le pubblicità del decennio precedente, in vacanza o negli "sports"... Il cappuccio, realizzato interamente in ebanite, è composto da tre elementi.
1- La testina, di forma ogivale, che reca inciso sul bordo inferiore la doppia scritta
IBIS · PATENT · IBIS · PATENT 2- Il fermaglio (clip), che è la versione in scala (solo leggermente) ridotta di quello della Pelikan100: di fatto un classico impianto triangolare che si rastrema verso il basso per riallargarsi in una goccia importante.
La clip è fissata ad anello, ed è tenuta in sede dalla testina che si avvita al cappuccio. Il fermaglio è ancora perfettamente elastico e tiene la penna perfettamente ancorata al taschino. Il tutto è ovviamente in metallo ricoperto da una doratura, purtroppo assai meno consistente della laminatura presente sulla Pelikan 100 (comprensibilmente, sul piano commerciale): unica fra le clip delle penne in mio possesso, ho voluto quindi provare a farla ridorare... Così, per l'onesta somma di 10 Euro, ho un colpo d'occhio realistico dello splendore che emanava da una clip così generosa e prorompente al momento dell'acquisto... 3- Il cappuccio propriamente detto, che è un cilindro perfetto.
Nella metà superiore sono presenti due fori di aerazione, ricavati in punti opposti sulla circonferenza: avvitando con accortezza la testina essi possono risultare equidistanti dal fermaglio, con un gradevole effetto di simmetria.
Nella parte inferiore, appena sotto alla goccia della clip è presente un solo anellino decorativo in metallo dorato, che nell'esemplare in mio possesso ha perso ormai del tutto lo splendore originario...
Vi è un'ulteriore decorazione, che risulta da tre linee chiaramente distinguibili sulla superficie: l'anellino della chiusura ad anello della clip, l'anellino alla base del cappuccio e l'anellino più chiaro alla base del fusto in celluloide: queste tre linee si trovano alla rispettiva distanza di 3,8 cm. creando un gradevole effetto di simmetria interna...
Il cappuccio si avvita al fusto compiendo un giro esatto sulla filettatura.
Il fusto
Dal basso troviamo:
1- il fondello in ebanite liscia (recante due forellini per la segnalazione del "fine corsa"), che si stacca dal fusto ancora in forma cilindrica per poi rastremarsi ad ogiva, divenendo l'affusolato contraltare della testina; 2- un cilindro dello stesso diametro della parte terminale del fondello, parte integrante del sistema dello stantuffo, che forma un anello liscio di 7 mm. sul quale è incisa la grandezza della punta (M, in questo caso);
3- il fusto vero e proprio, in celluloide trasparente color ambra.
Proprio come nella Pelikan 100, è il fusto stesso a fare da serbatoio ma, a differenza della progenitrice, sulla Ibis non è presente una camicia "esterna" (Binde) che nasconda lo stantuffo retratto. Sembra, tuttavia, che il fusto avesse una sorta di Binde "interna", anche se solamente "colorata": sulle pareti interne del fusto, infatti, doveva essere stato applicato uno strato di colore nero (procedimento che alcune Case utilizzavano anche per disegnare "all'interno" le righe nere nella finestra di ispezione) che doveva giungere fino al piccolo scalino che si intravede in corrispondenza della battuta del labbro del cappuccio sul fusto, dando alla penna chiusa un aspetto total black...
Su diverse Ibis ancor oggi in circolazione il colore nero dell'interno non ha resistito al tempo e soprattutto all'aggressione degli inchiostri, consegnando alla posterità delle godibilissime "demonstrator" ante litteram, come l'esemplare in presentazione. Dopo lo scalino, il fusto trasparente prosegue verso l'alto iniziando un progressivo, costante restringimento verso il gruppo scrittura, venendo a formare prima la filettatura per l'avvitamento del cappuccio e quindi
4- la sezione, nera e lucida. La sezione termina con una zona concava che assicura la miglior presa possibile all'impugnatura, permettendo di sfruttare al meglio le dimensioni non generosissime della penna.
Continua.......
Ultima modifica di Musicus il lunedì 8 giugno 2015, 19:40, modificato 2 volte in totale.
- Musicus
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Pelikan IBIS - 1938
Il pennino
Il pennino, sulla cui superficie è presente un foro di aerazione di forma circolare, è marchiato
IBIS (scritto con i caratteristici cerchietti)
Pd (in un cerchio) Il materiale è palladio (Pd), in origine placcato oro (g.p.).
L'impiego del palladio in sostituzione dell'oro sulla Ibis risale al 1937, un anno dopo il lancio: il palladio fu utilizzato per circa un anno e mezzo, dopo di che fu a sua volta sostituito dal cromo-nichel (CN) fino al 1942, per l'inasprirsi delle condizioni dell'economia di guerra. Nel 1942 ci fu il fermo della produzione della Ibis, e la dismissione di fatto del modello Ibis originario.
La punta è un medio (M), come riportato sul fusto, ma è con tutta evidenza un "obliquo sinistro" (quindi più correttamente un OM), con un gradevole tocco di flessibilità.
L'alimentatore è in ebanite, nella particolare configurazione a tre lamelle verticali. La lamella centrale è lunga come le altre, e ciò data l'alimentatore 1937-1942. Pennino ed alimentatore sono tenuti in posizione mediante l'inserimento a frizione in un cilindretto di ebanite che si avvita a sua volta alla sezione.
Il sistema di caricamento
Fu il caricamento a stantuffo la ragione del grande successo di Pelikan nel campo delle stilografiche, dove la Casa di Hannover era entrata con così grande ritardo nel 1929: "Semplicissimo è il riempimento della stilografica Pelikan" e pulitissimo, e non lascia mai a secco perchè il livello d'inchiostro è sempre sotto controllo... Così declamava la pubblicità negli anni 1930, e sicuramente a ragione: il sistema di caricamento è talmente ben progettato e costruito che tutte le sue parti in ebanite assolvono perfettamente il loro compito con morbidezza e precisione ancora oggi.
In questa neo-demonstrator, poi, la trasparenza totale svela ogni operazione di rifornimento comandata dal generoso fondello che, tuttavia, risulta difficile azionare accidentalmente, vista la perfezione degli accoppiamenti e la superficie liscia dell'ebanite... Occorrono quattro giri completi dei "puntini di fine corsa" posti sul fondello per svitare completamente il meccanismo (che si solleva mostrando la filettatura), ed ovviamente altrettanti per aspirare l'inchiostro e richiudere il fondello in posizione di riposo.
La capacità di carica di 0,85 millilitri è ragguardevole, segnatamente per una penna di 11,4 cm. di lunghezza, ed è quasi pari al contenuto di una cartuccia e mezza Pelikan standard attualmente in commercio.
Verificata la tenuta e quindi la capacità di aspirazione con l'acqua, procedo con l'inchiostro: trattandosi di una penna con finestra trasparente, opto per un classicissimo Pelikan 4001 Königsblau. Dopo più di mezzo serbatoio consumato, la penna sempre riposta in verticale, non si segnala alcun trafilamento di inchiostro oltre la guarnizione di sughero = posso fidarmi a portare la mia Ibis nel taschino...
Conclusioni Fedele compagna da oltre un anno ormai, la Ibis è insieme alla Pelikan100 sempre presente nelle mie rotazioni: il tratto morbido e pieno del pennino obliquo leggermente flessibile la rendono ai miei occhi ideale per le titolazioni e per le intestazioni in genere.
L'estrema maneggevolezza, la qualità costruttiva e la relativa affidabilità fanno della piccola Ibis un'orgogliosa discendente del primo Pellicano: non essendo divenuta, per ovii motivi dinastici, un'icona di stile, è tuttavia anch'essa un punto di riferimento tecnico, uno strumento da scrittura essenziale ma perfetto, oggi come allora... Grazie per l'attenzione!!
Giorgio
Il pennino, sulla cui superficie è presente un foro di aerazione di forma circolare, è marchiato
IBIS (scritto con i caratteristici cerchietti)
Pd (in un cerchio) Il materiale è palladio (Pd), in origine placcato oro (g.p.).
L'impiego del palladio in sostituzione dell'oro sulla Ibis risale al 1937, un anno dopo il lancio: il palladio fu utilizzato per circa un anno e mezzo, dopo di che fu a sua volta sostituito dal cromo-nichel (CN) fino al 1942, per l'inasprirsi delle condizioni dell'economia di guerra. Nel 1942 ci fu il fermo della produzione della Ibis, e la dismissione di fatto del modello Ibis originario.
La punta è un medio (M), come riportato sul fusto, ma è con tutta evidenza un "obliquo sinistro" (quindi più correttamente un OM), con un gradevole tocco di flessibilità.
L'alimentatore è in ebanite, nella particolare configurazione a tre lamelle verticali. La lamella centrale è lunga come le altre, e ciò data l'alimentatore 1937-1942. Pennino ed alimentatore sono tenuti in posizione mediante l'inserimento a frizione in un cilindretto di ebanite che si avvita a sua volta alla sezione.
Il sistema di caricamento
Fu il caricamento a stantuffo la ragione del grande successo di Pelikan nel campo delle stilografiche, dove la Casa di Hannover era entrata con così grande ritardo nel 1929: "Semplicissimo è il riempimento della stilografica Pelikan" e pulitissimo, e non lascia mai a secco perchè il livello d'inchiostro è sempre sotto controllo... Così declamava la pubblicità negli anni 1930, e sicuramente a ragione: il sistema di caricamento è talmente ben progettato e costruito che tutte le sue parti in ebanite assolvono perfettamente il loro compito con morbidezza e precisione ancora oggi.
In questa neo-demonstrator, poi, la trasparenza totale svela ogni operazione di rifornimento comandata dal generoso fondello che, tuttavia, risulta difficile azionare accidentalmente, vista la perfezione degli accoppiamenti e la superficie liscia dell'ebanite... Occorrono quattro giri completi dei "puntini di fine corsa" posti sul fondello per svitare completamente il meccanismo (che si solleva mostrando la filettatura), ed ovviamente altrettanti per aspirare l'inchiostro e richiudere il fondello in posizione di riposo.
La capacità di carica di 0,85 millilitri è ragguardevole, segnatamente per una penna di 11,4 cm. di lunghezza, ed è quasi pari al contenuto di una cartuccia e mezza Pelikan standard attualmente in commercio.
Verificata la tenuta e quindi la capacità di aspirazione con l'acqua, procedo con l'inchiostro: trattandosi di una penna con finestra trasparente, opto per un classicissimo Pelikan 4001 Königsblau. Dopo più di mezzo serbatoio consumato, la penna sempre riposta in verticale, non si segnala alcun trafilamento di inchiostro oltre la guarnizione di sughero = posso fidarmi a portare la mia Ibis nel taschino...
Conclusioni Fedele compagna da oltre un anno ormai, la Ibis è insieme alla Pelikan100 sempre presente nelle mie rotazioni: il tratto morbido e pieno del pennino obliquo leggermente flessibile la rendono ai miei occhi ideale per le titolazioni e per le intestazioni in genere.
L'estrema maneggevolezza, la qualità costruttiva e la relativa affidabilità fanno della piccola Ibis un'orgogliosa discendente del primo Pellicano: non essendo divenuta, per ovii motivi dinastici, un'icona di stile, è tuttavia anch'essa un punto di riferimento tecnico, uno strumento da scrittura essenziale ma perfetto, oggi come allora... Grazie per l'attenzione!!
Giorgio
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- maxpop 55
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Pelikan IBIS - 1938
Meravigliosa penna, ottimo lavoro di restauro, belle foto ed ottimo commento.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Come sempre una recensione geniale!
Simone
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Questo è un forum in italiano, per pietà evitiamo certi obbrobri linguistici:
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e per aiutare chi non trova un termine:
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Ti ringrazio, Max, per i complimenti articolati "su tutta la linea", che mi fanno molto piacere!!maxpop 55 ha scritto:Meravigliosa penna, ottimo lavoro di restauro, belle foto ed ottimo commento.
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Grazie, Riccardo: mi fa piacere che tu abbia apprezzato!Contax1961 ha scritto:Bellissima recensione, e penna meravigliosa!
Giorgio
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piccardi ha scritto:Come sempre una recensione geniale!
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Che meraviglia!!! Bravo, bravo, bravo!
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Chapeau!
E dopo una recensione così, caro Giorgio, con quale coraggio oserei proporne una io - come da te sollecitato?
E dopo una recensione così, caro Giorgio, con quale coraggio oserei proporne una io - come da te sollecitato?
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Recensione ? Magistrale, come sempre
Mi hai fatto venire voglia di averla assolutamente.
La foto della penna completamente smontata per me è sconcertante, io non mi azzardo , potrei fare danno e lo farei sicuramente.
Mi hai fatto venire voglia di averla assolutamente.
La foto della penna completamente smontata per me è sconcertante, io non mi azzardo , potrei fare danno e lo farei sicuramente.
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"L' è tutto da rifare"
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Grazie, Cesare!!!Cex71 ha scritto:Che meraviglia!!! Bravo, bravo, bravo!
Giorgio
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Ciao Fiocchetti!!Fiocchetti ha scritto:Chapeau!
E dopo una recensione così, caro Giorgio, con quale coraggio oserei proporne una io - come da te sollecitato?
Ti ringrazio per l'apprezzamento, ma non puoi cavartela così a buon mercato : mi sono appena gustato le tue osservazioni sulla matita perpetua: e a ragion veduta ti rinnovo l'invito a descriverci con altrettanta sagacia la splendida Patrician che è nella tua collezione!
Come avrai forse intuito, con la piccola Ibis avevo un conto in sospeso: l'ho avuta troppo spesso per le mani, e le dovevo un trattamento di riguardo....
Non è mia intenzione indulgere ancora a tali lungaggini con altre penne
A presto!
Giorgio
Ultima modifica di Musicus il martedì 9 giugno 2015, 10:24, modificato 2 volte in totale.
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Ciao Medicus!! Ben ritrovato!!Medicus ha scritto:Recensione ? Magistrale, come sempre
Mi hai fatto venire voglia di averla assolutamente.
Ma non ti eri vaccinato contro le tentazioni stiliformi?!?!
Quando la penna si presenta così malconcia da non incutere alcun timore reverenziale, allora si fanno esperimenti... Se ti va bene, fai pochi danni e impari qualcosa; se ti va male, impari qualcosa e basta!Medicus ha scritto:La foto della penna completamente smontata per me è sconcertante, io non mi azzardo , potrei fare danno e lo farei sicuramente.
A presto!!
Giorgio