Forse mi ricordo male, o il mio esemplare è veramente strano.
Niente touchdown ma un pistone e una sezione con una filettatura luuuuuuuunghissima.
Oppure la mia non è una 53 ?
Chiaritemi, che comincio a preoccuparmi della memoria !!
D'altra parte sul wiki vedo che c'e' una pobblicità di una Pen-Co a riempimento capillare.
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- Ottorino
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Proverò a cercare nei più vecchi che ho, magari lo ripesco, e forse si riesce a capire da dove parte la storia. Quale sia la base di verità non lo sapremo mai (ci sono libri che ancora oggi riportano la bufala della macchia di inchiostro di Waterman o la Eversharp che nasce per commercializzare la matita meccanica del fondatore della Sharp...).PeppePipes ha scritto: La questione del contenzioso legale tra Sheaffer e Pen-Co è stata raccontata su qualcuno dei primi libri italiani sull'argomento penne; non ricordo quale e dovrei andare a controllare, ma non ha poi molta importanza al fine dello stabilire se si tratti di verità o leggenda.
Purtroppo in italia di fonti primarie ce ne sono poche, molte cose sono per sentito dire, e gli effetti del telefono senza fili credo siano noti a tutti quelli di una certa età come me che ci han giocato da piccolo.
Anch'io credo alquanto improbabile un intervento diretto della Sheaffer americana, se c'è stato qualcosa sicuramente è partito dal loro rappresentante in Italia. Ma il mio dubbio è se c'è davvero stato qualcosa e se si tratti davvero di una causa. Ancora oggi ci sono troppe cose che si tramandano per voci e sentito dire, specie da noi dove i riscontri documentali sono pochi, anche per le distruzioni belliche, e quei pochi che ci sono (come i brevetti) sono sostanzialmente inaccessibili.PeppePipes ha scritto: Dal mio punto di vista mi sembra poco plausibile che la Sheaffer abbia potuto vedere nella Pen-Co una concorrente sleale che potesse danneggiare il proprio giro di affari; molto più verosimile mi appare invece l'ipotesi che la presunta azione legale possa essere stata intentata dall'importatore italiano dalla Sheaffer, alle cui vendite la copia italiana poteva effettivamente comportare un certo danno. Se poi a questo più plausibile contenzioso la casa americana prese parte in modo più o meno diretto, non credo sia in oggi dato saperlo.
Se c'è stato qualcosa, una letteraccia degli avvocati, o una denuncia, gli atti o le carte dovrebbero risultare. Magari la storia è partita proprio dalla conoscenza di un qualcosa di concreto di questo tipo e saperlo sarebbe importante. In USA dalle trascrizioni delle cause si sono trovate informazioni interessantissime sulla storia iniziale della stilografica.
Nella ricerca storica carta canta, ma da noi troppo spesso restiamo ai sentito dire, ma questi sul piano storico hanno affidabilità quasi nulla, anche se vengono dai protagonisti diretti (non sarebbe la prima volta che dalle stesse persone tirano fuori storie completamente diverse, vedi viewtopic.php?f=8&t=8177).
Simone
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Pero' mi sembra ottimo un mezzo come il forum, che almeno documenta il sentito dire e lo mette per iscritto.
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Certo sono cose interessanti ed utili da sapere ai fini storici, però io consumatore, come ultimo anello della catena posso solo essere dispiaciuto che la Pen-co non esista più.
Il valore di una stilografica non dipende dal costo, ma dal valore che noi le diamo.
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Temo che sarà difficile se non impossibile pervenire alla verità sulla vicenda del presunto contenzioso Sheaffer / Pen-Co; difficile per la scarsità degli indizi e per la possibile varietà di sfumature della questione. Per esempio, pur ammettendo la fondatezza della voce, potrebbe non esserci mai stata una sentenza in quanto l'adire alle vie legali avrebbe potuto essere solo una minaccia in grado di indurre la casa vicentina a cercare una transazione che avrebbe potuto essere trovata con l'impegno da parte di Pen-Co a cambiare quantomeno il sistema di caricamento. Cosa che è effettivamente avvenuta, anche se temo che manchi la certezza che le penne con sistemi di riempimento diversi dallo scopiazzato Touch-down siano effettivamente successive alle predette.
La curiosità è madre dell'interesse. Una vita senza interessi è una vita in stato comatoso.