Sulle Parker sono piuttosto freddo (non mi piacciono in modo particolare; quelle attuali, poi, proprio per nulla: come le Sheaffer, d'altro canto), ma credo che, per amore di verità, occorra ricordare, sul sistema di alimentazione, la grossa innovazione introdotta con la "61" (capillarità).
Che poi sia stato un "flop" perché non avevano pensato che una penna, oltre che caricarla, occorre poi anche all'occorrenza svuotarla, e periodicamente pulirla, è un'altra cosa; ma il sistema in sè era veramente innovativo e geniale (e funziona anche molto bene, fino a quando l'alimentatore non si intasa e a condizione di finire sempre l'inchiostro presente prima di caricarne un altro: esperienza personale ).
Poi ha perfettamente ragione Ottorino: da noi negli anni '50 - '60 - '70 "La" penna/stilografica era la Parker; non c'era storia (Montblanc semisconosciuta, Pelikan e Aurora conosciute solo per le scolastiche Pelikano e Auretta).
Bologna Pen Show - Mostra Scambio di Bologna
30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Ditta Parker
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Ditta Parker
Concordo sull'avveniristico sistema di caricamento della Parker 61, ne ho da poco acquistata una usata ed è veramente spettacolare, ogni volta che la carico mi stupisco per il suo funzionamento ( la pubblicità dell'epoca con William Holden rende bene l'idea). Lo trovo un sistema avveniristico oggi, figuriamoci quando è stato realizzato.
Forse sono stato fortunato a trovare una penna in condizioni perfette (ad un prezzo irrisorio) ma al momento funziona in maniera perfetta, nessuna perdita di inchiostro. forse il flop della 61 era dovuto anche al periodo ( tutti stavano passando alle penne a sfera) e non solo al sistema di caricamento poco affidabile (o forse gli inchiostri una volta erano piu problematici, io la sto usando con il waterman havana e funziona perfettamente).
Non me lo sarei mai aspettato (è la prima parker che acquisto) ma questa 61 mi piace moltissimo (e non solo per il sistema di caricamento) penso verrà affiancata a breve da altre Parker vintage ( appena riesco a capire da cosa dipendono i prezzi delle vacumatic, che al momento a seguire le aste variano per me inspiegabilmente dai 40 ai 400 € )
Forse sono stato fortunato a trovare una penna in condizioni perfette (ad un prezzo irrisorio) ma al momento funziona in maniera perfetta, nessuna perdita di inchiostro. forse il flop della 61 era dovuto anche al periodo ( tutti stavano passando alle penne a sfera) e non solo al sistema di caricamento poco affidabile (o forse gli inchiostri una volta erano piu problematici, io la sto usando con il waterman havana e funziona perfettamente).
Non me lo sarei mai aspettato (è la prima parker che acquisto) ma questa 61 mi piace moltissimo (e non solo per il sistema di caricamento) penso verrà affiancata a breve da altre Parker vintage ( appena riesco a capire da cosa dipendono i prezzi delle vacumatic, che al momento a seguire le aste variano per me inspiegabilmente dai 40 ai 400 € )
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Ditta Parker
@infu: La 61 è in effetti secondo me una bellissima penna, ma piuttosto fragile.
Mi permetto di darti alcuni consigli (esperienza fatta sulla mia pelle, ovvero su quella di una 61 regalatami all'epoca e che ho usato perf decenni):
* La freccetta (arrow) vicino al pennino si stacca molto facilmente (se non la perdi si può nuovamente incollare; comunque su Ebay ne vendono di ricambio);
* Il fusto, nel punto dove si avvita, è molto sottile e fragile: non stringere mai troppo, altrimenti si crepa (ed infatti la mia si è crepata). Poi non capita nulla, intanto lì non c'è inchiostro, ma rimane crepato.
* Il sistema di carica è una meraviglia, ma era il tallone d'Achille della penna, perché non era previsto un sistema di pulizia, e dopo un po' inevitabilmente si intasa e non carica più. Consiglio: usata continuamente senza lasciarla mai ferma, in modo che l'inchiostri secchi il meno possibile. Finisci sempre una carica prima di ricaricare. Non cambiare tipo di inchiostro, ed usa inchiostri fluidi che lascino il meno possibile depositi (i Waterman vanno bene, ma anche il Parker Quink blu, che era il suo originale dell'epoca). Quando non caricherà più inchiostro, compra in farmacia una peretta di gomma, taglia la punta in modo che si adatti ad entrare nel serbatoio, riempila di acqua e poi forza fino a farla passare attraverso serbatoio, alimentatore ed uscire dal pennino (vedrai che all'inizio non passerà nulla, ma poi piano piano l'acqua si farà strada). A questo punto il più sarà fatto: ancora un paio di giorni in ammollo completo della penna (escluso il serbatoio, ovviamente) in acqua (vedrai quanta porcheria uscirà ancora), poi un altro paio di giorni ad asciugare e la penna tornerà come nuova pronta a caricare nuovamente l'inchiostro ed a scrivere.
In altre parole: è una penna che va bene se la usi tutti i giorni; se la usi "a rotazione" rischia di diventare un disastro.
Scusa la lunghezza del messaggio, ma spero di esserti stato utile, e buona scrittura con la tua Parker 61!
Giuseppe.
Mi permetto di darti alcuni consigli (esperienza fatta sulla mia pelle, ovvero su quella di una 61 regalatami all'epoca e che ho usato perf decenni):
* La freccetta (arrow) vicino al pennino si stacca molto facilmente (se non la perdi si può nuovamente incollare; comunque su Ebay ne vendono di ricambio);
* Il fusto, nel punto dove si avvita, è molto sottile e fragile: non stringere mai troppo, altrimenti si crepa (ed infatti la mia si è crepata). Poi non capita nulla, intanto lì non c'è inchiostro, ma rimane crepato.
* Il sistema di carica è una meraviglia, ma era il tallone d'Achille della penna, perché non era previsto un sistema di pulizia, e dopo un po' inevitabilmente si intasa e non carica più. Consiglio: usata continuamente senza lasciarla mai ferma, in modo che l'inchiostri secchi il meno possibile. Finisci sempre una carica prima di ricaricare. Non cambiare tipo di inchiostro, ed usa inchiostri fluidi che lascino il meno possibile depositi (i Waterman vanno bene, ma anche il Parker Quink blu, che era il suo originale dell'epoca). Quando non caricherà più inchiostro, compra in farmacia una peretta di gomma, taglia la punta in modo che si adatti ad entrare nel serbatoio, riempila di acqua e poi forza fino a farla passare attraverso serbatoio, alimentatore ed uscire dal pennino (vedrai che all'inizio non passerà nulla, ma poi piano piano l'acqua si farà strada). A questo punto il più sarà fatto: ancora un paio di giorni in ammollo completo della penna (escluso il serbatoio, ovviamente) in acqua (vedrai quanta porcheria uscirà ancora), poi un altro paio di giorni ad asciugare e la penna tornerà come nuova pronta a caricare nuovamente l'inchiostro ed a scrivere.
In altre parole: è una penna che va bene se la usi tutti i giorni; se la usi "a rotazione" rischia di diventare un disastro.
Scusa la lunghezza del messaggio, ma spero di esserti stato utile, e buona scrittura con la tua Parker 61!
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Ditta Parker
@Giuseppe: ti rigrazio molto per i consigli, un po di cose le avevo lette in giro ( infatti ho gia la peretta adatta ), la freccetta al momento c'è e spero di non perderla, per il fusto starò attentissimo.
Da qualche parte avevo letto il consiglio di caricarla spesso senza aspettare che finisse l'inchiostro, ma credo seguirò la tua indicazione, al momento comunque penso resterò con il waterman, non mi fido a usare la 61 per provare gli inchiostri.
Approfitto per un'informazione, per usarla tutti i giorni dovrei portarmela in giro (viaggio spesso per lavoro), mi fido o rischio di trovarmi la 61 con cappuccio o fusto pieno di inchiostro?
Ancora grazie per i preziosi consigli
Da qualche parte avevo letto il consiglio di caricarla spesso senza aspettare che finisse l'inchiostro, ma credo seguirò la tua indicazione, al momento comunque penso resterò con il waterman, non mi fido a usare la 61 per provare gli inchiostri.
Approfitto per un'informazione, per usarla tutti i giorni dovrei portarmela in giro (viaggio spesso per lavoro), mi fido o rischio di trovarmi la 61 con cappuccio o fusto pieno di inchiostro?
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@infu: Quando la usavo la portavo spesso anch'io in giro nel taschino della giacca, e non ho mai avuto perdite di inchiostro.
Il problema era che non riuscivo mai a calcolare quanto inchiostro avevo, e quindi a volte rimanevo a secco.
Pensando a quanto hai scritto, anche il ricaricare sovente la penna, purché sempre con lo stesso inchiostro, senza aspettare che finisca potrebbe avere un senso (evita certamente che l'inchiostro inizi a seccare nella parte del serbatoio vuota): a questo punto non saprei più quale possa essere la soluzione migliore.
La mia ora (nera con cappuccio vermeil a strisce), che per me ha un grande valore affettivo (mi era stata regalata per la mia prima comunione, tanti secoli fa ), riposa in bella mostra a casa in una vetrinetta, nella sua scatola originale con l'abbinato portamine e tanto di garanzia timbrata, dopo essere stata accuratamente pulita, proprio perché, o la usi tutti i giorni (ed io non lo faccio, utilizzando a rotazione anche altre stilografiche), o inevitabilmente insorgono i problemi (come infatti era capitato a me).
Comunque una splendida e, per l'epoca, avveniristica penna; e curiosa anche la pubblicità di allora, che presentava la capillarità come un qualcosa di quasi magico.
Poi a quel tempo si era in pieno "sogno americano"...
Ciao.
Giuseppe.
Il problema era che non riuscivo mai a calcolare quanto inchiostro avevo, e quindi a volte rimanevo a secco.
Pensando a quanto hai scritto, anche il ricaricare sovente la penna, purché sempre con lo stesso inchiostro, senza aspettare che finisca potrebbe avere un senso (evita certamente che l'inchiostro inizi a seccare nella parte del serbatoio vuota): a questo punto non saprei più quale possa essere la soluzione migliore.
La mia ora (nera con cappuccio vermeil a strisce), che per me ha un grande valore affettivo (mi era stata regalata per la mia prima comunione, tanti secoli fa ), riposa in bella mostra a casa in una vetrinetta, nella sua scatola originale con l'abbinato portamine e tanto di garanzia timbrata, dopo essere stata accuratamente pulita, proprio perché, o la usi tutti i giorni (ed io non lo faccio, utilizzando a rotazione anche altre stilografiche), o inevitabilmente insorgono i problemi (come infatti era capitato a me).
Comunque una splendida e, per l'epoca, avveniristica penna; e curiosa anche la pubblicità di allora, che presentava la capillarità come un qualcosa di quasi magico.
Poi a quel tempo si era in pieno "sogno americano"...
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Giuseppe.
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La 61 è indubbiamente una penna dalla linea molto elegante e gradevole, ma francamente non mi sentirei di definirla rivoluzionaria per un sistema di caricamento che - a mio parere - ha più ombre che luci. Innanzi tutto è più lento nel riempimento di qualsiasi altro e probabilmente è anche quello con la capacità di carica più ridotta (non so se abbiano mai fatto una 61 con pennino BB, ma credo che dopo una pagina sarebbe a secco). D'altra parte sa all'epoca la stessa Parker lo modificò dietro alle richieste pressanti degli acquirenti, un motivo ci sarà ben stato. Non c'è nulla di cui scandalizzarsi: all'epoca era necessario proporre qualcosa di nuovo per contrastare la concorrenza e ci può stare un passo falso, però sia per Parker che per Waterman, che provò ad andarle dietro, fu una parentesi aperta e subito chiusa.
In collezione ho rigorosamente solo 61 col caricamento a capillarità, ma se dovessi usarla ne preferirei una modificata con l'aerometric.
In collezione ho rigorosamente solo 61 col caricamento a capillarità, ma se dovessi usarla ne preferirei una modificata con l'aerometric.
La curiosità è madre dell'interesse. Una vita senza interessi è una vita in stato comatoso.