Ditta Parker
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Mi sono fatto la convinzione personale che la fama che si è procurata nel tempo la Parker ( ovviamente dopo la Duofold ed escludendo la Vacumatic) sia in parte immeritata. Che dire delle sezioni infilate a pressione sul corpo in penne a pulsante di fondo ? Anche la più modesta e scalcinata ditta italiana filettava sia le sezioni, sia il corpo penna per evitare che la spinta del pulsante potesse far fuoriuscire la sezione. Che dire del sistema di caricamento della 51 confronto a quello dell'Aurora 88 ? Che dire poi dei modelli francesi in cui la sezione di resina viene avvitata sul corpo penna di metallo con rischio di rovinare la filettatura sulla sezione ?
Saluti Valerio
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Personalmente ho la tua stessa convinzione.valerio50 ha scritto:Mi sono fatto la convinzione personale che la fama che si è procurata nel tempo la Parker ( ovviamente dopo la Duofold ed escludendo la Vacumatic) sia in parte immeritata. Che dire delle sezioni infilate a pressione sul corpo in penne a pulsante di fondo ? Anche la più modesta e scalcinata ditta italiana filettava sia le sezioni, sia il corpo penna per evitare che la spinta del pulsante potesse far fuoriuscire la sezione. Che dire del sistema di caricamento della 51 confronto a quello dell'Aurora 88 ? Che dire poi dei modelli francesi in cui la sezione di resina viene avvitata sul corpo penna di metallo con rischio di rovinare la filettatura sulla sezione ?
Saluti Valerio
Almeno un tempo i materiali erano ottimi, al contrario di oggi. Ma a livello tecnologico la Parker è sempre rimasta anni indietro rispetto alle penne europee.
Il modello più bello, a mio parere, resta la Vacumatic, che con il sistema di caricamento voleva pallidamente imitare le penne europee a stantuffo, in qualche modo.
Ma alla Parker non hanno mai realizzato sistemi a stantuffo, forse perchè non erano interessati, forse perchè non sapevano produrli.
Resta il fatto che,per quanto ne so, negli USA continuano a preferire le penne italiane e tedesche, appunto a stantuffo.
Alessandro
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Si può dire ad esempio che la Parker le sue pulsante di fondo ha iniziato a farle nel 1913, le italiane almen oltre 10 anni dopo (facciamo anche quindi 15, molto più spesso 20).valerio50 ha scritto: Che dire delle sezioni infilate a pressione sul corpo in penne a pulsante di fondo ? Anche la più modesta e scalcinata ditta italiana filettava sia le sezioni, sia il corpo penna per evitare che la spinta del pulsante potesse far fuoriuscire la sezione.
E comunque non so le tue, ma le Duofold che ho io la sezione ce l'hanno a vite.
Simone
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E' vero che la Parker ha cominciato a produrre penna a pulsante prima di tutte le altre ditte, segnatamente di quelle italiane, ma è altrettanto vero che dopo questo brevetto ( Vacumatic a parte), per quanto riguarda la tecnologia (non l'estetica) è stata superata da altri produttori.piccardi ha scritto:Si può dire ad esempio che la Parker le sue pulsante di fondo ha iniziato a farle nel 1913, le italiane almen oltre 10 anni dopo (facciamo anche quindi 15, molto più spesso 20). E comunque non so le tue, ma le Duofold che ho io la sezione ce l'hanno a vite.
Le Duofold Flat Top hanno la sezione filettata, le Duofold inglesi hanno la sezione inserita a pressione sul corpo penna.
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Mah, a guardare la lista dei brevetti che seguono quello del Vacumatic, mi pare un'opinione alquanto azzardata. Considerato quel che è successo con la 51, direi piuttosto che è stata inseguita, e pure con parecchio ritardo.valerio50 ha scritto: E' vero che la Parker ha cominciato a produrre penna a pulsante prima di tutte le altre ditte, segnatamente di quelle italiane, ma è altrettanto vero che dopo questo brevetto ( Vacumatic a parte), per quanto riguarda la tecnologia (non l'estetica) è stata superata da altri produttori.
Simone
PS La produzione di basso costo di una filiale estera non mi pare proprio il miglior punto di riferimento per trarre conclusioni generiche sulla qualità e la tecnologia di una azienda.
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La mia sarà anche una sciocchezza, ma personalmente ritengo che abbiano fatto delle scelte precise sui sistemi di caricamento.
Non ritengo che non sapessero fare uno stantuffo ma A ME SEMBRA che i loro sistemi di caricamento (vedi la 51 o il pulsante di fondo) siano molto più semplici da riparare e questa mi sembra una scelta precisa fatta dalla ditta. VEdi oggi cosa si deve fare se hai una 88p con stantuffo in sughero che non vuole muoversi. Con la 51 quando hai cambiato il sacchetto con uno moderno in silicone sei a posto per tutta la vita!
Non la conosco in dettaglio ma mi sembra che la 51 abbia anche un sistema per prevenire perdite di inchiostro.
In sostanza mi sembrano penne fatte per essere facilmente prodotte industrialmente e facilmente riparate.
Non ritengo che non sapessero fare uno stantuffo ma A ME SEMBRA che i loro sistemi di caricamento (vedi la 51 o il pulsante di fondo) siano molto più semplici da riparare e questa mi sembra una scelta precisa fatta dalla ditta. VEdi oggi cosa si deve fare se hai una 88p con stantuffo in sughero che non vuole muoversi. Con la 51 quando hai cambiato il sacchetto con uno moderno in silicone sei a posto per tutta la vita!
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Non la conosco in dettaglio ma mi sembra che la 51 abbia anche un sistema per prevenire perdite di inchiostro.
In sostanza mi sembrano penne fatte per essere facilmente prodotte industrialmente e facilmente riparate.
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Che sia più difficile riparare un meccanismo a pistone, soprattutto se cervellotico come quello della Aurora 88P, è più che certo. Ma io credo che alla Parker siano state compiute scelte diverse, probabilmente perché quei sistemi, che sono praticamente dei converter fissi , sono sembrati più pratici nell'utilizzo; ma non necessariamente più tecnologicamente avanzati dello stantuffo.
Alessandro
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Più pratici nell'utilizzo ed aggiungo io molto più economici da produrre rispetto un sistema a pistone, in vista soprattutto dell'utile da perseguire a prodotto venduto.Francè ha scritto:Ma io credo che alla Parker siano state compiute scelte diverse, probabilmente perché quei sistemi, che sono praticamente dei converter fissi , sono sembrati più pratici nell'utilizzo;
Valerio
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I pennini parker che ho provato sono molto belli, le penne sono solide, sono di serie, hanno un design che negli anni trenta e quaranta non credo avessi uguali in italia, francia, e germania, con le sue forme streamlined. Sono sicuramente penne industriali, prodotte in quella che all'epoca era la nazione industriale più importante al mondo, la patria della catena di montaggio e dell'ingegneria di precisione. E anche il più grande mercato al mondo per oggetti di questo genere.
- piccardi
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La tecnologia di una penna non è quella del suo sistema di caricamento, alimentatore, sistema di compensazione, materiali e relative durate, sono tutti aspetti tecnologici. E per quanto la celluloide sia molto più bella, costosa e complicata da produrre, è, proprio per questo una plastica molto meno tecnologicamente avanzata della lucite (tant'è vero che quest'ultima è stata inventata dopo). Non farei la semplicistica equazione "maggiore complessità meccanica" = "maggiore tecnologia", in genere è esattamente l'opposto.vikingo60 ha scritto:ma non necessariamente più tecnologicamente avanzati dello stantuffo.
Simone
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Io credo che la Parker incarni la filososia statunitense, oggetti non eccessivamente complessi ma funzionali, se guardiamo in altri settori (es. auto) troviamo la stessa filosofia. E' un mercato meno raffinato di quello europeo se vogliamo fare un paragone, ma che non siano in grado di produrre innovazione o tecnologia non direi proprio, se vogliono sono maniacali a creare specifiche di produzione, solo che come dicevo sono anche molto pratici...poi questo è il mio modesto parere.
Riccardo
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Non sono d'accordo, secondo me la Parker la sua fama se l'è strameritata.
Scelte progettuali diverse non significano minore capacità di innovare, anzi il sistema aerometric era molto più innovativo per l'epoca di quanto non lo sarebbe stato un meccanismo a pistone (stracollaudato), non tanto per il meccanismo in se (in fondo è l'ennesimo sistema per comprimere un sacchetto), ma per i piccoli accorgimenti volti a impedire le perdite d'inchiostro e a ridurre al minimo la manutenzione necessaria, tant'è che oggi è più facile trovare una 51 con il sacchetto integro e funzionante che una coeva Montblanc con il meccanismo a pistone.
Poi ci fu in seguito il tentativo del caricamento a capillarità della 61 (un mezzo disastro), ed il successivo abbandonarsi alle comodità delle cartucce, ma in definitiva credo che la fama che si è creata sia dovuta soprattutto alla qualità dei materiali utilizzati ed alle ottime caratteristiche di scrittura delle sue penne, più che ai meccanismi di caricamento fantasiosi.
Scelte progettuali diverse non significano minore capacità di innovare, anzi il sistema aerometric era molto più innovativo per l'epoca di quanto non lo sarebbe stato un meccanismo a pistone (stracollaudato), non tanto per il meccanismo in se (in fondo è l'ennesimo sistema per comprimere un sacchetto), ma per i piccoli accorgimenti volti a impedire le perdite d'inchiostro e a ridurre al minimo la manutenzione necessaria, tant'è che oggi è più facile trovare una 51 con il sacchetto integro e funzionante che una coeva Montblanc con il meccanismo a pistone.
Poi ci fu in seguito il tentativo del caricamento a capillarità della 61 (un mezzo disastro), ed il successivo abbandonarsi alle comodità delle cartucce, ma in definitiva credo che la fama che si è creata sia dovuta soprattutto alla qualità dei materiali utilizzati ed alle ottime caratteristiche di scrittura delle sue penne, più che ai meccanismi di caricamento fantasiosi.
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Potrei anche concordare, ma bisogna ammettere che oggi, quanto a materiali e caratteristiche di scrittura, la Parker è caduta molto in basso, da quando è stata acquistata dalla Gillette prima e dal gruppo Sanford poi: pennini che si corrodono, tutta la prima serie delle Sonnet che non scriveva e perdeva le dorature in circa 20 giorni.AeRoberto ha scritto:Non sono d'accordo, secondo me la Parker la sua fama se l'è strameritata.
Scelte progettuali diverse non significano minore capacità di innovare, anzi il sistema aerometric era molto più innovativo per l'epoca di quanto non lo sarebbe stato un meccanismo a pistone (stracollaudato), non tanto per il meccanismo in se (in fondo è l'ennesimo sistema per comprimere un sacchetto), ma per i piccoli accorgimenti volti a impedire le perdite d'inchiostro e a ridurre al minimo la manutenzione necessaria, tant'è che oggi è più facile trovare una 51 con il sacchetto integro e funzionante che una coeva Montblanc con il meccanismo a pistone.
Poi ci fu in seguito il tentativo del caricamento a capillarità della 61 (un mezzo disastro), ed il successivo abbandonarsi alle comodità delle cartucce, ma in definitiva credo che la fama che si è creata sia dovuta soprattutto alla qualità dei materiali utilizzati ed alle ottime caratteristiche di scrittura delle sue penne, più che ai meccanismi di caricamento fantasiosi.
Ho sentito però voci insistenti che Parker starebbe per tornare nei modelli di alta gamma.
Alessandro
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Una cosa che non riesco a digerire è la sopravvalutazione delle odierne Parker a cartuccia. E 'mai possibile che per una Duofold ( nuova serie) mi si chiedano 385 Euro, quando un'Aurora 88 ( nuova serie) ne costa 320 ? ( Prezzi tratti dal sito "La stilografica").
Saluti. Valerio
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Oggi purtroppo delle ditte americane che han fatto la storia della stilografica (Sheaffer e Parker in primis) non resta praticamente che dei marchi. Con realizzazione di penne, concordo pienamente con te, di qualità alquanto bassa. Ormai credo ci sia rimasto assai poco da inventare, ma fino agli anni '60 la Parker è stata, nel mondo degli strumenti di scrittura, fra le aziende più innovative, e per qualità della produzione, ai massimi livelli. Quando andavo alle medie mia madre per la promozione mi comprò una Parker (biro, magari fosse stata una stilografica) perché quella allora era la marca considerata "la Marca". Allora Montblanc difficilmente la sentivi nominare e se confronti una Carrera con una 45 (non parliamo di una 75) è abbastanza evidente vedere chi aveva la meglio ...vikingo60 ha scritto:Potrei anche concordare, ma bisogna ammettere che oggi, quanto a materiali e caratteristiche di scrittura, la Parker è caduta molto in basso, da quando è stata acquistata dalla Gillette prima e dal gruppo Sanford poi: pennini che si corrodono, tutta la prima serie delle Sonnet che non scriveva e perdeva le dorature in circa 20 giorni.
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