L' Etiopia è una penna assai particolare, dato che viene considerata, nella mia opinione assolutamente a torto, una delle più rare e preziose penne prodotte in Italia. Essa viene spesso descritta come la penna creata per gli ufficiali della campagna d'Etiopia, ma è dato ormai per assodato che questa è una delle tante bufale che girano nel mondo della stilografica, come quella della macchia di inchiostro di Lewis Edson Waterman.
Ma questa storia comunque la ha resa famosa (cosa che probabilmente era lo scopo principale della storia stessa), e risulta uno dei modelli più ricercati e costosi, pur non essendo, nella versione ordinaria color avorio di cui si ha notizia fin dal 1936, una penna poi così rara (ne ho viste una praticamente a tutti i Pen Show italiani a cui ho partecipato).
La versione comparsa a Firenze ha però una particolarità, illustrata nelle foto che seguono e cioè il pennino, che invece di essere il solito Aurora di misura 2½ che si trova normalmente su questa penna, è caratterizzato dall'incisione di un'Aquila e reca solo le indicazioni della caratura.
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(le versioni ad alta risoluzione sono disponibili sul wiki a partire da http://www.fountainpen.it/Etiopia#Materiale_disponibile)
La particolarità del modello non ha mancato, mi dicono, di suscitare discussioni, arrivate fino a porre in dubbio l'autenticità della penna o in subordine del pennino stesso. Ricordo però, molti anni fa ad uno dei primi Pen Show a cui partecipai, sempre a Firenze, discussioni simili al riguardo di una Etiopia verde marmorizzata, dichiarata allora da alcuni un palese falso, perché detto colore non esisteva...
Personalmente non sono un grande esperto di Aurora, e ancora meno di Etiopia, che come ho già avuto occasione di dire reputo una penna di assoluta insignificanza tecnica (altro non può essere, nel 1936, un caricamento a contagocce con pastiglie di inchiostro) e di altrettanto scarso rilievo stilistico o pratico. Questo comunque non la rende una penna trascurabile dal punto di vista collezionistico, e dal punto di vista storico l'esistenza di un pennino che richiama chiaramente la decorazione sul cappuccio della penna (l'aquila littoria del regime fascista) apre una serie di interrogativi riguardo la sua origine.
L'esperienza di Fabio Moricci (Il pennaio), restauratore professionista e grande esperto di stilografiche, possessore dell'esemplare in questione ed autore delle foto che gentilmente ci ha messo a disposizione, testimonia l'autenticità della penna, ed il fatto che il pennino sia della stessa epoca della stessa. Resta da chiarire se questo possa essere una variante prodotta dalla casa (un esemplare di pre-produzione, come ipotizzava Fabio), un sostituto o qualcos'altro. L'esistenza di altri esemplari analoghi sarebbe una chiara indicazione di una produzione non casuale.
Alla fine una buona serie di domande, e spero che qualcuno che conosce l'azienda e questo modello meglio di me, possa aggiungere informazioni utili a trovare una qualche risposta.
Ciao
Simone