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30 novembre 2024 - Hotel I Portici, via dell’Indipendenza 69
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Sheaffer Vacumatic Filler: gradus ad parnassum
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Sheaffer Vacumatic Filler: gradus ad parnassum
Dopo la mia traumatica esperienza con la Sheaffer craftsmant 375, ho deciso di essere più prudente e chiedere consiglio prima di toccare altre penne. Adesso ho ben quattro vacumatic filler della Sheaffer che non funzionano e presentano problematiche diverse. Ho pensato che possa essere utile raccogliere in un unico meta-thread tutti i vari casi che mi trovo a fronteggiare. Spero che sembri utile anche a voi altri, e se vi pare inutile, scusatemi.
In foto ho messo le quattro penne. Da sinistra a destra:
- una tackaway rossa che ho iniziato a smontare. Ho smontato pennino e alimentatore, ma non riesco a svitare il fondello. Ne parlo qui: viewtopic.php?f=12&t=9302 ;
- la craftsman 375 cui ho rotto un pezzo. Ne parlo qui: viewtopic.php?f=12&t=9394;
- una penna di cui non conosco il nome, simile alla craftsman per dimensione (un'altra 375?): ha il pacchetto sigillante in fondo diviso a metà e un disco scorre lunga l'alberino. Ne parlo qui: viewtopic.php?f=12&t=9408;
- l'ultima è una 1250 che non funziona. Ancora non ne parlo da nessuna parte, perché non vorrei sovraccaricare gli esperti riparatori del forum con troppe pigolanti domande.
Grazie a tutti!
In foto ho messo le quattro penne. Da sinistra a destra:
- una tackaway rossa che ho iniziato a smontare. Ho smontato pennino e alimentatore, ma non riesco a svitare il fondello. Ne parlo qui: viewtopic.php?f=12&t=9302 ;
- la craftsman 375 cui ho rotto un pezzo. Ne parlo qui: viewtopic.php?f=12&t=9394;
- una penna di cui non conosco il nome, simile alla craftsman per dimensione (un'altra 375?): ha il pacchetto sigillante in fondo diviso a metà e un disco scorre lunga l'alberino. Ne parlo qui: viewtopic.php?f=12&t=9408;
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Sheaffer Vacumatic Filler: gradus ad parnassum
è un lazzaretto delle stilografiche casa tua!!!!
- Ottorino
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E' una 1000. O almeno cosi' c'e' scritto su alcune delle mie uguali a quella.kircher ha scritto:
- una penna di cui non conosco il nome, simile alla craftsman per dimensione (un'altra 375?): ha il pacchetto sigillante in fondo diviso a metà e un disco scorre lunga l'alberino. Ne parlo qui: viewtopic.php?f=12&t=9408;
Tra parentesi:
1000 = 10 $
1250 = 12.50 $
Dollari del tempo
C'è rimedio ? Perché preoccuparsi ? Non c'è rimedio ? Perché preoccuparsi ?
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Sheaffer Vacumatic Filler: gradus ad parnassum
Spero che tu riesca a sistemarle ,le trovo stupende.
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Sheaffer Vacumatic Filler: gradus ad parnassum
Il vacum filler o caricamento a siringa inversa che lo si voglia chiamare, è a mio parere uno dei più affascinanti che siano stati inventati. Vanta molti pregi: è relativamente semplice, è molto efficiente e sottrae pochissimo spazio al volume interno della penna, che può essere quasi totalmente riempita.
Purtroppo il sistema ha parimenti una serie di criticità che ne hanno impedito l'affermazione: Onoto (che se non ricordo male è stata la prima ad introdurlo), Sheaffer, Wahl-Eversharp, Ancora, Aurora, Columbus, che l'adottarono, l'hanno tutte ben presto abbandonato. Molto più di recente anche la Visconti lo ripropose sulla Voyager, reinterpretandolo in chiave moderna, con l'utilizzo materiali e tecniche che lo resero ancor più efficente, esaltandone però anche le criticità.
Criticità che in gran parte derivano proprio dal grosso volume interno disponibile, in cui l'inchiostro viene progressivamente sostituito dall'aria, che scaldata dal calore della mano si dilata, spingendo fuori l'inchiostro. I diffusori con ampia superficie alettata, nella quale l'inchiostro può espandersi in attesa di essere consumato con la scrittura, resistano almeno un pò, gli altri vanno immediatamente in crisi e sul pennino si formano gocce coi conseguenti problemi.
Anche il ripristino di questi sistemi nelle penne d'epoca presenta qualche problema: i più gravi e complicati da risolvere sono costituiti dal deterioramento del metallo dell'astina, quelli più rouinari riguardano la tenuta del'aria dal lato del fondello ed ancora più spesso la necessità di sostituire la rondela (solitamente in gomma) dello stantuffo. In alcuni casi, specie per le penne americane più diffuse, si trovano in rete, negli altri è necessario costruirsele. Di persé non sarebbe poi una cosa drammatica: la gomma sottile la si può ricavare p.es. da una camera d'aria da bicicletta ed una volta abbozzata la forma, facendola girare sul trapano la si può rendere perfettamente circolare con la carta abrasiva. La cosa molto delicata è però la dimensione: all'interno della penna la differenza del diametro tra la parte superiore e quella "d'espansione" inferiore non è molta, ed è molto delicato il compromesso che consente di generare il vuoto nella prima parte della corsa, e lasciare al contempo lo spazio sufficiente al transito dell'inchiostro nella parte di fondo corsa, affinché l'inchiostro possa raggiungere conduttore e pennino.
Mi scuso per la divagazione......
Purtroppo il sistema ha parimenti una serie di criticità che ne hanno impedito l'affermazione: Onoto (che se non ricordo male è stata la prima ad introdurlo), Sheaffer, Wahl-Eversharp, Ancora, Aurora, Columbus, che l'adottarono, l'hanno tutte ben presto abbandonato. Molto più di recente anche la Visconti lo ripropose sulla Voyager, reinterpretandolo in chiave moderna, con l'utilizzo materiali e tecniche che lo resero ancor più efficente, esaltandone però anche le criticità.
Criticità che in gran parte derivano proprio dal grosso volume interno disponibile, in cui l'inchiostro viene progressivamente sostituito dall'aria, che scaldata dal calore della mano si dilata, spingendo fuori l'inchiostro. I diffusori con ampia superficie alettata, nella quale l'inchiostro può espandersi in attesa di essere consumato con la scrittura, resistano almeno un pò, gli altri vanno immediatamente in crisi e sul pennino si formano gocce coi conseguenti problemi.
Anche il ripristino di questi sistemi nelle penne d'epoca presenta qualche problema: i più gravi e complicati da risolvere sono costituiti dal deterioramento del metallo dell'astina, quelli più rouinari riguardano la tenuta del'aria dal lato del fondello ed ancora più spesso la necessità di sostituire la rondela (solitamente in gomma) dello stantuffo. In alcuni casi, specie per le penne americane più diffuse, si trovano in rete, negli altri è necessario costruirsele. Di persé non sarebbe poi una cosa drammatica: la gomma sottile la si può ricavare p.es. da una camera d'aria da bicicletta ed una volta abbozzata la forma, facendola girare sul trapano la si può rendere perfettamente circolare con la carta abrasiva. La cosa molto delicata è però la dimensione: all'interno della penna la differenza del diametro tra la parte superiore e quella "d'espansione" inferiore non è molta, ed è molto delicato il compromesso che consente di generare il vuoto nella prima parte della corsa, e lasciare al contempo lo spazio sufficiente al transito dell'inchiostro nella parte di fondo corsa, affinché l'inchiostro possa raggiungere conduttore e pennino.
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La curiosità è madre dell'interesse. Una vita senza interessi è una vita in stato comatoso.
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Come ho gia detto altrove: mi manca la faccina che si leva il cappello !!
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"Mi scuso per la divagazione......"
Altro che divagazione!
Questa è DIVULGAZIONE ovvero tradurre il linguaggio comprensibile anche al volgo gnorante dottissime lezioni di Pennologia, frutto di studi approfonditi ed esperienza maturata in vivo.
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Non vorrei dire un'eresia, ma mi pare di aver letto da qualche parte che David Nishimura abbia realizzato un kit specifico per la riparazione delle Sheaffer Vacumatic filler.
So che è una penna fragile, proprio per il suo sistema di caricamento delicato, ma a me piace tanto, perciò la uso regolarmente e per ora non mi ha dato problemi.
Sempre da qualche parte, ma non ricordo dove, ho letto che bisogna prestare molta attenzione nel caricarla. E' importante non stressare lo stantuffo, l'astina non deve subire torsioni. Il movimento di estrazione dell'astina deve essere lento, poi tenendo saldamente la penna in verticale nella boccetta d'inchiostro si abbassa lo stantuffo con un movimento rapido ma non violento. Si deve percepire (o immaginare) la pressione dell'inchiostro sul pistone mentre lo scavalca per andare ad occupare il resto del serbatoio.
So che è una penna fragile, proprio per il suo sistema di caricamento delicato, ma a me piace tanto, perciò la uso regolarmente e per ora non mi ha dato problemi.
Sempre da qualche parte, ma non ricordo dove, ho letto che bisogna prestare molta attenzione nel caricarla. E' importante non stressare lo stantuffo, l'astina non deve subire torsioni. Il movimento di estrazione dell'astina deve essere lento, poi tenendo saldamente la penna in verticale nella boccetta d'inchiostro si abbassa lo stantuffo con un movimento rapido ma non violento. Si deve percepire (o immaginare) la pressione dell'inchiostro sul pistone mentre lo scavalca per andare ad occupare il resto del serbatoio.
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E' abbastanza verosimile che le criticità siano direttamente proporzionali alle dimensioni della penna, ed è anche verosimile che i problemi si verificassero tenendo a lungo la penna in mano. Cosa oggi abbastanza rara.
Per inciso: nello scritto precedente accennavo che talvolta si trova l'astina dello stantuffo (spessissimo ferro rivestito da celluloide) rovinata dall'ossido. Mi è capitato di recente con una bellissima Ancora e non sapevo dove trovare un asticella di metallo da 3mm precisi. Poi mi è venuto un lampo di genio (?!?): un ferro da calza! Sono calibrati di 0.5 in 0.5 mm, fatti in una lega d'alluminio più che resistente per la lunghezza necessaria. E' andata benissimo.
In seguito mi è venuta una pensata ancora migliorativa sotto il pur poco rilevante aspetto estetico: per fare un'astina pressoché indistinguibile dall'originale utilizzare un ferro da calza di misura più piccola e rivestirlo col tubo termo restringente di colore nero.
Per inciso: nello scritto precedente accennavo che talvolta si trova l'astina dello stantuffo (spessissimo ferro rivestito da celluloide) rovinata dall'ossido. Mi è capitato di recente con una bellissima Ancora e non sapevo dove trovare un asticella di metallo da 3mm precisi. Poi mi è venuto un lampo di genio (?!?): un ferro da calza! Sono calibrati di 0.5 in 0.5 mm, fatti in una lega d'alluminio più che resistente per la lunghezza necessaria. E' andata benissimo.
In seguito mi è venuta una pensata ancora migliorativa sotto il pur poco rilevante aspetto estetico: per fare un'astina pressoché indistinguibile dall'originale utilizzare un ferro da calza di misura più piccola e rivestirlo col tubo termo restringente di colore nero.
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Sheaffer Vacumatic Filler: gradus ad parnassum
Avrà pure dei problemi,ma la trovo meravigliosa.
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Un ottimo kit per la riparazione l'ha creato Francis Goosens, vende anche diversi ricambi per le Sheaffer. La riparazione standard invece non è alla portata di tutti, richiede esperienza, manualità, un certo grado di pelo sullo stomaco e diverse precauzioni riguardanti l'utilizzo di solventi. Ne ho fatta qualcuna e non sono una passeggiata. Comunque comincerei con lo smontarle, a volte dopo una bella pulita, una lavata ed una passata di grasso tornano in vita.
P.S. Di Vacumatic ce n'è una sola, al massimo posso concedere un Vac fill, non allarghiamoci
P.S. Di Vacumatic ce n'è una sola, al massimo posso concedere un Vac fill, non allarghiamoci
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Vac-ca boia, c'hai ragione!
Da dove è saltato fuori quel Tic?
Boh? A volte è un fatto nervoso.j
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Sto ancora lottando con tutte queste penne, e appena avrò un minuto in più libero verrò a chiedervi altre indicazioni, ma intanto volevo ringraziare Ottorino: è arrivato il tubicino, è arrivata quella che mi pare gommalacca e l'alberino. Grazie davvero!
- Ottorino
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Di nulla.
Si è gommalacca. Visto che l'avevo preparata per il penshow, ho pensato di mandertene un po', dato che avevo fatto la busta.
Non ho messo istrizioni, tanto hai capito come funziona.
Si è gommalacca. Visto che l'avevo preparata per il penshow, ho pensato di mandertene un po', dato che avevo fatto la busta.
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- Crescent Filler
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Siccome mi pare che la 1000 sia irreparabile, le 375 idem, e la tuckaway rossa mi sta facendo impazzire senza ch'io riesca a svitarne il fondello, ho deciso di smontare la 1250. È interessante vedere il meccanismo. Manca, perché si è distrutta col tempo, la guarnizione interna ma si vede come l'alberino si pieghi arrivato al fondo.