Vogliamo aggiungere alla nostra raccolta penne che è impossibile comprare nuove, per usare un eufemismo. Ci affacciamo quindi al mercato delle penne antiche consapevoli della sua natura rischiosa: temiamo di spendere denaro inutilmente, sprecando risorse per qualcosa che non le vale. Il rischio è forse maggiore per quelli che, come me, desiderano possedere una penna per usarla: non ci basta che sia integra, non è sufficiente che sia funzionante - deve scrivere, e bene.
Ho iniziato ingenuamente a pensare che sarebbe comoda una procedura, un algoritmo. Alimentato con i dati a disposizione (marca e modello, stato di conservazione, ...), dovrebbe restituire le caratteristiche della penna cui porre attenzione e - perché no - il giusto prezzo di acquisto. Finalmente avrei potuto comprare la mia TDT "Autarchica" Grande* in celluloide blu lapis senza timore di prenderci una fregatura, perché questo "algoritmo" mi avrebbe informato che solo quella verde e quella wild soffrono di problemi di cristallizzazione, e che il giusto prezzo per una in condizioni NOS è compreso tra 180 e 200 €.
Come talvolta capita, ho inventato l'ombrello. Perché parlando con Ottorino ho scoperto che questo metodo è già stato definito, e addirittura esiste un libro che lo descrive nel dettaglio. Si tratta proprio di Collecting & Valuing Fountain Pens, scritto da Paul Erano nel 1994. Me lo ha prestato, e condivido con lui e con voi le mie impressioni.
L'autore
Paul Erano è un collezionista statunitense piuttosto famoso in patria. È autore di diversi libri sulle penne antiche, nonché molto attivo nei penshow americani. Sebbene non abbia mai incontrato riferimenti ai suoi lavori prima di leggere questo libro, mi sembra ben considerato nel panorama pennistico d'oltreoceano. Temo che i suoi libri non siano tradotti in italiano.
Il libro
L'autore ha suddiviso il libro in tre sezioni.
Costruire una Collezione fornisce una serie di suggerimenti al collezionista principiante su come trovare, comprare, scambiare e vendere le penne. Non manca una breve panoramica sulla storia della stilografica, sui materiali utilizzati, sulle tecniche costruttive e sulle riparazioni. Due capitoli sono dedicati rispettivamente alle penne come investimento (nel quale si conclude che non lo sono, dopo tutto) e alla selezione di una penna da usare (lasciando intendere che il libro è dedicato anche - o forse solo? - a coloro che le penne le collezionano senza usarle).
Principali Costruttori e Loro Classici è una rapida carrellata sulla storia delle grandi case costruttrici americane (compresa la Swan, a cavallo tra Inghilterra e Stati Uniti) e dei loro modelli più significativi. La sezione è molto ricca di fotografie di penne, pubblicità e documentazione; il rammarico è che la tecnica di stampa scelta (un bianco e nero privo di sfumature) impedisce di apprezzare appieno tutte queste immagini.
Valutare Penne Stilografiche è la parte del libro che mi interessava maggiormente. In essa l'autore traccia una cronologia facilmente condivisibile della storia della penna stilografica (cfr. questo intervento di Simone ed il commento di Ottorino) ed evidenzia l' "interesse collezionistico" delle penne più importanti di ogni periodo, le loro particolarità, i loro difetti. Per ognuno di questi periodi una scheda riassuntiva definisce i parametri da considerare per modificare il prezzo di riferimento per le penne che ne fanno parte.
Tali prezzi sono poi elencati nelle pagine successive, assieme a foto a grandezza naturale delle penne cui si riferiscono. Chiaramente i prezzi sono quelli che nel 1994 l'autore riteneva validi per una penna venduta negli Stati Uniti.
Che ne penso
Non è stata una lettura propriamente appassionante, ma è un libro che vale la pena leggere. La prima parte - quella delicata al collezionismo - riassume efficacemente una serie di buone norme e conoscenze utili a chi si affaccia a questo mondo (ed ha la sfortuna di non aver ancora scoperto questo forum e il suo wiki
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La seconda parte è stata interessante perché mi ha permesso di concludere che la procedura alla quale avevo pensato, e che Erano ha descritto molto bene, non funziona. Non può funzionare perché ignora la regola fondamentale del mercato, la legge della domanda e dell'offerta. Il grande lavoro necessario a stimare quale sia il giusto prezzo per una certa penna si vanifica scontrandosi con la realtà del mercato; in questo, detta penna risulterà probabilmente disponibile a molto meno o molto più di quanto stimato (più probabile il secondo caso, purtroppo ). Ciò accade perché chi vende non si adegua a criteri legati (solo) alle condizioni e alle caratteristiche di un bene, ma alla sua disponibilità. E soprattutto si giova di una asimmetria di informazione, ampissima quando l'acquirente è sostanzialmente un neofita. L'acquirente esperto invece gode delle informazioni di cui dispone (la sua cultura pennistica) in questo modo: esaminando la penna ne associa le caratteristiche e le condizioni a quelle di altri esemplari di sua conoscenza, dei quali conosce il prezzo di vendita sul mercato, e sa così valutare più serenamente se effettuare o meno l'acquisto.
Per questo faccio mio uno dei primi suggerimenti elencati nel libro: il miglior modo per acquisire esperienza (e imparare a non prendere fregature) è vivere i posti dove le penne si vendono, seguendone le dinamiche di prezzo, e quando possibile chiedendo informazioni a chi ne sa di più. Qualcuno ha parlato di pen show?
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Grazie Otto, a buon rendere!
* Tal dei Tali Autarchica, famosa penna di costruzione italiana risalente all'inizio della seconda guerra mondiale.
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