Come ho già avuto modo di raccontare, trovandomi per qualche giorno a Milano due settimane orsono, fortunosamente mi ero imbattuto in una Universal-Cavaliere unica: nella circostanza, non avevo saputo resistere al sirenico richiamo di questa piccina di gran classe...
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La penna
ZEMAX misura piccola (lady / vest-pocket) in celluloide miele perlata, tornita da barra piena, sezione in celluloide nera, pennino originale Zemax in oro 14 ct., caricamento a pulsante di fondo, seconda metà degli anni 1930. Il nome del marchio, ZEMAX, è l'acronimo di cognome e nome del fondatore: Zeme Massimo (o Massimiliano), con l'aggiunta di una "x" finale. Secondo molti commentatori questa "x" finale donerebbe al brand una sfumatura "straniera": tuttavia, poichè il marchio fu depositato all'incirca nel 1934, a mio avviso sarebbe politicamente oltre che lessicalmente corretto per l'epoca ritenere che l'aggiunta della "x" sia un omaggio alla parola più in auge al momento della creazione dell'azienda: una parola che proveniva dall'antica Roma e conteneva una "x" (come tante altre parole latine, senza scomodare l'Inglese americano): dux...
Chi fosse interessato ad approfondire, troverà nel nostro ricchissimo Wiki le informazioni utili a conoscere questa eccellente Firma del panorama stilografico italiano d'anteguerra, la cui produzione è documentata per non più di una quindicina d'anni soltanto...
In questa sede basterà ricordare che la Zemax fu fondata a Torino, produsse all'inizio anche per conto terzi e si distinse nel panorama stilografico italiano per una ricercatezza dei modelli, dei materiali e della lavorazione superiori alla media. La produzione, tuttavia, non sopravvisse alla competizione ed alle continue innovazioni del mercato post-bellico, che vide la Zemax patire una graduale caduta nella qualità del prodotto e dello stile, e chiudere definitivamente i battenti con la cessazione delle attività alla fine degli anni quaranta. Le misure
Chiusa: cm. 10,3
Cappuccio: cm. 5,0
Fusto: cm. 8,2
Con cappuccio calzato: cm. 11,6
Diametro massimo (agli anellini): cm. 1,3
Peso (a vuoto): gr. 12
Cappuccio: gr. 5
Fusto: gr. 7 Il cappuccio
1- La testina è costituita da un cosiddetto "gioiello", che ha un corrispettivo simmetrico all'altro capo della penna, sul fondello svitabile che nasconde il pulsante di caricamento. Il gioiello è su tre livelli circolari concentrici: quello superiore è in celluloide (ricavata dalla stessa barra da cui è stata ricavata la penna, della quale quindi condivide il colore), ed ha la forma di una cupolina che vuole ricordare una pietra preziosa tagliata a "cabochon".
Discendendo, troviamo due livelli digradanti in metallo dorato, entrambi formati da una parte cilindrica in alzata e da un leggero piano inclinato di raccordo (tronco di cono appena accennato).
La doratura dei due gioielli è la sola parte della penna che non ha resistito perfettamente all'usura del tempo.
2- La clip (fermaglio), a forma di freccia, fuoriesce da una fenditura obliqua nel cappuccio, a buona distanza dal gioiello, e costituisce, con le dimensioni importanti e la perfetta laminatura d'oro, l'elemento decorativo principe della penna: lunga ben più della metà della lunghezza complessiva del cappuccio, la freccia è attraversata da una nervatura centrale in rilievo che le conferisce tridimensionalità, ha due alette ben pronunciate caratterizzate da un'ampia superficie perfettamente liscia per riflettere al meglio la luce, e termina con una punta elegantemente disegnata e definita. Nella vista laterale: dopo lo stacco ben pronunciato dal cappuccio la freccia conserva costantemente lo stesso spessore, per aumentarlo solo in corrispondenza della punta, dove il metallo viene a formare un cuneo che contrasta efficacemente il distacco accidentale della clip dal suo ancoraggio, quando la stilografica si trovi inserita nel taschino.
3- Il cappuccio vero e proprio è a tronco di cono e presenta per l'aerazione due fori in linea, a mezza altezza, non disposti simmetricamente rispetto al fermaglio.
Gli anellini sottili alla base del cappuccio partecipano con tutta evidenza della svolta stilistica che vide le verette (grecate o meno) sostituite dagli anellini sui modelli di punta dei principali Produttori nella seconda metà degli anni 1930: gli anellini su questo esemplare non sono perfettamente uguali tra loro, e ciò denuncia una (per me positiva) rifinitura della lavorazione di tipo semi-artigianale. Questa tipologia di decoro, aggiungerei, non sembra molto comune sulle stilografiche Zemax. Ma, come sempre, collezionisti esperti del Forum potranno commentare questa mia osservazione
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Proseguendo verso il basso, con un leggero restringimento si raggiunge il labbro, caratterizzato da una suggestiva trasparenza.
Il cappuccio si avvita al fusto compiendo un giro e mezzo sulla filettatura.
Nella foto seguente: finalmente si riesce a guardare ad occhio nudo all'interno di un cappuccio...
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La linea del fusto è caratterizzata da una leggera bombatura nel tratto prossimo al fondello (terzo inferiore della penna) che ben si bilancia, a penna chiusa, con la bombatura data dal fermaglio (terzo superiore della penna), nell'altra metà della stilografica.
Verso l'alto si ha un repentino restringimento in prossimità della filettatura che si salda alla sezione.
Verso il basso troviamo il fondello, che nasconde il pulsante di fondo. Di forma affusolata (tronco conica), il fondello termina, come già abbiamo avuto modo di osservare, con un gioiello simile a quello che si trova sulla sommità del cappuccio: il cabochon di celluloide è perfettamente identico per dimensioni a quello sulla testina, mentre decisamente più piccoli risultano i due livelli circolari digradanti in metallo dorato.
Al fusto spetta il compito di identificare il marchio del Costruttore della penna ma non il nome del modello, secondo una costante tradizione in casa Zemax.
Il logo è formato da una Z (con la linea inferiore arrotondata) inscritta in una M (con le gambine esterne arrotondate): il tutto a formare un elegante cartiglio.
Rimarchiamo il curioso vezzo di "doppiare" il logo/monogramma con le iniziali:
MZ ZEMAX MZ Il sistema di caricamento
Classico pulsante di fondo, perfettamente funzionante. Il Pennino
La sezione, molto corta, è in celluloide nera: si restringe digradando verso il pennino per poi allargarsi repentinamente a delimitare con precisione la zona utile per l'impugnatura.
Il pennino, con particolare foro di aerazione "a goccia" (asimmetrica), è in oro 14 ct. e reca inciso
ZEMAX
MZ (il monogramma è inscritto in un cerchio)
585 (la percentuale dell'oro è inscritta in un rombo) Il tratto è un preciso F(EF), dalla straordinaria flessibilità, come si potrà apprezzare dalla prova di scrittura. L'elasticità del pennino (che fa' sì che il tratto si riassesti non appena si smette di premere) è pressoché assoluta.
L'alimentatore in ebanite è capace di resistere ad ogni più ardita sollecitazione dello scrivente, rifornendo il pennino con un flusso sempre adeguato alle sollecitazioni. Una piccola variazione del comportamento si ha con il sacchetto dell'inchiostro quasi-vuoto: un flusso leggermente maggiore rispetto alla norma dell'erogazione segnala che l'inchiostro nel sacchetto sta per terminare: e ciò funziona ottimamente da avviso di ricarica...
Concludendo, il gruppo-scrittura è semplicemente esaltante!!! La prova di scrittura è stata condotta con inchiostro Waterman Serenity Blue su carta A.G. Spalding & Bros. (grammatura non indicata).
Conclusioni
Secondo alcuni commentatori, la Zemax produsse nella seconda metà degli anni 1930 penne stilografiche con elevate pretese estetiche: "penne-gioiello" aspiravano ad essere, e alcune di esse tali riuscirono...
Che sia il caso anche di questa bella piccina?!
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Grazie per l'attenzione!
Giorgio