Dipende da quale inchiostro...solo i più buoni (epson li chiama durabrite) sono ai pigmenti...ho fatto proprio dei test sul loro utilizzo sulle stilografiche (test che sto portando avanti con risultati insperati ma aspetto altro tempo prima di aggiornarvi)...la maggior parte degli inchiostri per inkjet sono invece a base acquosa e infatti scoloriscono tantissimo con l'acqua, e si schiariscono virando di tonalità già dopo pochi giorni dopo la stampa...quando ci si passa sopra con la stilografica si ha una (seppur minima) contaminazione dell'inchiostro e la cosa mi è risultata evidente utilizzando il J. Herbin Jaune Bouton D'or (che è un giallo molto chiaro) dove, dopo essere passato su del testo stampato, il pennino tirava fuori un verde che tornava giallo dopo qualche rigo di scrittura!gbiotti ha scritto: La stampa ink-jet "spruzza" un liquido, un inchiostro appunto, che e' generalmente di buona qualita' e resistente all'acqua (sono generalmente inchiostri con particelle in sospensione).
Il fatto di aver spruzzato un inchiostro, per quanto questo possa depositare uno strato di particelle (stile "nano" di Sailor), mi lascia credere che l'effetto lucidatura della carta dopo la stampa sia decisamente inferiore rispetto all'uso di una stampante laser.
[*]Passando la mano sul foglio ho sempre notato lo spessore della scritta (cosa che non mi succede con la stampa ink-jet); ho sempre associato questa caratteristica alla sensazione di salto quando ci passo sopra con il pennino
I durabrite sono nati proprio per poter usare un evidenziatore sulle stampe inkjet senza avere delle strisciate!
Lo spessore che si nota passando la mano sul foglio è ovviamente dato dal fatto che le inkjet spruzzano inchiostro e questo viene assorbito dalla carta...le laser lo "depositano" sulla superficie.
Ho letto la discussione che hai segnalato...mi è stata molto utile ti ringrazio!