Recensione Omas Milord Arco odierna con pennino flessibile

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PenninoM
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Recensione Omas Milord Arco odierna con pennino flessibile

Messaggio da PenninoM »

Premetto che la recensione era stata già scritta per un venditore in quel di Firenze (lascio alla vostra perspicacia indovinare chi sia ;) , spero ovviamente di non aver esagerato). Buona lettura!

PREMESSA
E’ inutile dilungarsi troppo sulla storia di questa penna. La OMAS fu fondata nel 1925 da Armando Simoni a Bologna (Officine Meccaniche Armando Simoni) e nei suoi anni di gloria, dalla fondazione a prima della guerra, innovò il mondo della stilografica con alcuni grandissimi modelli, la Omas Extra, prima penna sfaccettata e la Omas Extra Lucens anch’essa sfaccettata ma dal caratteristico fusto semitrasparente; le celluloide Omas erano di qualità superiore con una tavolozza più ampia. Oggi, oltre alle edizioni speciali, ci rimangono la celluloide Wild e, la più famosa in assoluto, la celluloide Arco.
Passando alla penna, la Omas Milord è sul filone della Omas Extra, più piccola della sorella Paragon.

PRESENTAZIONE
La presentazione della penna è senza dubbio sontuosa, ed è la più pesante confezione che io abbia mai visto, con vari tappezzamenti in velluto imbottito ed il pratico portapenne singolo.

DISEGNO
Per quanto concerne il disegno è la penna sfaccettata per antonomasia, di forma dodecagonale. La colorazione Arco della celluloide è una serie di parabole concentriche che si incontrano sul dorso e sul ventre della penna, le facce parallele al pennino, in due archi con splendenti riverberi color marrone dorato. Si avverte la tridimensionalità del disegno, con molteplici sfumature dal marrone più scuro all’oro. Il disegno è unico in ogni penna che letteralmente risplende alla luce con le sue scaglie dorate che si illuminano. La penna è priva di particolari decorazioni dato che di per sé la splendida celluloide è una ammaliante finitura. Vi è però il tipico anello fra fondello e fusto, la vera Omas sul cappuccio che merita una menzione particolare e, infine, un anello sulla sommità della penna, che è piramidale o pseudoconica. Il fermaglio non sembra montato ad anello, in quanto sporge direttamente dal cappuccio, si arcua ed infine termina con una rotellina centrale al fermaglio, la cui linea si rialza senza mai toccare il corpo del cappuccio. Nella continuazione del disegno generale della penna pure il fermaglio è sfaccettato. Anche con l’aggiunta della rotellina la particolare rigidità della clip rende difficile l’inserimento della penna nel taschino sebbene conseguentemente dovrebbe assicurare la massima tenuta.
Parlando della vera Omas alla base del cappuccio, penso meriti una menzione speciale la sua particolare foggia, che in parte segue il disegno sfaccettato della penna e in parte è circolare. La vera ha un disegno a greca la cui lavorazione però è diversa dalla normale sbalzatura, bensì è lavorata ad impressione con molteplici righe dentro il disegno che donano una particolare lucentezza al lavoro, che risalta meglio sulla banda. Il disegno a greca però si interrompe e la vera prende una forma circolare, sul dorso e sul ventre della penna, dove sono incise le scritte OMAS e Italy. Evidentemente si è dovuta abbandonare la forma sfaccettata per operare l’incisione. Anche se ciò non permette alla penna chiusa di rimanere con la clip in su, ma sempre coricata, benché ciò sia un dettaglio superfluo. Aggiungendo un altro dettaglio superfluo - oramai l’inglese è la lingua internazionale - sarebbe stato più incisivo scrivere Italia e non Italy. Certo è però che questa particolare conformazione della vera dona un tocco originale alla penna ed è indiscutibilmente bella.
Una volta svitato il cappuccio vi è una lunga impugnatura cilindrica alla cui estremità vi è una anello dodecagonale.
Proprio nell’impugnatura si trova la maggiore differenza fra la Milord e la Paragon, oltre alle dimensioni. Nella Paragon l’impugnatura è dorata, mentre nella Milord l’impugnatura è in celluloide garantendo continuità estetica alla penna una volta svitato il cappuccio e dando uno stile più sobrio.

FUNZIONAMENTO
La penna ha un sistema di caricamento a stantuffo, scorrevole e, grazie al fondello sfaccettato, si ha una buona presa. Non vi è finestra d’ispezione come nella maggior parte delle penne Omas, ciò si deve a ragioni stilistiche. La penna è totalmente ermetica, non vi è modo, mi sembra, di accedere alle parti interne casomai vi fossero guasti o lo stantuffo avesse bisogno di una lubrificazione. Perciò è necessario ricorrere all’assistenza.
La capacità del serbatoio è di 1,42ml. La durata dell’inchiostro nella penna dopo ogni ricarica è ovviamente soggetta all’uso che si fa della penna.

SCRITTURA
Se il disegno della penna è mozzafiato, il pennino è tutta un’emozione! Veramente questo aspetto della penna è superlativo. Io ho scelto il pennino flessibile della Omas, in oro 14 carati, tratto fine, che la Omas chiama extra-flessibile. E’ chiaramente un’esagerazione perché esistono solo pennino semi-flessibili, flessibili e poi vi sono i wet noodle, all’apice, e questi sono per lo più relegati nel passato. Vi sono solo alcune repliche non convincenti. Pur se la nomenclatura di Omas rappresenta un’esagerazione, questo è veramente un pennino superbo: rispetto a tutti gli altri pennini di produzione contemporanea è il più flessibile a parer mio, più flessibile delle Noodler’s Ahab e secondo me, mi posso comunque sbagliare, anche della Marlen Aleph. Questi confronti devono tener conto di una cosa: il pennino Omas è in oro, quelli delle penne sopra citate sono in acciaio. Bisognerebbe anche confrontarlo con il T-flex della Stipula. Se si pensa alla vecchia scala di misurazione, collocherei questo pennino sopra i semi-flessibili ma poco sotto i flessibili.
Sin da subito è partita celermente, niente salti di tratto né tantomeno false partenze grazie ad un tratto snello ma che non lascia una fenditura di colore sul foglio, bensì una linea marcata, ed un flusso misuratamente corposo. Il pennino produce un fruscio di seta sulla carta e lascia un’idea di pienezza, con la penna in mano durante la scrittura.
Queste splendide caratteristiche sono dovute, oltre allo sfolgorante pennino anche ad un alimentatore di prima qualità, in ebanite a due capillari dal disegno particolarmente affusolato con una silhouette bassa e squadrata.

CONCLUSIONE E COMMIATO
Per finire con un giudizio generale, sconsiglio vivamente la penna a chiunque! Perché vi ruberà un quarto di ogni ora del vostro lavoro. Mi distraggo facilmente ma con questa meraviglia risplendente ora lavorare è quasi impossibile: ammiro la perizia nella produzione, scruto la sovrapposizione di tanti strati, come scaglie di roccia in un paese lontano e sconosciuto, i colori ed i riflessi, come se leggessi un libro sempre diverso, sempre nuovo, più particolareggiato. Una penna all’apice dell’eleganza, che sbaraglia nettamente la blanda concorrenza che le viene affiancata, elegante ma non per questo austera, fastosa ma non carica di ori, una bellezza che non scende a compromessi, signorile, elegante. Perciò nel mondo di oggi, poco incline all’eleganza e alla signorilità, questa, pur essendo nettamente superiore alla Monblanc sua rivale più logica, ma non più naturale, è relegata in un mercato di nicchia. La bellezza è per chi la sa apprezzare, l’opulenza
la capiscono tutti.
Infine ribadisco che questa è una delle migliori penne contemporanee, con un passato pulsante racchiuso in sé.
Arrivederci e grazie per essere arrivati sin qui, spero di non essere stato tedioso.

ADDENDUM ODIERNO
Volevo chiosare, infine, mettendo l'accento sulle particolari qualità del pennino Omas circa la flessibilità. A mio parere ciò che rende il pennino Omas veramente diverso dagli altri è una miglioria concettuale. Chi produce pennini flessibili al giorno d'oggi credo si orienti verso una limitazione del fenomeno "rotaia" per permettere un maggiore ispessimento del tratto, ricordandosi solo in seconda battuta che per arrivare a sfruttare efficientemente il pennino serve un braccio bionico. Ovviamente è un iperbole, ma comunque questo è il motivo della superiorità del pennino Omas. Per arrivare alla flessione del pennino in una penna Omas, bisogna esercitare una pressione infinitamente più piccola, è difficile scrivere con il tratto del pennino in assetto normale, il solo peso della mano sulla penna divarica i rebbi. Traducendo in numeri e chiarificando il tutto: con la Noodler's Ahab si ha una soluzione di continuità del tratto oltre il millimetro e mezzo, mentre nella Omas la si ha oltre il millimetro, certo però che, a parità di divaricazione dei rebbi, bisogna esercitare una pressione sensibilmente diversa.
Grazie per aver letto sino a qui senza mandarmi al diavolo prima :D
Lorenzo
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Recenisone Omas Milord Arco odierna con pennino flessibile

Messaggio da PenninoM »

Mi scuso per l'assenza di foto che inserirò il più presto possibile.
Lorenzo
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Recenisone Omas Milord Arco odierna con pennino flessibile

Messaggio da piccardi »

Complimenti per la recensione molto dettagliata, le foto però le aspettiamo!
Se il pennino è lo stesso che provai io anni fa, lo classificherei un quasi flessibile... sicuramente uno dei più vicini ad un flessibile antico. Quelli più recenti (prima li faceva la Omas, ora Boch) lo sono un po' meno.

Simone
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Messaggio da PenninoM »

Ecco qua la prima brigata di foto, ne mancano ancora però ;)
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Messaggio da PenninoM »

Seconda brigata, buona visione
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Messaggio da PenninoM »

Ecco l'ultimissima brigata, sono in tutto 27, spero si vedano tutte.
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Messaggio da nicola »

Che bella questa OMAS.

Complimenti per la bella recensione … direi che hai recuperato egregiamente alla mancanza iniziale di foto, c'è praticamente un album. :D
PenninoM
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Messaggio da PenninoM »

Grazie mille, io le foto sul forum non le vedevo, ero preoccupato non le vedessero anche gli altri.
Lorenzo
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Andrea_R

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Messaggio da Andrea_R »

fantastica recensione personalmento continuo a preferire le vecchie versioni dei modelli omas, quella clip :?
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Messaggio da Tiberio G »

Anch'io preferisco il vecchio stile, più classico, soprattutto per la clip e per la veretta, però mi faccio piacere anche questa avendone una.
La mia ha le finiture rodiate che si addicono meno al colore marrone Arco, devo dire che quelle dorate donano molto di più alla penna!
Peccato anche non avere il pennino "flessibile" anche se anche quello standard è piuttosto morbido.



Altra cosa che ho notato è che la mia quando il fondello di caricamento è chiuso, non è allineato al resto della penna, mi domando se non sia un difetto di produzione e se ci sia modo di allinearlo.

Infine, sempre riguardo l'allineamento della decorazione arco, avrei preferito che la filettatura del cappuccio avesse solo un punto di inesto cosicchè garantisse sempre l'allineamento a prescindere dalla posizione in cui si comincia ad avvitare.
Per intenderci, avrei preferito che fosse come quello della Aleph, che è sempre allineato alla incisione se ci fate caso.


Lo so, ho evidenziato troppi difetti, spero che siano solo della mia, vorrei avere conferma, poichè questa celluloide è dannatamente bella e sarebbe "sprecata" se non è perfettamente allineata.
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Messaggio da JetMcQuack »

Sono stato contagiato...l'ho presa identica!
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Messaggio da Musicus »

Bravo PenninoM! Proprio una bella recensione! :clap:
PenninoM ha scritto:Grazie mille, io le foto sul forum non le vedevo, ero preoccupato non le vedessero anche gli altri.
Forse non riesci a vedere le foto perché son molto "pesanti": ciascuna di esse pesa, infatti, circa 2,85 MB.
Non sono un esperto informatico, ma per vedere tutte e 27 le foto occorre scaricare circa 77 MB (27 x 2,85). E questo per un telefonino è un bel salasso in termini di traffico-dati. Pensa che molti contratti telefonici prevedono 2 Giga al mese, spesso divisi in 500 MB per settimana, cioè circa 70 MB al giorno: solo per visualizzare correttamente il tuo post, quindi, un abbonato con un contratto da 2 Giga mensili verrebbe a consumare tutto il suo traffico-dati medio giornaliero...
A prescindere dal fatto che i miei calcoli siano correttamente impostati, ti suggerisco di provare a servirti di un programma per la "riduzione" del peso delle fotografie da pubblicare sul Forum: la conseguente riduzione della qualità delle stesse risulterà un sacrificio accettabilissimo.
Così per molti di noi sarà più facile leggere ed apprezzare le tue future recensioni anche in mobilità! :thumbup:

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Messaggio da Ironnib »

Grazie per la presentazione, che sembra più una poesia.
Da come ti esprimi (e lo fai bene) si sente la tua passione e gioia per quella quella, ed è contagiosa.
Non le avevo mai considerate, ma alla prossima occasione sarà proprio quelle che andrò a cercare.
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Messaggio da JetMcQuack »

Ieri ho aperto la confezione, inchiostrata la penna è scritto una riga...trovo il pennino extra fine flessibile strepitoso...davvero davvero flessibile, il vero quid in più della penna
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Messaggio da JetMcQuack »

Di pennini flessibili moderni non se ne fanno più...

Ebbene, anche se la mia esperienza è limitata, non sono d'accordo. Questa Omas, pur cinese, pur lontana parente dai fasti passati -ma siamo davvero sicuri o subiamo solo il fascino del "si stava meglio quando si stava peggio"?-, ha un pennino e un tratto davvero flessibile.
prova di calligrafia
prova di calligrafia
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Questa è una prova fatta spingendo al massimo il divaricamento, non dico forzando perché non mi è stata richiesta una grande pressione, anzi, i rebbi sono molto burrosi.
scrittura normale
scrittura normale
foto 2.JPG (306.79 KiB) Visto 5249 volte
Questa invece è una pagina scritta, metà mantenendo una pressione molto leggera sul foglio per esaltare il tratto extrafine, quindi calcando un poco per evidenziare la differenza del tratto.

Sinceramente, non ho trovato grosse differenze con la mia waterman vintage extraflessibile (se vi va un confronto l'ho usata per disegnare il ritratto di Alda Merini che ho postato nel Circolo Artistico -anche se di artistico c'è poco, obietterete, e probabilmente è vero!) a livello di flessibilità del tratto e di facilità alla flessione, mentre se prendo come riferimento la mia Noodler's Ahab o la Dilli non c'è paragone in quanto con queste due penne appena si forza un poco -e ci vuole davvero molta pressione- è il railroading a farla da padrone.

infine, dato che siamo dei rompini, i difetti: il flusso è abbondante, e l'extrafine non è certo ai livelli della mia Sailor, anche se è nettamente più sottile del fine della mia pelikan 101N. Devo dire che la carta Rhodia su cui ho effettuato la prova è la carta perfetta da stilografica -per scrivere, per disegnare preferisco una grammatura lievemente più pesante e una superficie ruvida-, soprattutto perché regge perfettamente un flusso generoso. D'altronde la penna non potrebbe essere troppo stitica, altrimenti non riuscirebbe a reggere l'allargamento del tratto, ne risulta un buon compromesso fra tratto fine e necessità di aumentare la disponibilità di inchiostro quando si vuole allargare il tratto stesso.
Altro difetto, se si preme troppo alla ricerca della massima flessibilità, i rebbi rimangono lievemente larghi, le punte non si toccano più ed è necessario riavvicinarli (io lo faccio premendo un pò sulla carta col lato "reverso"). Esagerare troppo con la pressione, specie se non la si distribuisce alla stessa maniera sui due rebbi, può provocare anche lievi disallineamenti che fanno grattare il pennino sulla carta, specie se si tende a ruotare un poco la penna sul suo asse durante la scrittura.

In definitiva...la penna è esteticamente stupenda, e il surplus del pennino veramente flessibile ne fa una gioia per gli occhi prima di scrivere, per la mano mentre si scrive e di nuovo per gli occhi quando si osservano le parole vergate sulla carta...
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