Simone ha scritto:Un po' per sfizio, un po' seriamente, in un ottica di lavoro futuro.
So che c'è chi lo fa (Crononautaaaaa?

).
Che libro mi consigliate? Io ho visto, partendo da sito studiare giapponese, i libri di Wako Tawa.
Sono
anni che ci sto provando, con esiti sconfortanti

Alla fine mi sono rassegnato, quando sono in Giappone uso la scusa di portare a spasso i bimbi per avere gli interpreti "a loro insaputa" (i bimbi sono cresciuti perfettamente bilingui, beati loro che non hanno fatto fatica!).
Il problema di base là è essere analfabeti, cosa che limita enormemente le possibilità di apprendimento, visto che - almeno così a me capita - se non puoi usare la memoria visiva aumenti esponenzialmente le difficoltà di memorizzazione.
Perciò, il consiglio che posso dare è questo: non dare retta a tutti i metodi che trovi, che alla fine sono fatti
da giapponesi che si basano su come hanno imparato
loro a scuola: e che prevede inizialmente lo studio dell'hiragana.
A un europeo che non sa niente di giapponese, l'hiragana non serve assolutamente a nulla, poiché non conosce ancora parole.
Impara invece per prima cosa il
katakana, che è l'alfabeto che i giapponesi usano per la trascrizione delle parole straniere, le quali nel 90% dei casi sono mutuate dall'inglese. Se conosci l'inglese, imparando il katakana riuscirai a leggere in giapponese delle parole che in pratica già conosci; e avrai un punto di partenza, per quanto labile, che ti aiuterà nella memorizzazione del resto.
Poi potrai imparare l'hiragana, e quindi passare ai kanji. Per i kanji io avevo trovato il metodo di James W. Heisig:
http://www.amazon.it/Remembering-Kanji- ... 4889960759
che è la cosa migliore che ho trovato finora, ma con due limiti:
1) richiede tempo di studiare, ovviamente. Il che significa non solo tempo cronologico, ma anche tempo "mentale". Se sei ancora uno studente, diventa solo una materia in più da aggiungere, non sarà un problema trovare un'oretta al giorno da dedicare al giapponese. Se invece lavori, hai una famiglia, e puoi metterti a studiare solo alla sera alle 10:30~11:00, quando riesci finalmente ad avere un po' di tranquillità, serve a poco, perché ormai hai il cervello "cotto" e non ricettivo;
2) il metodo si basa su un sistema di "ganci" mnemonici che utilizza i "pezzi" dei kanji come protagonisti di storielle che spiegano il significato del kanji stesso. Queste storielle si basano in massima parte su modi di dire, giochi di parole, o vicende inglesi, che in italiano talvolta perdono di senso e quindi di efficacia. Bisogna pertanto in alcuni casi "riscriversi" le storielle creandosene di proprie, e la cosa è meno banale di quello che sembra.
Per il resto... boh, sono ancora fermo lì

a forza di andare in Giappone ho imparato qualche parola sparsa, in certi contesti riesco vagamente a capire di cosa si sta parlando, ma già solo se devo parlare con un commesso sono in difficoltà :-/